Salve a tutti.
Sono una ragazza di quasi 25 anni con delle grosse "paralisi" emotive che mi impediscono di spiccare il volo.
Per "paralisi" emotive intendo una perenne sensazione di non essere all'altezza delle situazioni che mi si presentano ogni giorno (per esempio al lavoro), una bassa autostima e una tendenza quasi connaturata ad autodenigrarmi. Non so se l'educazione (o la mancanza di essa) ricevuta in famiglia abbia influito su questo mio atteggiamento. In casa, durante il periodo scolastico, sono sempre stata esonerata dalle faccende domestiche, perché, in questo modo, i miei genitori credevano di rendere il mio studio più profittevole. In realtà, questa mancanza di preparazione "pratica" mi ha portato a sviluppare un profondo divario tra le mie abilità in ambito prettamente scolastico, con le quali non ho - a parte un 100 e lode all'esame di maturità - ricevuto alcun riscontro, e quelle reali, che invece mi occorrono nella vita di tutti i giorni, e, non avendole acquisite, mi sento costantemente impreparata a tutto. Ovviamente, più che colpevolizzare i miei genitori per non avermi dovutamente addestrata, come potrete capire, sono profondamente arrabbiata con me stessa per aver accettato passivamente la loro decisione e per essermi crogiolata nella campana di vetro in cui sono cresciuta, lontana dai "pericoli" e dalle "meschinità" della vita quotidiana. Sono comunque consapevole che, per quanti rimorsi possa avere, ormai, purtroppo, il danno è fatto. Ciò che mi interessa sapere è piuttosto come posso venirne a capo, cioè come posso superare la sensazione di essere un fallimento, che mi accompagna praticamente da quando ho dovuto fare i conti con la vita reale (dopo la maturità). Per quanto riguarda il lavoro, sono sul filo del rasoio: per quanto mi impegni, non riesco mai a soddisfare le aspettative del mio capo. Mi sembra di dare il massimo, ma non è mai abbastanza, e, confrontando ciò che faccio io con altri colleghi più giovani, mi rendo conto che in effetti sono davvero lontana dall'essere una brava impiegata. Non prendo mai iniziative per paura di sbagliare, commetto spesso sempre gli stessi errori, quindi non ricevo fiducia da parte dei superiori, e di riflesso non faccio mai progressi. Resto incastrata nel limbo dell'impreparazione e del fallimento.
Ho bisogno di un aiuto per venir fuori da tutto questo. Non so a chi rivolgermi. So che potrei fare di più, ma allo stesso tempo mi sento inetta, oserei dire "stupida". Vorrei sapere se ci sono esperienze simili con un lieto fine, e se sì, come è possibile.
Grazie a chiunque risponderà.
Gentile Valerie,
le consiglio di valutare un percorso di psicoterapia individuale dove:
- Potersi rimettere in gioco;
- Ri-osservare anche da una nuova prospettiva questo suo giudizio negativo verso di sè;
- Osservare, comprendere e cercare di riformulare anche il tipo di educazione avuta;
- Mettersi in gioco e imparare anche a far "valere il suo punto di vista".
In terapia potrà quindi conoscere meglio se stessa e cercare in un luogo protetto, senza giudizio, coperto da segreto professionale e con un professionista di sua fiducia la strada verso un futuro più roseo e dove possano emergere anche le sue qualità e tornare viva in lei la sua autostima.
Dal suo racconto si evincono importanti risorse personali, sono solo da riscoprire e riportare "nella vita quotidiana".
Le linko alcuni articoli scritti da me che potrebbero essere utili anche in questo cammino:
- https://www.psicoterapiacioccatorino.it/quando-richiedere-una-consulenza-psicologica/
- https://www.psicoterapiacioccatorino.it/aumentare-la-propria-autostima/
- https://www.psicoterapiacioccatorino.it/imparare-a-comprendere-i-propri-pensieri/
Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive o per un eventuale percorso.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Torino
La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online
Gent.ma Valerie,
Premetto che sono rimasta colpita dall'intransigenza che traspare dalle sue parole nei confronti di sé stessa.
Utilizza termini molto pesanti per descrivere la sua persona e sembra che, nonostante il suo impegno nel fare meglio, si ritrovi sempre al punto di partenza, quasi a confermarsi quanto non sia all'altezza.
Che succederebbe invece se una volta tanto riuscisse? Quali paure nutre alla sola idea di riuscire in qualcosa? Cosa non riesce a perdonarsi? Perché non valuta positivamente alcun aspetto di sé? Pet cosa si sente così tanto in colpa?
Queste sono solo alcune domande che all' interno di un percorso psicoterapico varrebbe la pena approfondire.
Se mi posso permettere di darle un consiglio, la esorterei a cominciare a prendersi un po' cura di sé e a volersi un po' più bene, attraverso un percorso di psicoterapia.
Rimanendo a disposizione per chiarimenti o consulto anche a distanza, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Alessia Marchetti
Buongiorno Valerie,
faccio seguito alle bellissime risposte delle mie colleghe per aggiungere la riflessione su un aspetto: il mondo.
Descrivi il mondo in alcuni punti come "brutto - cattivo e pericoloso" (parafrasando le sue parole).
Anche rivedere questo aspetto di certo ti aiuterà a migliorare autostima e autogiudizio.
Ti è stato "risparmiato" il contatto con le cose semplici della vita, la quotidianità delle faccende di casa, ti è stato tolto un pezzo importante di crescita, ma si, si può recuperare, iniziando a fare tanti piccoli passi. Ad esempio, adesso che stai lavorando, la tua vita ha anche altri ambiti di espressione? Curi la casa, la tua stanza, lo sport, le amicizie? Il lavoro (così come lo studio gli anni di scuola) è importante, ma non è tutto, mentre finché occuperà tutto lo spettro della tua attenzione finirà con l'essere sempre e solo la scala attraverso la quale ti vedi e ti giudichi (in modo impietoso senza darti modo di imparare dagli errori).
Per quanto concerne poi una frase che mi ha particolarmente colpita, ovvero il fatto che tendi a fare e rifare spesso gli stessi errori sul lavoro, ti consiglierei di impostare dei quaderni o dei file nei quali quando vieni corretta su un errore, ti segni la correzione (sarebbe utile un modo colorato e creativo, oppure uno schema "ad albero" in cui segni le sequenze del lavoro che devi svolgere sottolineando la parte corretta da eseguire, in sostituzione del precedente errore). Ricorda che non siamo tutti uguali e ciascuno apprende e memorizza in modo differente.
Concordo e consiglio anche io vivamente un percorso psicologico psicoterapeutico.
Un caro saluto
Gentile Valerie,
Prendo spunto dalle sue ultime parole e le chiedo “e quale sarebbe per lei il lieto fine?”. Il desiderio insito in lei di “spiccare il volo” rappresenta un’importante spinta motivazionale per intraprendere un percorso di conoscenza di sé e dei suoi bisogni più autentici.
Spesso le percezioni più negative su di sé e sulla realtà sono influenzate da un certo “catastrofismo” che traspare nel suo racconto (“il danno è fatto”) e che alimenta il senso di inadeguatezza e fallimento che la accompagna da quando è entrata nella vita reale, come dice lei “dopo la maturità da 110 e lode”. Spesso i giudizi meno profittevoli originano dalla propria bassa autostima: dove e quando ha imparato ad autodenigrarsi in questo modo e a sentire che non era mai abbastanza?
Un percorso di consulenza psicologica può rappresentare uno spazio di potenziale crescita, rinascita e cambiamento, al fine di sviluppare maggiore consapevolezza di sé, abilità sociali e capacità assertiva utile a “spiccare il volo” verso…
Cordiali saluti.
Dottoressa Daria Carli Giori
Psicologa Psicoterapeuta a Sesto calende (VA) e online.
Varese
La Dott.ssa Daria Carli Giori offre supporto psicologico anche online