L’autostima può essere banalmente definita come un senso soggettivo e persistente di auto approvazione. Chi ha autostima alta, crede nelle proprie risorse e sente di poter affrontare le più disparate situazioni della vita, agisce incidendo sulla propria esistenza, crea relazioni soddisfacenti e costruttive. In sintesi, si sente bene ed in pratica la sensazione di benessere facilita un risultato positivo: si attiva un circolo virtuoso. Contrariamente, chi ha un livello basso di autostima, è portato a sentire di non farcela, ad aspettare costantemente il momento giusto, a sentirsi a disagio, annoiato, ridicolo o brutto. Spesso si vive uno stato di insoddisfazione generale ed è difficile individuare esattamente cosa non va. Queste sensazioni incidono negativamente sui risultati e si innesca un circolo vizioso.
L’autostima è fondamentale per il benessere ed uno scarso sviluppo è presente in tantissime condizioni di disagio psicologico, come ansia, insicurezza, dipendenze o problemi alimentari. Ha una struttura complessa, nella quale agiscono fattori psicologici, ambientali, passati e presenti, sociali ed individuali. Studi recenti individuano l’esistenza di un'autostima globale composta di tante piccole “autostime” contestuali, ciascuna riferita ad uno specifico “ambiente” di vita (es. famiglia, corpo, scuola, sport, relazioni sociali..).
L’autostima si basa su 4 pilastri:
Consapevolezza di se. Si forma nei primi anni di vita, attraverso il riconoscimento empatico dei propri bisogni da parte dei genitori, che ci insegnano a sentire e dar valore alle nostre emozioni e bisogni. Da piccoli succede spesso che abbiamo paura del rifiuto e questo ci spinge a manifestare ed esprimere qualcosa di incongruente rispetto a ciò che siamo. In quel momento rinforziamo una convinzione deleteria per la nostra autostima: per essere accettato devo essere diverso da quello che sono.
Riconoscimento dei propri bisogni. Riconoscere le emozioni ed accettarle, ci consente di capire quali siano i nostri bisogni. Ogni nostra azione parte da un bisogno. Non c’è colpa nel provare cose spiacevoli, sono emozioni naturali. È importante prendersi cura di sé, nella misura in cui siamo le persone più importanti della nostra vita. E’ banale, ma allo stesso tempo, mai verità fu più vera.
Responsabilità personale. La bassa autostima porta a non fidarsi di noi stessi e ad affrontare la vita con indecisione. Questo è il senso di scarsa efficacia. Diventa faticoso prendersi la responsabilità dei fallimenti ed il rischio è che questi vengano attribuiti alle circostanze. Se la responsabilità è esterna non si hanno margini di crescita. Assumersi la responsabilità della propria vita è alla base del cambiamento e quindi della ricerca attiva di una vita più soddisfacente. Responsabilità vuol dire anche riconoscere gli errori e questo risulta difficile per chi non ha sufficiente autostima e per chi vive questo, come la conferma del proprio scarso valore.
Il senso di colpa è un’altra caratteristica delle persone con bassa autostima. Spesso proviene dalla loro abitudine a farsi carico della colpa di qualcun altro, per evitare il conflitto o dover affrontare la rabbia.
Autovalutazione positiva. È fondamentale sapersi valutare nel modo giusto, per affrontare la vita secondo le proprie possibilità ed evitare le frustrazioni. Chi ha bassa autostima desidera ricevere feedback positivi dall’ambiente, ma è portato ad assorbire quelli negativi, perchè coerenti con la propria autovalutazione. Ciascuno di noi ha una voce interna che valuta e giudica. Questa viene definita “genitore interno” proprio perché proviene dai valori e dalle regole, esplicite o implicite, provenienti dai nostri genitori, che con il passare del tempo facciamo nostre. Le nostre critiche funzionano attraverso i “devo”, sistema di valori con i quali stabiliamo ciò che è giusto o sbagliato per noi. E’ importante saperli riconoscere per valutare quelli che ci rispecchiano e quelli che invece sono incongruenti con il nostro modo di essere. I valori autentici sono flessibili, lasciano spazio alle eccezioni, sono elaborati e rispecchiano i nostri bisogni.
Come far nascere una buona autostima:
La fiducia di base si struttura fin dalle prime fasi dell’esistenza. I genitori (la mamma in particolar modo) rispondono ai bisogni del bambino ed alle richieste. Questo fa si che il bambino si senta riconosciuto e sperimenti un sentimento di autoefficacia. Il genitore che ci sorride ci fa sentire apprezzabili, il loro tocco ci fa sentire sicuri, le risposte ai nostri bisogni ci fanno sentire importanti. I nostri genitori sono il nostro specchio. Ci offrono un modello, attraverso il quale impariamo ad affrontare la vita. Sia i genitori, che proteggono i propri figli da qualunque frustrazione o delusione, sia quelli che ignorano e trascurano i bambini, contribuiscono alla genesi di una scarsa autostima dei figli. Uno stile adeguato allo sviluppo sano dell’autostima, si basa sull’accettazione dei figli, l’espressione di aspettative adeguate e l’insegnamento di una corretta autonomia. Non c’è niente di più importante, per i bambini, del sentirsi amati ed accettati in quanto tali. Una visione realistica delle capacità dei propri figli, consente loro di averne consapevolezza e possibilità di svilupparle. È importante il rinforzo verbale e comportamentale. E’ importante che i rimproveri siano equilibrati alle lodi. Oltre a questo, è importante che i bambini sperimentino successi e si sentano bravi. È importante dunque che i genitori abbiano e manifestino aspettative adeguate, non adultizzando i figli e non chiedendogli più o meno implicitamente di essere il figlio “ideale”. Compito fondamentale, quanto a volte ingrato dei genitori, è arrivare a rendere i figli autonomi. Questo lo si fa attraverso un corretto pieno di affetto, che consente loro di potersi staccare, sentendosi in grado di assumersi le proprie responsabilità, rispetto all’individuo che sono diventati. Un rischio molto frequente è quello di passare ai figli il messaggio che non vogliamo che crescano. La conseguenza è che non cresceranno per non farci stare male.
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