Dopo un litigio ho iniziato a urlare e a sbattere la testa contro la porta

Sofia

Salve ho 19 anni e mi è capitato ieri sera di reagire pesantemente a un litigio con mio padre, ho iniziato a urlare e a sbattere la testa contro la porta, mio padre purtroppo mi incitava e non mi fermava e io sarei stata capace anche di ammazzarmi per la rabbia che sentivo, ringrazio di non aver avuto un coltello sotto mano. Vorrei sapere come posso controllare questa cosa per evitare di fare male a qualcuno ma soprattutto a me stessa. vorrei iniziare ad essere indifferente perché in alcuni casi è l'unica soluzione, grazie

11 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera  Sofia, 

penso che lei abbia accumulato molta rabbia nel tempo e che questo l'abbia portata a fare quell'agito verso se stessa (e anche verso suo padre se avesse potuto). Quando c'è questa rabbia incontrollata è consigliabile contattare un terapeuta ed eventualmente anche uno psichiatra che possa accompagnarla anche in un affiancamento per aiutarle a gestire l'umore e la rabbia affinchè non l'agisca in maniera irreparabile danneggiandosi personalmente. Il fatto che lei lo stia riconoscendo è un buon punto di partenza per occuparsi di e e della sua emotività. Si protegga e si prenda cura di se.

Resto a disposizone

Gentile Sofia,
innanzitutto mi spiace leggere le tue parole, dev'essere stato un momento davvero pesante per te. Poi, per rispondere alla tua domanda, ci sono diversi modi per cercare di reagire diversamente alle pressioni esterne, ai giudizi, alla rabbia, ma certo è difficile riuscire a spiegarci attraverso questo canale in quanto la situazione che hai descritto richiede una certa delicatezza che qui non può esserci. Ti consiglio caldamente di prendere contatto con un professionista della tua zona, nel frattempo potresti iniziare leggendo qualcosa sulla mindfulness ad esempio, la presenza e la respirazione potrebbero aiutarti, ma di certo non è una soluzione.

Buonasera Sofia,

Le emozioni che ha descritto  mi sembrano intense e difficili da gestire. Potrebbe  rivolgersi a una struttura come il Consultorio Familiare,oppure se preferisce  a un privato, per essere aiutata e sostenuta a riconoscere e gestire queste sue forti emozioni.                   

Ancor meglio dell'indifferenza è di grande utilità  ricorrere a strumenti che le permetteranno di reagire a questa sua attuale forma di reattività e, precisamente, a partire dal momento (a più bassa intensità e quindi reversibile)   in cui  inizia ad avvertirla/percepirla: impedendo in tale modo e semplicemente che cresca esponenzialmente. Suggerisco ipnosi e apprendimento di autoipnosi sotto la guida di un professionista del campo.

Buon lavoro

Buonasera, 

sono contenta che ci hai chiesto un consiglio per quello che hai vissuto. Sei una ragazza molto giovane e devi imparare a controllare da sola, senza il bisogno di nessuno, le eventuali manifestazioni di rabbia in cui potresti incorrere per svariati motivi. Ti consiglio di intraprendere un percorso con uno specialista che ti possa aiutare a gestire queste situazioni e i pensieri suicidari.

In bocca al lupo.

Buongiorno Sofia, 

le capita spesso di non riuscire a gestire la sua rabbia o è stato un evento dovuto ad una discussione particolarmente forte dal punto di vista emotivo? Quali sono i rapporti con suo padre? Sono conflittuali? E sua madre che ruolo ha nelle vostre discussioni e che ruolo ha avuto in quel particolare litigio? La rabbia è una emozione sana che va vissuta pienamente, ma che va gestita ed incanalata e controllata. Probabilmente lo sfogo che ha avuto con suo padre è stato così forte e intenso a causa di un accumulo emotivo avvenuto all'interno della sua storia relazionale. È importante capire quali siano le cause della sua rabbia per imparare ad gestirla. Non credo che l'indifferenza sia una buona soluzione, credo che sia importante riconoscere e vivere le proprie emozioni, ma soprattutto riconoscerle anche negli altri. Se impariamo a guardare noi in relazione con l'altro da diverse angolazioni, possiamo riconoscere sfumature nuove ed interessanti da cui partire per un cambiamento nelle modalità relazionali.

A sua disposizione 

Ciao Sofia, immagino il tuo dolore e la tua perplessità. E' difficile essere indifferente di fronte a un fatto di questo tipo che ti avrà sicuramente lasciata nello sgomento. Sicuramente non riesci a comprendere come possa una perona rimane indifferente di fronte a una reazione come la tua o, addirittura incitarla. Specie se poi si tratta del proprio genitore. Più che cercare di renderla indiffirente, bisognerebbe che piano piano si provasse ad accettare questa parte 'istintiva' che è presente in ciascuno di noi, cercandola di integrarla con il nostro modo di essere. Potrebbe esserti molto utile un piccolo percorso di sostegno psicologico, in quanto potrà aiutarti a scoprire quali sono i tuoi strumenti e le tue 'bellezze' personali che, forse, in questo periodo, ti è difficile poter vedere e prendere come punto di aggancio per stare meglio. Capisco pienamente il tuo stato personale. Ti sono vicina.

Salve Sofia,

riguardo all'episodio che lei riporta sarebbe opportuno riuscire a capire bene cosa sia successo. Quali sono stati gli evvenimenti e le parole che le hanno fatto esplodere tale rabbia e ancora cosa ha pensato in quei momenti? E' stata la prima volta che manifestava certi atteggiamenti?

se vuole indagare su questa tematica potrebbe iniziare un percorso di psicoterapia in modo da capire bene quali sono gli avvenimenti scatenanti e come potrebbe gestirli in un futuro.

io sono una psicoterapeuta cognitivo costruttivista e ricevo a Faenza in zona centro.

Spero di averle dato le indicazioni che voleva

Gentile Sofia,

non credo che l'indifferenza sia la soluzione migliore, penso che possa esserti più utile un percorso terapeutico che ti aiuti a comprendere da dove viene questa rabbia, a chi stai cercando di mandare un segnale della tua sofferenza, e che cosa puoi fare per imparare a controllarla  e trovare modalità costruttive (non più distruttive) di esprimere questo sentimento che fa comunque parte della gamma delle emozioni umane e non è, di per sè, necessariamente negativo. L'importante è riconoscerlo (già la tua richiesta di aiuto dimostra che stai facendo un primo passo in questa direzione) e trovare il modo di convertire questa tua energia in qualcosa di positivo.

Il mio consiglio è di affidarti ad un professionista o al Consultorio della tua città e farti aiutare in questo percorso.

Un grande in bocca al lupo!

Dott.ssa Monia Biondi

Dott.ssa Monia Biondi

Ravenna

La Dott.ssa Monia Biondi offre supporto psicologico anche online

Salve, ritengo sia  indispensabile una maggiore comprensione della cornice di riferimento all’interno della quale si è verificato il fatto che lei descrive. Si tratta di un episodio unico o ve ne sono stati di simili nella sua storia? Una comprensione più approfondita (per la quale le consiglio di rivolgersi ad un collega del territorio) penso sarebbe necessaria per sviluppare in futuro modalità  di gestione della conflittualità più efficaci  e produttive per la sua vita della semplice indifferenza . Cordiali saluti. 

Cara Sofia,

quella che descrivi è una vera e propria esplosione di rabbia e presumiblmente neanche la prima. Il fatto che sia avvenuta davanti a tuo padre, durante un litigio mi fa intravedere che ci sono dei conflitti piuttosto accesi con lui. Lo conferma anche il tuo sottolineare che non sei stata fermata ma incitata, come se la tua fosse una richiesta d'aiuto, un atto dimostrativo ed un bisogno di contenimento.

Rivolgiti prontamente ad un esperto della tua zona.e cerca di capire cosa accade dentro di te.

la rabbia è un'emozione primordiale e fondamentale ma dobbiamo imparare a gestirla e non a rivolgercela contro.in bocca al lupo