I miei genitori mi opprimono da sempre

Brigitte

Buongiorno a tutti, sono una ragazza di ben 33 anni in una situazione che è veramente assurda. Purtroppo non sono ancora riuscita ad andare a vivere da sola perché non ho un indeterminato, però lavoro e porto lo stipendio a casa, fino all'ultimo centesimo. Il mio problema è che i miei genitori, soprattutto mia madre, non mi fanno vivere. Non posso andare a fare un viaggio da sola, se esco la sera, lei mi chiama più volte per sapere quando torno, mettendomi in imbarazzo. Se cerco di ribellarmi, è la fine, scenate, litigate, urla, fa leva sui miei traumi infantili e cerca di farmi sentire in colpa, tutto perché magari non ho risposto a una telefonata. Non sono mai andata a fare un viaggio da sola, e ho bisogno di farlo perché potrei morire anche domani e non avrei nessuna esperienza da ricordare. Non so più che cosa fare, ho addirittura pensato di denunciare alla polizia perché a mio avviso questi sono abusi a tutti gli effetti. Ultimamente dei pensieri molti brutti mi affollano la mente, penso che sarebbe meglio morire piuttosto che passare un altro giorno in queste condizioni. Non so più che cosa fare, io voglio solo essere una donna libera di 33 anni, che se decide di partire lo fa senza drammi, se vuole uscire con qualcuno non deve per forza dire con chi è, quando torna e cosa fa. Non ce la faccio più.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Brigitte, ii dispiace davvero tanto che tu stia vivendo una situazione così dolorosa e opprimente. Potrebbe essere molto utile parlare con un professionista della salute mentale (uno psicologo o un terapeuta) che possa aiutarti a elaborare i tuoi sentimenti, a rafforzare la tua autonomia e a trovare strategie per gestire il senso di oppressione e il controllo che vivi. La situazione con i tuoi genitori, soprattutto con tua madre, sembra essere diventata estremamente invadente e dolorosa. È importante, quando ti sentirai pronta e con il supporto adeguato, cercare di stabilire dei confini chiari. Questo processo può essere difficile da affrontare da sola, perciò avere un aiuto professionale. Ti prego di ricordare che i tuoi sentimenti sono importanti e che hai il diritto di cercare una vita in cui tu possa sentirti libera, rispettata e felice. Non esitare a chiedere aiuto: ci sono professionisti e risorse pronte a sostenerti in questo momento difficile.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

     

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Buongiorno cara Brigitte,

certamente quello che racconti parla di un abuso a tutti gli effetti, quando parli del fatto che tua madre sfrutta i tuoi traumi infantili facendo leva sui sensi di colpa è un chiaro segnale di violenza psicologica o comunque di rapporto disfunzionale, simbiotico direi con un caregiver.

A tal proposito di consiglio un percorso terapeutico per riuscire piano piano a taglia il filo che ti unisce a queste dinamiche disfunzionali che non ti permettono di raggiungere la tua autonomia e dunque il distacco da casa. 

Ti consiglio come approccio terapeutico quello analitico-transazionale o sistemico relazionale. Il primo sarebbe l'approccio con cui lavoro io, ma vedo che purtroppo siamo a distanza. Eventualemente sarei disponibile online, oppure sono sicura che anche nella tua zona ci sia un collega con questo indirizzo.

Un caro saluto.

Buongiorno Brigitte.  Percepisco la sua oppressione. Se vuole potrebbe fissare un colloquio con me ai contatti che trova sul sito per comprendere meglio da dove nasce il suo bisogno ed aiutarla a elaborare le sue emozioni e sentimenti, agendo anche sull'autonomia e l'autostima. Un cordiale saluto. Dr.Gugiana Nicola

Dott. Nicola Gugiana

Dott. Nicola Gugiana

Como

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Salve, 

Mi dispiace molto per la sua sofferenza e la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Sicuramente, come lei dice, è ormai una donna matura che ha il pieno diritto di vivere la propria vita come meglio crede. Credo di aver compreso che lei questo lo abbia ben presente. Detto ciò, perché non decide di farlo e basta? Sarebbe utile comprendere e analizzare il motivo per cui non agisce in tal senso nonostante la voglia di farlo sia presente e cosciente. Purtroppo non possiamo trovare risposta o altri spunti in uno spazio così ristretto, ma, ad ogni modo, potrebbe essere già un punto di partenza. Interrogarsi sul perché non agire. Perché poi avvengono litigi? Basta così? Cosa comportano questi litigi? Come mai è così grave litigare con i propri genitori? Potrebbero essere dei buoni interrogativi. 

La ringrazio nuovamente 

Cordialmente 

Dott. Francesco Viola 

Buongiorno e grazie mille per la condivisione. 

Mi dispiace tantissimo per la situazione che stai vivendo. Quello che descrivi sembra un ambiente familiare soffocante, che ti sta privando della libertà e dell’autonomia che meriti a 33 anni. Il controllo e il senso di colpa non sono giustificabili con l’amore genitoriale.

Capisco che il problema principale sia l’impossibilità di andare via di casa per questioni economiche e di stabilità lavorativa. Questo ti fa sentire intrappolata, ma voglio dirti che esiste una via d’uscita. Anche se sembra difficile, puoi pianificare la tua indipendenza passo dopo passo. Magari potresti cercare soluzioni alternative, come condividere un appartamento con qualcuno per ridurre i costi o valutare altre possibilità di lavoro che ti diano maggiore stabilità.

Sei esausta, e questo è comprensibile, ma voglio dirti con forza che la soluzione non è arrenderti, ma trovare il modo di liberarti da questa prigione. Ti incoraggio con tutto il cuore a cercare supporto psicologico, perché affrontare da sola una situazione del genere è estremamente pesante. Parlare con qualcuno di esterno e professionale può aiutarti a trovare strategie concrete per gestire la situazione e, soprattutto, a rafforzare la tua determinazione a cambiare la tua vita.

Tu meriti di essere libera, di viaggiare, di uscire, di vivere senza sentirti in colpa. Non lasciare che il controllo e la paura ti portino via la tua felicità. Un passo alla volta, ma puoi farcela. Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, non esitare a cercare aiuto, ci sono persone che possono sostenerti. 

Dott.ssa Eleni Karliampa

Dott.ssa Eleni Karliampa

Milano

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