Buonasera. 4 mesi fa ho conosciuto il mio ragazzo, si è subito dimostrato molto sensibile e premuroso fino al giorno che l’ho trovato di pomeriggio ubriaco al bar. Ha iniziato a dirmi che non voleva che stessi li così ho detto lui che tra noi era finita. Mi ha poi ricercata, chiedendomi scusa e raccontandomi che è una persona molto insicura, che a volte cerca nell’alcol uno svago. Gli ho detto che se voleva continuare a frequentarmi doveva prendersi cura di lui e così ha iniziato un percorso di psicoterapia. Purtroppo è ricapitato che bevesse e mi mentisse a riguardo e questo ha messo a dura prova la mia fiducia. Nonostante questo ho continuato a stargli accanto perchè comprendo che il cambiamento richieda tempo. Ha iniziato a lamentarsi che vorrebbe sentirsi più apprezzato, nonostante io lo riempa di complimenti e attenzioni, gli e l’ho fatto notare e allora ha iniziato a dirmi che il problema della sua insoddisfazione è che non usciamo mai fuori, gli ho fatto notare che in realtà usciamo sempre e siamo arrivati al punto in cui neanche lui sa spiegarmi che cosa vuole. Mi ha chiesto di uscire con lui in mezzo alla gente e io l’ho fatto perché non ho alcun problema a mettermi in gioco ma lui continuava ad accusarmi di non uscire con lui. Negava l’evidenza. Mi sentivo prosciugata e stremata perché davvero non sapevo che cosa fare. Mi sembra che non sia mai contento. L’ultima lite è stata la più tosta, continua a ripetermi che io non esco con lui e ho perso la testa, l’ho preso a schiaffi e pugni. Mi sento morire perché sento di non essere in grado di stargli accanto e non voglio che riaccada di perdere il controllo così. Non giustifico la violenza in alcun modo e detesto essere stata io a farne.