Come farsi rispettare dagli altri? Come rispettare se stessi? IMPARARE A NON DIRE SEMPRE SÌ E AUMENTARE L’AUTOSTIMA PERSONALE!

Per alcune persone non è facile riuscire ad esprime la propria opinione o far valere un pensiero o esternare l’emozione che si sta provando.

La maggioranza delle persone tenderanno a chiedersi come questo sia possibile ma per chi ha un certo tipo di carattere, per chi ha poca autostima, o per chi ha vissuto un abbandono importante nel suo passato risulta non propriamente automatico esprimere la propria parte interiore.

Cosa si prova a livello mentale/cognitivo, corporeo e comportamentale?

A livello mentale e cognitivo: blocco dei pensieri, paura del giudizio altrui o di deludere, senso di colpa, confusione, non riuscire a “creare” una frase di senso compiuto, percezione di inferiorità personale, desiderio di accettazione o di integrazione, difficoltà nel valutare e riconoscere i propri bisogni, considerare i ragionamenti o i consigli altrui “giusti” o “più” importanti, non ascoltare il “richiamo” ed i “segnali” corporei,...

Questi pensieri possono col tempo portare all’insorgenza di rabbia, frustrazione o bisogno di “cambiamento” improvviso.

A livello corporeo, invece, si possono osservare e/o percepire: rossore, tremore,  emicrania, tensione muscolare, affanno, tosse nervosa, percezione di freddo o di caldo, reazioni psicosomatiche come senso di oppressione al petto, nausea, ecc.

Alcuni comportamenti caratteristici possono essere: dare più importanza all’altro e mettere se stessi in secondo piano, farsi “carico” dei problemi altrui, non riuscire a relazionarsi con gli altri se non a voce “bassa o tremolante”, ecc.

Può essere molto importante rivolgersi  alcune domande:Mi arrabbio?”, “La reazione che suscita, il superamento di un mio limite, la riverso su di me o su chi ho di fronte?”, “Chi supera con maggior frequenza la mia zona di confort: donne, uomini, colleghi, chi ha visioni diverse, chi mostra un tono di voce deciso, ecc.?”, “La reazione è di blocco personale, fisico e/o emotivo?”, “La reazione quando inizio a percepirla: durante il momento di “disagio”, appena “vedo” arrivare la “x” persona, subito dopo?”, ecc.

Se vi sembra di riconoscervi in questa descrizione forse è arrivato il momento di fare dei passi verso voi stessi, si potrebbe imparare ad ascoltarsi di più ed a mettere dei confini tra voi e l’ambiente esterno. 

Non si deve dire sempre sì o sempre e solo no, è bene trovare il giusto equilibrio tra sè e gli altri, verso gli altri e verso se stessi.

Quando si prendono delle decisioni è importante che non solo le idee, i pensieri e la conoscenza siano chiare e certe, ma anche la determinazione e la forza personale devono essere ben definite. In questo contesto, seppure si stia parlando di limiti, essi non vanno necessariamente a “togliere” o a circoscrivere in modo chiuso le relazioni o se stessi ma anzi fanno aprire al mondo interno ed esterno, creano libertà e fanno “avvicinare” in una modalità completa la persona e gli altri conspecifici. 

Come avvicinarsi a se stessi e agli altri?

  1.  Un aspetto fondamentale da cui partire, come già detto, è la conoscenza di se stessi.
  2. Riuscire ad “ascoltare” non solo i propri pensieri, prestando loro attenzione, ma anche i vari segnali corporei ed emotivi.
  3. Definire un proprio obiettivo chiaro e preciso. Il consiglio è di partire da un obbiettivo non troppo semplice né troppo difficile.
  4. Legato al punto 3, è importante visualizzare anche i propri limiti nella tensione del raggiungimento dell’obbiettivo prefissato, le difficoltà ad esso associate ma anche le strategie da mettere in pratica per raggiungerlo. Una volta arrivati al traguardo si fissa un nuovo obiettivo.
  5. Non è da sottovalutare anche la propria capacità nel riconoscimento di un obiettivo raggiunto o in riferimento alle proprie capacità personali. Può capitare, talvolta, che la persona in realtà reagisca in “modo troppo” negativo. Questo può capitare non perché, o non solo perché, l’individuo con cui si sta interloquendo ha superato la zona di confort ma magari perché non si riesce ad esprimere una propria opinione (per molteplici motivi) o non si riesce a vedere e riconoscere i propri successi e quindi non ci si sofferma sul momento presente e sull’obiettivo, in realtà, magari, raggiunto.
  6. Una tecnica che si potrebbe mettere in pratica è soffermarsi quotidianamente su come reagisce il proprio corpo a determinati eventi, quali emozioni o pensieri lo accompagnano, e cercare di non focalizzarsi in modo giudicante verso se stessi ma in una modalità curiosa, affettuosa e di apertura.
  7. Avete mai provato a prestare attenzione anche al vostro corpo? Precisamente alla postura che assumete quando parlate in pubblico o con una persona che vi “mette soggezione”? Questo è un altro punto fondamentale su cui porre attenzione ed eventualmente migliorare. È importante riuscire a non mettere le mani in tasca, tenere la schiena dritta, regolare e capire “come si sta” servendosi del proprio respiro, cercare di modulare il tono di voce, non agitarsi, ecc.
  8. Una volta che si è valutato e creata la base per se stessi bisogna iniziare ad avvicinarsi agli altri. Delle domande che ci si potrebbe porre sono: “Come reagisco quando sono gli altri a mettermi dei limiti?”, “Come ci si può avvicinare a quella determinata persona?”, “Cosa mi crea disagio/paura...?”, “Se è presente un “dissenso” vi allontanate da quella persona o cercate di mantenere i contatti stando più ritirati o diventa un vostro avversario?”, ecc. Ora l’attenzione si pone sugli altri e sull’ambiente esterno.

Se si è riusciti ad avviare e ottenere un giusto adattamento e avvicinamento a se stessi e all’altro pian piano si potrà osservare anche in un contatto diretto, una “nuova” forza personale e una diversa interazione. Si vive un cambiamento profondo.

Non ci si deve mai scoraggiare: ci saranno obiettivi più semplici da raggiungere, traguardi che sembrerà di aver conquistato, ma solo col tempo si capirà che sono da ”rivalutare” e momenti in cui ci si sentirà sicuri e fieri di se stessi.

Non ci si deve mai abbattere: 

  • Capiterà, magari, di dover “cambiare” il cammino intrapreso,
  • Potrà accadere di doversi soffermare maggiormente su un punto piuttosto che su un altro,
  • Altre volte, ci si accorgerà che si deve “tornare indietro” ma l’aspetto fondamentale è non perdere mai le speranze, continuare e cercare costantemente di conoscersi e di accrescere i propri punti di forza piano piano;
  • Quando, però, non si riesce ad osservare o mettere in atto alcuni degli aspetti sopra descritti può essere utile chiedere aiuto ad un professionista per riappropriarsi dei propri spazi o delle risorse personali.

Questi punti possono essere di aiuto per arrivare a delimitare la propria area di confort e riuscire ad esprimere i propri pensieri, le emozioni ed i sentimenti senza paura e/o in una modalità di maggiore apertura. 

Le tecniche con cui ottenere i propri successi personali sono molteplici e talvolta basate anche sulla persona (chi preferisce prestare attenzione al respiro, chi per soffermarsi sul momento presente preferisce il tapping (tocco) corporeo magari su una mano o sul braccio, ecc.); qui ne sono riportate solo alcune.

Bibliografia:

Daniele Novara, “Urlare non serve a nulla: Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita”; 2014. Bur Biblioteca Univ. Rizzoli.

Daniele Novara, “Meglio dirsele: Imparare a litigare bene per una vita di coppia felice”; 2015. Bur Biblioteca Univ. Rizzoli.

Rolf Sellin, “Le persone sensibili sanno dire no: Affrontare le esigenze degli altri senza dimenticare se stessi”; 2015. Feltrinelli.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Riceve: Torino, Collegno e online

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