Se abbiamo paura di rifiutare le richieste altrui la nostra vita può complicarsi alquanto, ci ritroviamo a fare cose, che non vogliamo, in genere frustrati ed arrabbiati con noi stessi e/o con l’esterno. Questo articolo può aiutare chi teme di dire dei NO per non compromettere le relazioni di vario genere: amicali, sentimentali, familiari, lavorative.
Innanzitutto i contesti di vita ci portano naturalmente a porre dei confini e a declinare domande e richieste, in alcune situazioni i NO vanno motivati, in particolare nei rapporti continuativi, dove ha senso preservare una buona relazione, in altre oltre ad essere una perdita di tempo diventa anche superfluo: Es. al telefono di fronte ad una proposta commerciale, che non interessi, di un call center; quando un estraneo, che non ci aggrada, ci corteggia invitandoci ad uscire o chiedendoci il numero di telefono o che ci pone domande indiscrete.
Per chi ha difficoltà a rifiutare lo è soprattutto davanti alle richieste di persone con cui si ha relazioni strette e/o gerarchiche, paventando gravi conseguenze per sé, paradossalmente il circolo vizioso che si innesca assecondando l’altro può essere pericoloso sul lungo periodo per le buone relazioni con l’altro: aumentando le pretese ed attese esterne verso di noi e nel contempo il nostro risentimento di subire, mettendoci a rischio di esplosioni emotive improvvise, che appaiono poi immotivate ed eccessive all’interlocutore.
L’origine del comportamento di chi compiace l’altro è la bassa autostima, che spinge a prodigarsi e a non contraddire l’esterno, come se fossimo dei debitori nei legami e dovessimo impegnarci a meritare l’attenzione, la considerazione, l’amicizia, l’amore. Innanzitutto occorre lavorare su questo aspetto, sul valore personale, accompagnati da uno psicologo psicoterapeuta prima di passare a sperimentare gradualmente comportamenti assertivi (esprimere chiaramente la propria volontà rispettando l’altro), tra cui dire liberamente dei NO. In alcuni casi si ha difficoltà ad individuare i propri bisogni, gusti ed obiettivi, essendo abituati a conformarsi all’esterno, allora diventa fondamentale scoprire chi siamo, cosa ci piace e cosa non ci piace, cosa vogliamo e cosa non vogliamo.
Quando a piccoli passi iniziamo a dire dei no e a motivarli chiaramente, scopriamo che aumentano parallelamente la sicurezza in noi stessi e il riconoscimento da parte dell’esterno. Diventa un meccanismo virtuoso dove il manifestare il proprio pensiero/sentire si collega al rispetto dell’interlocutore. La nostra esperienza ci insegna che i SI forzati, che poi diventano dei NO, con motivazioni non autentiche provoca reazioni negative nell’altro che si sente ingannato o preso in giro.
Per concludere “C'è chi dice no” e conserva relazioni esterne positive e si sente in pace con se stesso, importante è iniziare a dire NO senza aggredire ed offendere l’interlocutore.
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