Come faccio a dimenticare tutto quanto?

Rebeca

Salve, mi chiamo Rebeca. Oggi ho 20 anni e sono originaria della Colombia. Quando avevo 5 anni, sono andata ad abitare da mia nonna perché a causa della crisi economica del mio paese, mia madre è dovuta immigrare in Italia e mio padre lavorava tutto il giorno, e non poteva prendersi cura di me. A me piaceva stare da mia nonna perché là abitavano tutte le mie zie insieme ai loro figli, che piú o meno avevano la mia etá, e non mi sentivo sola. Un giorno non so perché, non só come mai… non mi ricordo come e perché è successo, ma io e mio cugino, che ha la mia stessa etá, stavamo facendo finta o stavamo cercando di imitare o di fare o di avere (non lo so) rapporti sessuali. Mi ricordo che lo facevamo spesso ci toglievamo i pantaloni e le mutande, come fanno i grandi. Non lo so perché lo facevamo, ma li per li dava piacere. Solo che noi lo facevamo in segreto, sapevamo che era sbagliato. Finché un giorno i miei altri due cugini piú grandi (abbiamo circa 8 anni di differenza) ci hanno sgamati. E lá è cambiato. Mi ricordo che un giorno io e mia nonna siamo andati da una vicina di casa che anche lei aveva figli maschi, e quello piú grande insisteva affinché io andassi in una stanza con loro a vedere la televisione, ma io non volevo perché io giá sapevo quello che volevano, peró io mi ricordo tanto che gli ho detto “ pero vediamo solo la televione” e loro mi hanno risposto “si, si” invece poi l´hanno accessa una volta soltano che il fratello piú piccolo ha strusciato piú volte il suo pene nella mia vagina, mentre quello piú grande contava. Contava perché gli avevo detto che io non volevo e lui mi diceva `dai, solo per 10 secondi...´. e quei dieci secondi non finivano mai. Non mi ricordo quante volte sia successo, ma con i miei sei anni io ero stufa della situazione. Ero stufa che quando arrivano i miei cugini o gli amici dei miei cugini la prima cosa che volevano era rinchiudermi in una stanza. Tanto che una volta, mi sono fatta coraggio e gli ho detto “ SE NON MI LASCI USCIRE DA QUESTA STANZA, MI METTO A URLARE E DICO A TUTTI, TUTTO”. Da quel giorno loro non mi hanno toccata piú. Però era rimasto il mio cugino, quello piú grande. Mi ricordo, che lui con scuse mi faceva entrare nella sua stanza. Mi ricordo che una volta, mi ha preso di peso, e ci strusciavamo, pero avevamo i vestiti e lui aveva una faccia mezza strana. Ora capisco… si stava eccitando. Peró un giorno mia zia ci ha sgamati e ci ha sgridati. Non lo so quante persone della mia famiglia sappiano questa cosa. So soltanto che una volta mia madre mi ha chiesto “ Vuoi venire in Italia?” e io in lacrime gli ho detto di si, perché in questo modo ero sicura che queste cose non sarebbero accadute mai piú. Sono arrivata in Italia che avevo 8 anni, e sono ritornata la prima volta al mio paese a 13. Ho rivisto tutti. Tutti i miei cugini e i loro amici. Mi guardavano e non mi dicevano niente. Io facevo la “falsa cugina”, per non creare sospetti ai miei parenti. Pero con quello piú grande non ci riuscivo. Vederlo la prima volta dopo tanto tempo, faceva male… avevo paura. Adesso lui è qui in Italia. Per alcuni motivi, ci siamo trovati ad abitare di nuovo sotto lo stesso tetto. Prima del trasferimento, ho deciso di consultare la psicologa della mia scuola superiore (questo è successo 3 anni fá) e lei mi ha consigliato di affrontare il problema parlandone con lui. Io ho cercato, ma non ci sono riuscita. Non sono neanche riuscita a scrivergli una lettera. Quando ci siamo ritrovati a vivere una volta insieme, lui era un'altra persona, era cambiato. Faceva il vero cugino. Era come un fratello maggiore mi difendeva sempre e tuttora. Per questo motivo ho deciso di non dire niente a nessuno, anche perché non voglio creare discussioni e problemi tra la mia famiglia. Alla fine le mie zie sono come tante mamme. Pero a volte i ricordi tornano in mente e piango. Mentre scrivevo questa lettera mi ne sono venuti in mente altri ancora. Ricordi che avevo dimenticato e non me ne ricordavo neanche l´esistenza. Come faccio a dimenticare tutto quanto affinché questi pensieri, non mi tormentino piú??? Affinché non facciano cosí tanto male. Lo so che devo parlare con loro. Ma non voglio. Come faccio a non coinvolgere la mia famiglia? Attento una vostra risposta. Grazie.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Salve si rivolga ad un collega nella sua città ed inizi un periodo di terapia nel quale può elaborare e raccontare i suoi ricordi ad un collega che può aiutarla ad accettarli, non a dimenticare, poichè non potrà mai farla resteranno lì nella sua mente per sempre, ma può dare un significato e gestire questi ricordi, in maniera che non sia dolorosi, ma solo ricordi del passato, che non interferiscono nel presente come accade adesso. Una psicoterapia può aiutarla in questo. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.

Cara Rebeca, la tua storia così delicata non è facile da trattare a distanza. Proprio perchè tuo cugino è cresciuto e sembra cambiato forse potresti parlare della cosa anche soltanto con lui senza dover coinvolgere la famiglia. Puoi parlare con amici, in un gruppo di sostegno alle vittime di violenza. Parlarne fa bene. Capire e ascoltare le parole di tuo cugino, potrebbe aiutarti. Non voglio giustificare la violenza, ma a volte le condizioni che viviamo sono esse stesse violente e ci coinvolgono senza che noi ne siamo veramente consapevoli. Cerca comunque sostegno psicologico presso il consultorio familiare più vicino a dove abiti, è gratuito e non devi neanche fare la prescrizione dal medico.Lì sapranno accoglierti, offrirti sostegno e informazioni sui gruppi presenti sul territorio. La tua infanzia è stata difficile, ma le difficoltà hanno anche il pregio di renderci più forti. Hai solo 20 anni, ricomincia affrontando il passato una volta per tutte e poi prova a guardare avanti. Non devi dimenticare ma solo affrontare.

Un abbraccio

Buongiorno Rebeca,

grazie per aver avuto il coraggio e la disponibilità di condividere i suoi ricordi con noi.

Spesso aver vissuto esperienze particolarmente stressanti, umilianti o traumatiche ci lascia in eredità pensieri, sensazioni e sofferenze che, come ha ben descritto, ci tormentano e interferiscono con il normale trascorrere della nostra vita.

Le suggerirei di parlare di questa tua situazione di sofferenza emotiva con uno psicoterapeuta della sua zona, abilitato all'utilizzo dell'EMDR, una tecnica psicoterapeutica che agisce sui ricordi traumatici riequilibrando l’esperienza emotiva associata e che potrebbe essere efficace nell'aiutarla a elaborare i ricordi dolenti e a eliminarne i sintomi associati.

I miei migliori auguri e cari saluti