Ho un difficile rapporto con i miei genitori

Beatrice

Gentili dottori, sono una ragazza di 24 anni, figlia di genitori separati che ha già ampiamente superato la cosa in sé e accettato i nuovi rispettivi compagni dei suddetti. Vivo con mia madre e il suo fidanzato, mio padre abita a pochi km di distanza, da anni. Qui sta il punto: ho un difficile rapporto con i miei genitori, che in caso di bisogni primari ci sono sempre (tetto sulla testa, cibo, aiuto sanitario se necessario), ma che da tempo mi fanno mancare del tutto affetto ed attenzioni (minima considerazione, minimo dialogo, mai un gesto d'affetto spontaneo, ipercriticitá su ogni mia scelta), in particolare vedo raramente mio padre, a volte passa anche un mese intero. Ho smesso di cercare un riavvicinamento affettivo da parte di entrambi e ho cercato di farmene una ragione e farmi una vita mia, ma mi rendo conto che questo senso di abbandono mi condiziona molto nei rapporti che ho, perché tendo a caricare partner e amici di aspettative affettive eccessive e quindi rimango poi delusa. Inoltre l'assenza di mio padre che non mi cerca mi porta inconsciamente ad avere gli stessi gusti (es. Musicali, sportivi) e le stesse aspirazioni (lavorative) solo per compiacerlo e magari avere uno spunto di dialogo. Non voglio compiere scelte errate per il mio futuro a causa di questi condizionamenti e vorrei superare la cosa e non soffrirne più.. Capisco di non poter cambiare loro, ma credo di poter cambiare me stessa. Vi chiedo consiglio su come posso impostare il mio percorso, eventualmente anche titoli di libri sull'argomento. grazie infinite B.

19 risposte degli esperti per questa domanda

tieni presente che non solo i figli di genitori separati hanno conflitti con i propri genitori. a volte la separazione è l'unico modo per andare avanti e farsi una vita soddisfacente. Il fatto che non ti prestino attenzione non dipende dalla separazione, ma da una incomprensione della tua sofferenza in merito a tale evento. Cerca di aprirti con loro e non cercare di essere una persona diversa da quello che sei. sii te stessa ed esprimi il tuo disagio e vedrai che i tuoi genitori capiranno le tue necessità e bisogni
Cara Beatrice, mi dispiace che i tuoi genitori non siano in grado di "fare i genitori" e farti sentire amata. Purtroppo succede che quando un legame fallisce ne vadano di mezzo i figli, e nel tuo caso probabilmente è quello che è accaduto. Hai pienamente ragione a sentirti sola e bisognosa di cure, chiunque avrebbe questo tipo di mancanza nella tua stessa situazione. Tuttavia per evitare che i tuoi legami futuri diventino causa per te di ulteriori sofferenze ti consiglio di provare ad affrontare le tue paure e il tuo bisogno d'amore con uno psicologo/a della tua zona. Ti assicuro che questa sarà la scelta giusta per provare a staccarti dal bisogno della loro attenzione e trovare una tua stabilità, una tua personalità che non sia la fotocopia di nessuno, che ti permetta di sentirti appagata e di ricercare l'amore e la protezione degli altri in maniera sana. Potrei consigliarti un sacco di libri in merito, ma fidati, l'aiuto di un professionista farà la differenza e renderà il tuo cambiamento possibile e meno complicato. In bocca al lupo!
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Ciao Beatrice, da quanto da te espresso appari una ragazza molto sensata e con grande consapevolezza riguardo le difficoltà che stai attraversando. Tale consapevolezza diviene un punto forza e risorsa per affrontare il disagio in cui ti trovi “questo momento” . Affinché tu possa porre una riparazione interiore ed uscir fuori da questo empasse, ti consiglio di contattare un collega psicologo-psicoterapeuta possibilmente con formazione integrata. Attraverso un percorso psicoterapico che non è altro un percorso di evoluzione e crescita personale, riuscirai a risolvere le tue difficoltà. Infine voglio dirti che sei già a buon punto poiché hai focalizzato la difficoltà, compreso anche se solo razionalmente cosa avviene e da dove derivano alcuni tuoi modi di relazionarti. Un Caro Saluto
Cara Beatrice, dalla tua lettera appare l'immagine una ragazza sensibile e ferita, che cerca in ogni modo di aiutarsi e andare avanti da sola nel comprendere e superare i propri problemi. In effetti sembri indipendente e consapevole ("ho smesso di cercare un riavvicinamento affettivo, ho cercato di farmene una ragione; non posso cambiare loro, ma posso cambiare me stessa) ma cosa c'è dietro? nonostante tu sappia tutte queste cose, la tua vita affettiva rivela le tue fragilità: per quanto voglia fartene una ragione, noti che vuoi ancora compiacere tuo padre, e noti che carichi dei tuoi bisogni le nuove relazioni che intraprendi. Il tuo autocontrollo non ti permette in parte di vivere le emozioni ancora presenti, e di aprirti alla possibilità di trovare un sostegno affettivo negli altri. Io ti suggerirei di intraprendere un percorso terapeutico; potresti informarti al centro di salute mentale o in un consultorio della tua città. Per quanto riguarda la tua richiesta di un libro, io ti suggerirei "Il dramma del bambino dotato" e "Riprendersi la vita", entrambi di Alice Miller. Cordialmente,
Cara Beatrice, dal tuo scritto si percepisce chiaramente quanta sofferenza è in te!! Sofferenza che viene da lontano poiché ritengo che già dalla separazione dei tuoi genitori tu abbia dovuto gestire un grande dolore, un grande lutto affettivo. Le nostre ‘radici familiari’ sono molto importanti per la nostra strutturazione emotiva ed affettiva e credo che per te sia stato molto difficoltoso apprendere emozioni, sentimenti, frustrazioni e soprattutto gratificazioni!! Ora in te qualcosa sta maturando, il voler cambiare te stessa in un percorso personale ti fa molto onore e sicuramente ti renderà più forte e capace nella gestione delle tue future relazioni interpersonali ritengo, però, che questo percorso lo devi affrontare con una appropriata psicoterapia individuale poiché certe argomentazioni non possono essere risolte soltanto leggendo dei libri. Ti faccio i miei migliori auguri e ti saluto cordialmente.
Salve Beatrice, sono la dott.ssa Eleonora Annunziata. Da quanto scrive, sembra avere un buon grado di consapevolezza "cognitiva", ma sento che emotivamente da parte sua ci siano ancora forti aspettative rigurado la possibilità di cambiamento dei suoi genitori. Sono queste aspetttive che puntualmente la rendono delusa nelle relazioni sia familiri che sentimentali e amicali. Quello che può provare a fare è relazionarsi agli altri abbasando il grado di aspettative, facendo ciò che sente di fare senza aspettarsi qualcosa in cambio o una specifica risposta, piuttosto le consiglio di aprirsi ed accogliere quanto gli altri hanno da offrirle (affetto, considerazione, dialogo, etc.) secondo le LORO modalità. non tutti siamo uguali e spesso comunichiamo quanto sentiamo in modo diverso: c'è chi è più affettivo, chi più pragmatico, ma ciò non vuol dire che l'uno sia più interessato dell'altro. A mio avviso, credo ci siano ancora possibilità di migliorare il rapporto con i suoi genitori. ha provato a parlare loro più apertamente delle sue difficoltà o anche a proprorre loro di intraprendere un percorso di psicoterapeia familiare? sa i genitori sono molto più interessati ai propri figli di quanto spesso traspare all'esterno... talvolta sono solo troppo presi dalle loro problematiche e/o conflitti. Saluti
Buonasera B. Lei si trova in una fase del ciclo di vita che ha a che fare con lo svincolo dalla famiglia d'origine. Per separarsi però bisogna prima essere appartenuti: il non aver riceuto affetto da parte de suoi genitori ostacola questa fase evolutiva e le crea malessere. Le consiglio pertanto una psicoterpaia quando ne avrà l'oportunità, preferibilmente da uno psicologo sistemico relazionale.Questo perchè il rapporto che abbiamo avuto con i nostri genitori influenza tutte le relazioni successive, soprattutto quella con il partner. Sono stata sintetica ma spero utile.Cordali saluti. Dott. Rossi stefania
Sono davvero colpita dalla consapevolezza e dalla lucidità della tua analisi. Questa è una risorsa importante, anche se non ti basta a colmare l'aspetto affettivo. Gli amici sono un ottimo modo per crearsi una famiglia surrogata, ma non potranno mai, né gli amici né gli amori, lenire la ferita infantile di un genitore distante . Un risarcimento non è previsto, e hai un'età in cui il bisogno di padre e madre è ancora forte, specialmente se in passato l'attaccamento non è stato stabile e nutriente. Imparare a farsi da buon genitore da solo è importante.Ma prova ancora a chiedere di più ai tuoi, a volte è distrazione o incapacità di comprendere, non un reale rifiuto o distacco. Quanto alle letture, le trovo utili. Sul sito www.usciredallasolitudine.wordpress.com puoi trovare un po' di titoli, tra cui quelli dei miei libri:-) . Parlarne con uno psicoterapeuta, o con qualcuno di cui hai fiducia, è chiaramente la scelta più consigliabile.
Dott.ssa Olga Chiaia

Dott.ssa Olga Chiaia

Piacenza

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Cara B. non è facile vivere una separazione in casa perché inevitabilmente si soffre per situazioni che non si è scelto e non si è voluto. Lei è ormai una donna adulta e è tempo di trovare una sua dimensione che pur risentendo dell'affetto mancante da entrambi i genitori tuttavia va continuamente cercata e trovata. Io le consiglio un percorso psicoterapico di breve durata che potrebbe servile per liberarsi un po' dei pesi che avverte nei confronti dei suoi genitori e che ad oggi non le permettono di vivere delle relazioni equilibrate con amici e partner. Distinti saluti
Cara Beatrice, se è vero che ogni vita è unica e a se stante, nella sua storia ci sono molti aspetti simili a quelli di altre storie di molti figli di genitori separati... ma dalla sua parte ha sicuramente qualcosa in più rispetto a tante persone, soprattutto della sua età: una consapevolezza e una capacità di intuire le ragioni dei suoi comportamenti davvero singolare. Questa qualità le sarà sicuramente di enorme aiuto nelle sue scelte presenti e future, ma certamente una persona esperta la potrebbe aiutare in questo cammino, più di qualsiasi libro sull'argomento. Perché se è vero, come lei afferma, che possiamo cambiare solo noi stessi e non gli altri, è altrettanto vero che solo attraverso una relazione significativa con una persona competente, possiamo davvero portare a compimento il nostro cambiamento. Non conosco psicoterapeuti nella sua zona, ma le auguro di rivolgersi alla persona giusta e iniziare prima possibile l'affascinante percorso della psicoterapia.
Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Cara B., comprendo bene la sua angoscia . I genitori sono il cardine su cui fondiamo la nostra vita e per quanto possiamo cercare di allontanarli la loro impronta rimane su di noi e nella nostra storia. Mi sembra di capire, mi corregga se sbaglio, che ad oggi la sua richiesta sia quella di capire quali sono le sue reali aspettative, i suoi desideri più genuini rispetto alla vita e a ciò che si attende da essa. Per fare questo può servirre un dialogo con un esperto in un percorso più strutturato che la accompagni verso la scoperta di se stessa. Ad oggi non possiamo escludere che i suoi gusti e le sue inclinazioni non siano realmente qualcosa di personale, ma scelto solo in base ai "gusti " dei suoi genitori. Non escludo poi che lei voglia lavorare anche per cercare di sistemare dentro di sè il rapporto con le sue due figure genitoriali. Attendo eventualmente un'altra sua lettera. in fede
Gentile Beatrice, mi sembra che sei abbastanza consapevole della tua situazione e questo è già un buon punto di partenza però per affrontare le tue problematiche credo che leggere dei libri non ti serva a niente ma ti sia utile invece iniziare un percorso psicoterapeutico che ti aiuti ad elaborare il passato e a vivere il presente al pieno delle tue potenzialità. Buon lavoro
Dott.ssa Federica Parri

Dott.ssa Federica Parri

Trieste

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Intanto cara Beatrice volevo farti i complimenti! Non ho in mente ora dei libri da suggerirti, ma mi sembra che tu abbia delle buone risorse e capacità per poter intraprendere un percorso di psicoterapia e magari, se ancora non lavori, potresti informarti presso il consultorio territoriale. Una cosa però vorrei consigliarti: perchè non parli apertamente con i tuoi genitori ed in particolare con tua padre della situazione che vivi, del fatto che ti sei sentitia abbandonata? certo forse non risolverai nulla, loro sono così e te ne sei fatta una ragione, ma un tentativo potresti secondo me farlo. Almeno potranno pensare agli errori che hanno commesso con te e, se anche non si può rimediare al passato, magari si può migliorare il rapporto futuro con te. In bocca al lupo!
Hia pienamente ragione e capisco perfettamente. Ormai penso che a 24 anni hai la testa sulle spalle e non ti debba vergognare di chiamare tuo padre piu' spesso e stare con lui piu' tempo. Inoltre, ti consiglio di procurarti un hobby, che puo' essere la lettura, sport, passatempo etc etc. Cordiali saluti
Cara Ragazza l'amore delle femmine per il padre è ormai un classico della letteratura psicologica quindi fin qui nulla di male, ma ciò che non va è la mancanza di affetto e la comunicazione totalmente mancante. Quello che posso dirle è: provi lei ad abbracciare entrambi i genitori e se già lo fa, lo faccia di più, abbassa i livelli di omocisteina ed è una meravigliosa attività, li coccoli, provi a chiedere il parere di suo padre per qualcosa che sta facendo. Gli chieda aiuto e vediamo come reagisce. Chieda alla mamma di fare qualcosa insieme, la coinvolga in qualche progetto, che so, fare una torta insieme. Come dice lei stessa, non può cambiare loro ma forse cambiando qualcosa nel modo di rapportarsi a loro li potrà vedere cambiare. Non perché è lei che sbaglia ma semplicemente perché il bisogno lo sente lei. Può leggere un delizioso libro dal titolo: Il bambino che sei stato di Missildine Auguri
Cara Beatrice, ammiro la sua capacità di analizzare la sua situazione e di capire il perchè di alcuni suoi comportamenti. Da una parte sente che sta proiettando quello che le manca nel rapporto con i suoi genitori sui suoi amici e fidanzati, dall'altra teme che possa fare scelte future basandosi non su quello che veramente vuole ma su condizionamenti esterni. Partendo da questa sua consapevolezza penso che possa essere utile per lei una psicoterapia che l'aiuti a lavorare sull'autonomia e sul "tagliare il cordone ombelicale" con i suoi genitori nel modo più adeguato per lei per ottenere la libertà delle sue scelte. Un caro saluto
Gentile Signora, da quanto scrive, credo che Lei abbia già fatto un grande lavoro su di sè, mettendo in relazione ciò che fa questione nei rapporti attuali su quanto è irrisolto rispetto alle figure genitoriali. Sono d'accordo su quanto dice in merito alla possibilità di un cambiamento personale ma non credo che esistano manuali efficaci per questo.Coltivi, se ne ha la possibilità, relazioni con altre persone - anche se tali relazioni presentano, per tutti, il rischio di deludere -, si confronti, segua i suoi interessi senza preoccuparsi troppo da dove provengano. Ciascuno,inevitabilmente, in qualche modo è "influenzato" da altri nelle proprie scelte. Un cordiale saluto,
Gentile Beatrice, dal modo in cui si esprime in questo messaggio si evince in lei un buon livello introspettivo. Credo che la cosa migliore sia quella di parlare chiaramente con i suoi genitori rispetto alle sue difficoltà e in modo particolare con suo padre. Il fatto che lei si renda conto di assumere degli atteggiamenti soltanto per compiacere suo padre o per cercare uno spunto di dialogo, rende questi modi di agire, assolutamente coscienti e ciò le consente di prenderne atto e quindi di modificarli. Credo che lei abbia tutte le capacità per poter intraprendere un percorso individuale soddisfacente e appagante per se stessa. Salve
Gentile B., sicuramente un percorso terapeutico potrebbe esserle di aiuto per risolvere ed elaborare i sentimenti di abbandono che vive. Per esempio posso immaginare che provi molta rabbia e che questo suo sentimento rimanga "imploso" (chiuso ) dentro di lei. E' quindi necessario che lei abbia uno spazio per esprimerlo. Inoltre c'è una bambina ferita e abbandonata che ha bisogno di essere ascoltata e vista nei suoi bisogni. E' dunque mportante attivare un contatto interno con questa bambina. Per quanto riguarda le letture posso suggerirle "il dramma del bambino dotato" di Alice Miller, è un libro semplice, bello ma molto toccante.