Per comprendere cosa si intende con il termine "autostima" bisogna per prima cosa differenziarlo dal "concetto di sé", che riguarda la costellazione di elementi a cui una persona fa riferimento per descrivere se stessa. L' autostima, invece, è una valutazione circa le informazionicontenute nel concetto di sé e deriva dai sentimenti che il bambino, e successivamente l'adulto che diventerà, ha nei confronti di se stesso in senso globale.
L'autostima di un individuo pertanto si basa sulla combinazione di informazioni oggettive riguardo a se stesso e della valutazione soggettiva di quelle informazioni. Ad es., una persona che attribuisce un grande valore alle capacità sportive, in particolare nel gioco del calcio, avrà una buona stima di sé se è un bravo calciatore; se invece si rivelasse un calciatore scarso o mediocre, la sua autostima ne risentirebbe.
Possiamo definire il concetto di autostima anche in relazione a quelli di Sé percepito e Sè ideale. Il Sé percepito è assimilabile al concetto di sé, cioè ad una visione oggettiva di quali abilità , caratteristiche e qualità sono assenti o presenti in una persona. Il Sè ideale, invece, è l'immagine della persona che ci piacerebbe essere, come desiderio convinto di possedere determinate qualità (e non in senso banale e semplicistico, legato a mode e luoghi comuni, quali ad es. "Vorrei essere ricco e famoso").
Da ciò si può ben comprendere come la discrepanza fra Sé percepito e Sé ideale possa portare all'insorgenza di problemi di autostima.
Un'alta autostima è legata ad una visione "sana" di sé: valutare se stessi in maniera positiva e sentirsi bene in virtù dei propri punti di forza e, al tempo stesso, avere consapevolezza dei propri difetti ma non essere ipercritici nel considerarli. Essere soddisfatti di se stessi non significa non desiderare di essere diversi o voler modificare qualche aspetto del proprio essere: una persona che ha fiducia in se stessa è in grado di impegnarsi per migliorare e superare le proprie debolezze ma anche di "perdonarsi" se non riesce a raggiungere qualche obiettivo.
Ci sono persone con bassa autostima che in pubblico mostrano un atteggiamento di fiducia in se stesse palesemente falso e costruito nel tentatvo di dimostrare, a se stesse e agli altri, di essere all' "altezza"; altre, invece, preferiscono ritirarsi dalle interazioni sociali perché convinte che prima o poi verrebbero rifiutate. Un individuo con bassa autostima, in generale, è convinto di non avere capacità adeguate alle situazioni che si trova ad affrontare e che ci sia poco in lui di cui essere orgoglioso o soddisfatto.
Dato che il concetto di sé è articolato in varie componenti che sono correlate agli aspetti della nostra vita che riteniamo importanti per noi, una bassa autostima può essere poco dannosa se influisce negativamente solo su poche parti del Sé. Per esempio, se una persona esprime valutazioni di sé nelle aree lavorativa, sportiva e affettiva, la sua autostima globale dipenderà dall'importanza che egli attribuisce a ciascuna delle aree menzionate; pertanto, se conferisce valore alle aree in cui è bravo, la sua autostima globale sarà positiva, mentre una svalutazione in quelle stesse aree darà esito a sentimenti negativi verso la propria persona nel suo complesso.
In sintesi, l'autostima di un individuo si può dedurre dall'entità del divario tra il concetto di sé o Sé percepito (una visione oggettiva del Sé) ed il Sé ideale (ciò a cui si dà valore o a cui si vorrebbe assomigliare): un divario grande sfocia in una bassa autostima mentre un divario piccolo in genere è indice di un'autostima alta.
L'autostima è un aspetto molto importante del benessere generale e della salute mentale di una persona fin dall'infanzia; una bassa autostima può essere associata a diverse problematiche psicologiche ed avere pesanti influenze sulla qualità della vita e sulle possibilità di realizzazione personale nei vari ambiti dell'esistenza.
Sono possibili diverse modalità di intervento, applicabili sia nell'infanzia che in età adulta, per modificare l'autostima di un individuo. Una strategia può essere quella di focalizzarsi su di un particolare ambito problematico ed analizzare il divario tra Sé percepito e Sé ideale. Per diminuire questo divario si può operare in due modalità diverse: aiutare la persona a cambiare il proprio Sé ideale, orientandolo su obiettivi più "ragionevoli" e realistici, perciò più facili da raggiungere oppure aiutandola a modificare il proprio Sé percepito, in modo che possa vedersi sotto una luce più positiva e non più stravolta da quelle distorsioni, pregiudizi e idee preconcette (frutto di apprendimenti e retaggi culturali familiari e sociali di cui siamo per nulla o solo in parte consapevoli) che spesso influenzano la nostra visione di noi stessi.
Infine, è anche possibile insegnare alla persona (bambino o adulto) quelle abilità che migliorerebbero la sua performance in un particolare ambito.
Rif. "Migliorare l'autostima" di A. Pope, S. McHale, E. Craighead, 1988.
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