Salve,spero possiate aiutarmi perchè le ho provate tutte.Ho un bimbo di quasi 7 anni,ha un carattere e un temperamento di ferro,se dice di no,diventa veramente difficile fargli cambiare idea,da qui lotte per i compiti,per farlo riordinare,inoltre alza facilmente le mani,specialmente verso la sorella maggiore(quando gli “pesti i piedi“ non ci prova a pensarci la prima reazione è alzared le mani)questa situazione appesantisce tanto me e la mia famiglia,provate tutte(parlare,pazienza,punizioni,anche qualche sculacciata,ignorarlo). Forse può servirvi sapere che è sempre stato così! Spero davvero possiate aiutarmi,ringraziandovi fin d'ora,porgo distinti saluti.
Buongiorno,
mi pare di capire che lei voglia molto bene ai suoi figli e che si stia preoccupando fortemente per trovare una soluzione alla situazione faticosa e di aggressività che, scatenata dal piccolo, sta mettendo in scacco tutta la famiglia. Sembra che suo figlio stia cercando di comunicare qualcosa con questo atteggiamento e che probabilmente stia facendo di tutto per catalizzare l'attenzione su di se, ed esprimendo il proprio malessere attraverso l'aggressività.
L'aggressività è un' emozione che molto spesso è espressione di emozioni di base sottostanti (ad esempio una paura, una tristezza ecc..) Ho veramente pochissime informazioni in merito alla sua specifica situazione e per questo è pressochè impossibile dirle cosa fare e darle un'unica soluzione. si potrebbe ipotizzare un percorso di consulenza psicologica per i genitori, in modo da conoscere meglio la vostra storia e poter fare delle ipotesi sulla possibile motivazione che spinge suo figlio ad affaticarvi in tal modo e sicuramente ad affaticare anche se stesso, perchè può immaginare quanto sia anche doloroso per un bambino doversi comportare sempre in modo negativo.
questo comportamento è abbastanza rischioso perchè può a lungo andare far si che intorno a lui si crei una rete che lo riterrà una cattiva persona e anche lui potrebbe poi pensarsi in quel modo.
Come suggerimento pedagogico potrei consigliarle di distinguere quelli che sono i rimproveri riferiti alle cose concrete rispetto all'idea che la sua famiglia vede e crede alle sue risorse personali come individuo.
Se volesse prendere in considerazione la possibilità di fare delle consulenze in studio, io e la mia equipe The Clew riceviamo a Bergamo in via Costantina 12. (quartiere Colognola).
Buongiorno Chiara
Mi soffermo sulla sua esclamazione: è sempre stato così!
A sette anni essere sempre così vuol dire anche essere visto come quello che ha un carattere problematico, con una etichetta che pesa e che rischia di essere il proprio bigliettino da visita personale. Le consiglio una consulenza familiare, con uno psicoterapeuta sistemico. Questo per due motivi:
1. Evitare di etichettare il bambino come quello da portare da solo in terapia
2. La qualità delle relazioni e le risorse possibili sono un "affare familiare" pertanto il problema va affrontato insieme, al fine di trovare, insieme, il modo migliore di affrontare i problemi.
Infine, un professionista con questa formazione, può aiutarvi a comprendere in quale percentuale il problema sia legato alle dinamiche familiari e quanto, invece, necessiti anche di un aiuto individualizzato.
In bocca al lupo
Gentile Chiara,
le sue preoccupazioni sono comprensibili ma è veramente difficile darle dei consigli pratici attraverso questo canale. Inoltre, lei stessa ammette di "averle provate tutte", quindi è chiaro che bisogna pensare ad altro.
Sarebbe opportuno che consultasse uno psicoterapeuta familiare: attraverso un lavoro che coinvolga l'intera famiglia, sarà possibile comprendere quelle dinamiche relazionali poco funzionali che oggi non vi consentono di vivere con serenità e armonia.
Un caro saluto
Napoli
La Dott.ssa Valentina Nappo offre supporto psicologico anche online
Buonasera Chiara,
la prima cosa che mi viene da chiederle è se il suo bimbo si comporta così anche nei diversi contesti sociali (scuola, sport, a casa di amici, al parchetto) e se lo fa solo in vostra presenza o anche in presenza di altri adulti (insegnati, nonni,...). Questi elementi potrebbero essere importanti per capire se c'è un problema relazionale legato più a dinamiche interne alla famiglia che si sono create nel tempo, oppure più legato a difficoltà individuali del bambino.
E' fondamentale avere due regole in famiglia: COERENZA e COSTANZA. Sono due aspetti difficilissimi da mantenere nel tempo, ma molto importanti. Per Coerenza intendo sia accordo tra i due genitori, sia nelle azioni che ognuno di voi mette in atto. Per Costanza, intendo la capacità di mantenere lo stesso comportamento nel tempo.
Vi porto un esempio: Il bambino si rifiuta di fare i compiti e butta a terra il quaderno.
Interviene un genitore dicendo che non si fa e gli dice che non può alzarsi fin tanto che non avrà finito l'esercizio. A quel punto l'altro genitore non deve intervenire (COERENZA TRA I GENITORI). Il genitore che ha dato la punizione dopo un po' dice al bambino che deve prepararsi perchè devono uscire (AZIONE NON COERENTE).
Il giorno dopo alla stessa situazione il genitore reagisce ignorando l'azione di buttare il quaderno a terra. (COMPORTAMENTO NON COSTANTE).
Vorrei però soffermarmi su una frase che ha scritto: "questa situazione appesantisce tanto me e la mia famiglia".
Quando si arriva al punto di sentirsi esausti e non si ha più la pazienza, probabilmente è il momento di chiedere aiuto a figure professionali adeguate (psicologi, pedagogisti, educatori,...) per sè e per il proprio bambino, anche perchè si sta perdendo l'opportunità di vivere con serenità la famiglia.
Buongiorno Chiara, leggendo del comportamento di suo figlio la prima domanda che mi sorge spontanea è: suo marito o comunque il padre del bambino c'è'? Che ruolo ha in questi frangenti? Sembra una domanda scontata ma la funzione paterna, delle regole e sopratutto dei limiti è una funzione molto importante. Naturalemente può essere che in una famiglia la funzione paterna sia agita dalla madre perchè riesce a mantenere meglio la fermezza e l'autorevolezza nell'educazione dei figli. E viceversa il padre svolgere la funzione materna di accoglienza. Potrebbe essere il suo caso magari...forse dovrebbe cercare di lavorare di più su questa fermezza. Suo figlio spinge perchè sente di poter arrivare fino a lì, vi mette alla prova e riesce a vincere. Sta a lei e al padre (se possibile) mettere dei limiti che non permettano al bambino di spingersi all'uso delle mani. Cercare di contenerlo, fargli da specchio rispetto alle emozioni che sta provando in quel momento e come poterle gestire diversamente. So che è più facile a dirsi che a farsi, se dovesse avere bisogno di lavorare su questi aspetti non esiti a contattarmi. Anche perchè le strategie attuate non sono errate, forse quello che si deve sviluppare è il vostro modo di porsi, affinchè il bambino percepisca quella fermezza e quel limite sopra descritti.
Per quanto riguarda le gestione dei compiti si potrebbe pensare di rivolgersi a un servizio dopo scuola. La Casa dello Studente a Darfo Boario Terme offre a prezzi modici un servizio molto completo che riguarda sia un piano di lavoro individuale sia un contesto educativo serio e strutturato.
Buona giornata
Brescia
La Dott.ssa Valentina Rinaldi offre supporto psicologico anche online