Il rapporto con noi stessi è da sempre complesso: la tendenza è non accontentarsi mai, pretendere sempre di più come per dare prova del nostro valore. Tale atteggiamento spesso può trasformarsi in una vera propria ansia da prestazione, verso di noi e gli altri, con conseguenze che impatteranno negativamente sulla vita.
Il web ormai è saturo di chi dispensa consigli e indicazioni su come affrontare nuove sfide, tracciare obbiettivi, realizzare aspettative, ed elevare l’aspetto della prestazione nel chiedere sempre di più a Sé stessi. Niente di male ovviamente, una sano desiderio di migliorare le aree principali della propria vita come il lavoro, gli affetti, sport, etc è certamente segno di sano equilibrio volto al benessere psicofisico.
Ma è evidente che stiamo vivendo un periodo storico/sociale dove sembra che il concetto di prestazione e obbiettivi da raggiungere e migliorare sia l’unica via per dare un senso alla nostra esistenza. Allora forse sarebbe meglio ricalibrare le nostre aspettative in un ‘ottica più umana, soggettiva, ritrovando una sintonia con Noi stessi attraverso valori essenziali accettando in primo luogo la nostra natura, ciò che sentiamo di essere.
E quindi cosa chiedere a Sé stessi? Niente, esatto, niente. Sembrerà strano ma il niente in questa accezione ha un significato profondo.
Ripartiamo apprezzando quello che abbiamo, ciò che siamo, i nostri pregi e difetti; fermiamoci ad osservare con occhi più profondi ciò che il vortice della frenesia ci impedisce di cogliere in noi stessi e negli altri. Smettiamola (almeno per un po’) con la presunzione di voler sempre cambiare le cose, e di credere che è quello che ci manca per renderci felici.
Riportiamo le aspettative ad una dimensione umana, e forse la nostra “ansia da prestazione”, da competizione e di confronto con gli altri sparirà e ci sorprenderemo nell’essere più sereni, meno nevrotici.
Affrontiamo e viviamo il presente, nella sua unicità e irripetibilità, ringraziamo “chi vogliamo” per esserci accanto o esserci stato, e per quello che il futuro ci darà.
Promuoviamo dimensioni virtuose della vita come l’ ascolto, la generosità, la gentilezza, il sorriso, l’amicizia, l’amore prima in noi stessi senza aspettare per forza qualcosa in cambio.
Si badi bene, non si tratta di filosofia spiccia: la realtà per molte persone è fatta di sofferenza, problemi di salute, difficoltà economiche e lavorative, ma in qualche modo e da qualche parte bisogna ripartire: la nostra vita, i nostri progetti devono ricominciare da noi stessi per come siamo, niente di più, apprezzando il valore delle piccole cose, perché un giorno capiremo che quelle erano le cose importanti”.
Dott. Francesco Fisichella Psicologo Psicoterapeuta Legnano
“enjoy the little things one day youll look back realize they were the big things"
Apprezza le piccole cose perché un giorno guardandoti indietro capirai che quelle erano le cose importanti!
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