L' AUTOSTIMA

Nel lavoro clinico incontro spesso persone che presentano una scarsa autostima, donne e ragazze soprattutto, che lamentano grosse difficoltà a riconoscere in sé capacità, competenze, abilità, sia in merito alle relazioni sociali, che in altri ambiti operativi. Autostima è un termine che ricorre con frequenza e proprio questa ridondanza ne rivela l'importanza e la centralità. "Considerazione che un individuo ha di sé stesso" è una definizione concisa che racchiude più significati ed è un meccanismo interno, o, meglio, un processo che si svolge nel tempo, partendo dai primi anni di vita. Stimare una persona significa averne una buona opinione, considerarla "in gamba", con qualità personali positive, onesta, disponibile, capace, affidabile. Stimare sé stessi diventa più complicato perché la conoscenza di sé, che sia minimamente realistica, presuppone capacità riflessive, una buona lucidità, un'aderenza alla realtà ed una posizione che rifugga sia dalla sopravvalutazione narcisistica che dalla sottovalutazione depressiva. L'atteggiamento mentale di fondo dev'essere benevolo, nel senso di perdonarsi ed accettare sbagli e limiti, nella direzione di un loro possibile superamento, invece di far prevalere il giudice interno inflessibile che giudica e condanna. Arrivati ad un buon grado di conoscenza realistica di sé, che è la consapevolezza, si arriva, per così dire, alla stima di sé, cioè alla convinzione di avere sufficienti capacità per affrontare le situazioni che si incontrano nella vita. La costruzione dell'autostima non avviene nel chiuso del proprio sé, ma è al contrario un continuo scambio fra sé e l'altro, fra sé e gli altri, che hanno un grosso peso nella definizione di noi stessi, sia in senso costruttivo che distruttivo. Sono i genitori che iniziano a costruire l'idea che il figlio ha un valore e gliela trasmettono attraverso il riconoscimento vero e la fiducia. Questo senso del valore di sé verrà gradualmente recepito dal bambino che cresce, che lo fa suo e che costituirà una base solida per il futuro. Come sempre nelle faccende umane è importante rifuggire da posizioni estreme: come sono sbagliati gli atteggiamenti educativi rigidi e troppo critici, che minano la nascente sicurezza di sé nell'essere che cresce, così sono estremamente sbagliati gli atteggiamenti di eccessiva attribuzione di valore e di capacità, di iperprotezione che andranno a dopare il bambino ed il ragazzo, che scivolerà in un vuoto narcisismo, convinto di valere più degli altri, che non considera, o invece una volta scoperta la falsità o l'esagerazione dovrà faticosamente ricostruire un'identità più vera. L'essere umano deve possedere una propria autostima commisurata all'età e consolidarla nonostante i periodi di crisi che inevitabilmente si presentano nella vita.

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