Non so come affrontare le discussioni senza alzare la voce

Paola

Salve, ho 30 anni e convivo da due. Io ho un carattere abbastanza brutto ( cosi dicono, e sicuramente è cosi ) basta un niente per offendermi a volte, e quando litigo con qualcuno tendo ad alzare la voce. Già con mia madre quando litigavamo lei alzava subito la voce con me e a me veniva da alzarla con lei. Quando litigo col mio compagno, una volta, per farmi abbassare il tono di voce ( ero nervosa e non riuscivo davvero a calmarmi ) mi ha dato due ceffoni molto forti, dicendomi che era l'unico modo per farmi calmare e che l'avevo portato io a questo punto, che non l'aveva mai fatto con nessuna. Qualche giorno fa, giocando tutti e due ( non ricordo bene come siamo partiti perche sono ancora un po confusa e non riesco a ricordare il fattore scatenante) , io gli volevo dare uno schiaffettino in faccia e erroneamente l'ho colpito proprio negli occhiali e ovviamente gli ha fatto male. Giustamente lui si è arrabbiato e poi mi ha mollato un ceffone abbastanza forte al che in tutta risposta gli ho urlato di non alzarmi le mani più, che era gia la seconda volta che succedeva , che comunque in quel contesto li ovviamente non l'ho fatto a posta di colpire gli occhiali , e alla fine mi sono arrabbiata talmente tanto che gli ho reso il colpo (questa volta di proposito) vicino alla spalla. Gli ho urlato che me ne sarei andata ( non l'ho fatto perche lui mi ha detto che se me ne fossi andata non avrei più rimesso piede in casa sua ) e che con lui mi sentivo umiliata. Anche con altri ragazzi che ho avuto si scherzava andando alle mani e si litigava anche con toni alti . Lui mi dice che quando devo urlare di dirglielo cosi “ non lo faccio vergognare “ con tutto il palazzo (ma da quello che sento qui tutti litigano ) e che lui non ha bisogno di una “pescivendola“ come me , e che sono “guasta“ ....Poi lui ( forse anche giustamente ) non mi vuole sposare e questo mi fa davvero molta tristezza e mi umilia insomma,lui ( io non l ho mai tradito) non si fida di me e non vuole affrontare spese legali per un eventuale divorzio sto iniziando a chiedermi se il problema sono solo io e il mio carattere che riesco a portare il mio compagno a darmi ceffoni o qualche problema ce l'ha anche lui. Quel che è certo è che questa cosa qui sta iniziando a pesarmi e io non ho più fantasia di pensare a un futuro a due con lui . E quel che è certo è che non so a volte davvero come affrontare le discussioni senza alzare la voce. Nn riesco proprio a controllarmi e urlo . Grazie

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Paola,

quelli che lei descrive sembrano atteggiamenti di rabbia molto forte, sia da parte sua che da parte del suo compagno. Il fatto che lei si chieda se è solo lei la "causa" di queste discussioni o se siate entrambi, è legittimo. Proprio su questo mi sento di dirle che quando si sta in coppia, che si stia bene o che si abbia una discussione, la responsabilità è sempre del 50 e 50. 

Di fronte ad atteggiamenti di questo tipo è chiaro (e sano) che lei si trovi in un momento di forte dubbio e perplessità poichè ha cominciato a percepire un comportamento inadeguato dello stare in coppia. 

Detto questo la invito ad osservare anche un altro elemento fondamentale. La ripetitività nello stile caratteriale aggressivo che il suo compagno e quelli precedenti hanno in comune. Questo può farla riflettere su come lei cerchi nella sua vita modelli maschili svalutanti e aggressivi.  L'umiliazione, l'etichetta dell'essere definita "pescivendola" e la vergogna sono tutte svalutazioni legate alla sua persona.

Senza fare il gioco all'accusa dell'altro, perchè così non è, prima di sposarsi o costruire qualcosa si fermi su questo aspetto chiedendosi per quale motivo cerca modelli maschili di questo tipo.

Sul suo alzare costantemente la voce è possibile che ci sia l'influenza di un modello materno che durante una discussione sentiva il bisogno di alzare la voce. Nella relazione di insieme poi "giocavate" a chi si fa sentire di più o a chi sottomette più l'altro,

Tutto questo può essere da stimolo per iniziare un percorso con qualcuno che possa aiutarla a gestire questo tono di voce (la rabbia) e a lavorare sul modello maschile che lei cerca (svalutante).

Resto a disposizione

Un problema senz'altro è il controllo della aggressività soprattutto nel momento del conflitto che naturalmente implica toni accesi e se il modello familiare è quello della prevaricazione sarà quello il modello preferibile. Occorre lavorare sul piano psicologico e comportamentale per modificare questi schemi. L'altro problema riguarda il partner,nessuna giustificazione alla violenza fisica! Il terzo problema è di coppia, e serve capire onestamente se siete fatti per stare insieme,se esiste un progetto comune,o se il rapporto si basa proprio sul vostro frustrante meccanismo di incastro . Consulenza di coppia può servire. Auguri

Salve Paola, 

Da quello che scrivi sembra che, in qualche modo, ti abbiano convinta di essere sbagliata. 

Chiaramente mi posso affidare soltanto a quello che scrivi, ma nella mia esperienza non c'è nessuno "sbagliato" a prescindere. Devi sapere che nei rapporti interpersonali la responsabilità della relazione non è mai al 100% di una sola persona, ma è sempre condivisa, è il prodotto delle interazioni tra le due persone. 

Devo dire che personalmente apprezzo più una persona come te che si fa delle domande, che si mette in discussione, piuttosto che una persona con le idee troppo chiare. 

Passando oltre, quello che secondo me è il centro della questione, è che tu ti sei creata una credenza: sono sbagliata. Le credenze sono un meccanismo particolare della nostra mente e hanno una caratteristica molto curiosa: diventano vere se la persona si comporta come se lo fossero. 

Mi spiego: se tu ogni giorno agisci "come se" tu fossi nel torto e gli altri nel giusto, le tue azioni andranno a confermare questa credenza rendendola vera. Tutto ciò che è creduto esiste, quindi se tu affronti le giornate pensando di essere sbagliata, immagino che non avrai una grande autostima, avrai spesso paura di sbagliare, magari chiederai rassicurazioni o starai molto sulla difensiva. In questo modo diventerai proprio una persona "con un carattere abbastanza brutto". 

Leggendo ciò che scrivi mi viene invece in mente una persona che si chiede come migliorare, che cerca di capire se stessa e che giustamente si difende e protesta se gli arrivano due ceffoni. E non i sembra una persona così "sbagliata". 

L'unica idea che mi permetto di suggerirti in questa sede, è di provare a farti rispettare prima di arrivare al litigio, prima di essere messa con le spalle al muro. Perchè quando si litiga si alza la voce, è comprensibile. Ma tra il tacere e il litigare ci sono varie sfumature, per esempio il dare voce alle prorie idee, necessità, arrabbiature, con fermezza e fiducia nel fatto che un pò di ragione ce l'hai anche tu. 

Mi dispiace non poter fare di più in questo contesto, spero in qualche modo di averti dato qualche spunto. 

Saluti

Gentile Paola, da come descrive le cose appare evidente che ha imparato ad urlare imitando sua madre in parte, in parte è un modo per sfogare frustrazione e rabbia. Potrei osare nel dire che forse anche la provocazione nei confronti dell' altro è un modo per sfogare la frustrazione? Quanto tira la corda prima che arrivi lo schiaffo? Con questo non dico che sia colpa sua perchè le relazioni sono fondate su di una coppia di persone che spesso si attraggono anche a causa dei rispettivi problemi. Da quanto racconta emerge un quadro di scarsa comunicazione, che provoca emozioni negative e gesti impulsivi e poco utili. Ciò che le consiglio è un percorso di psicoterapia che le insegni a comunicare e ad esprimere le sue emozioni in maniera costruttiva. La relazione in questo caso finisce in secondo piano, perchè la cos veramente importante è ripartire da se stessa che a differenza del suo ragazzo, è qui a chiedere aiuto.

Cari Saluti