Ho la sensazione che mia figlia non mi riconosca come madre

Lucia

Salve,
Ho una bimba di 10 mesi e mezzo e sto vivendo un piccolo dramma personale. Lei non ha mai mostrato grande attaccamento nei miei confronti e a volte quando rientravo da lavoro voleva stare solo con mia madre. Ovviamente ci restavo molto male, ma al di la di questo, ho sempre pensato che fosse un un atteggiamento normale. Non mi sento molto sicura del suo attaccamento nei miei confronti perché non ho potuto allattare oltre il terzo mese non avendo abbastanza latte per nutrirla. Ho vissuto molto male questa cosa soprattutto perché ho subito pensato di poter essere sostituita da chiunque. Mia suocera inoltre è molto invadente e dicendo frasi indelicate in un periodo molto frustrante come i primi mesi da neomamma ha aggravato questa mia sensazione di inadeguatezza. Tutt'oggi io ho il terrore di non riuscire a calmare o ad addormentare mia figlia in sua presenza perché so che ne approfitterebbe per sostituirsi a me e levarmi mia figlia sempre. Lo so che non dovrei farmi influenzare da tali atteggiamenti ma purtroppo continuo a ripetermi nella testa le sue parole...non importa con chi sta quando piange...se ha doloretti piange e basta non serve la mamma..o la sensazione che provo quando tenta di portarmela via quando piange a volte strappandomela dalle mani perché vuole calmarla lei. Tutta questa situazione oltre ad aver portato litigi con il mio compagno ha accresciuto in me questo senso di insicurezza che non se ne va. Al primo pianto di mia figlia che non riesco a calmare mi chiedo se sia normale. Non dovrei come madre riuscire a calmare sempre mia figlia? Ad esempio poco fa si è svegliata lamentandosi, sono andata in bagno chiedendo al mio compagno di mettersi un attimo vicino a lei e quando sono tornata ho provato prima a calmarla nel lettino e quando non ci sono riuscita l'ho presa in braccio per cullarla e ha iniziato a piangere di più e si è calmata solo con il padre. Questo mi ha buttato molto giù e non ritengo sia normale che mia figlia pianga così tanto con me come se le avessi fatto male non so. Spero che queste scene non avvengano mai in presenza di mia suocera o di mia cognata che non vedono l'ora di potermi separare da mia figlia. Ho bisogno di una soluzione per riprendere in mano la mia maternità...potete suggerirmi qualche esercizio che mi dia fiducia?

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Mamma, se lei si porta dietro il senso di colpa perché è riuscita ad allattare la sua bambina solo per tre mesi non può avere dentro di sè la tranquillità che le serve per prendere in braccio una bimba che piange e tranquillizzarla e quindi non ci riuscirà. La situazione che viene a crearsi è quella del cane che si morde la coda o della profezia che si autoavvera: "io sono incapace e questo mi verrà continuamente confermato dagli eventi", un circolo vizioso dal quale si fa fatica ad uscire. Che fare allora? Intanto provi a tener presente che mettere alla luce un bambino può essere sì una grande gioia ma che è anche uno stress enorme, sia dal punto di vista fisico che emotivo e che questo evento mobilita tutte le insicurezze che la neomamma ha dentro di sè. Allora provi a considerare che:
- riuscire ad allattare "solo" per tre mesi non è assolutamente una colpa e che ciò non crea nessunissimo danno alla bambina
- non c'è nessuna regola che dice che una mamma deve riuscire sempre a tranquillizzare il suo bambino che piange: qualcuna ci riece meglio, qualcun'altra no. Quindi, se non riesce a far dormire la sua bimba e il papà ci riesce, la "passi" tranquillamente a lui senza farsi alcun problema
- idem per la suocera se ci riesce meglio di lei. Anzi, le dica serenamente: "grazie signora, com'è brava lei. Ci riuscissi così bene anch'io". Provi, insomma, a considerare il più positivamente possibile l'aiuto che riceve, ovviamente cercando di limitare al massimo le intrusività eccessive.
Quello che più conta, è CHE LA MAMMA E' LEI, E CHE NESSUNO POTRA' TOGLIERLE MAI QUESTO RUOLO: lei ha tantissimo tempo davanti a sè per recuperare un ruolo che al momento le sembra appannato. Inoltre, tenga presenta che con meno pretenderà di essere un modello di perfezione meglio le cose andranno per lei. Se poi non ce la fa proprio ad uscire da questa situazione si faccia aiutare da uno psicologo.
Un cordiale saluto.
Dott Gabriele Andreoli - Isola della Scala (VR)

Dott. Gabriele Andreoli

Dott. Gabriele Andreoli

Verona

Il Dott. Gabriele Andreoli offre supporto psicologico anche online

Buongiorno. Cara Signora, Le rispondo dicendo che, secondo me, non c'è 'un esercizio' per riprendere la fiducia in sè stessa, quanto piuttosto vista la situazione delicata e complessa, considerando anche  l'età della bimba, secondo il mio parere, io Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta con il quale andare a parlare di una serie di vicissitudini che Lei vive e brevemente descrive , delle sue paure , del tipo di rapporti che ha con i sui familiari che poi possono condizionare il suo stato d'animo e trasferirlo involontariamente sulla bimba senza rendersene conto, quindi avrebbe bisogno di un supporto psicologico per gestire questa situazione per Lei carica di stress che la rende insicura dove scattano tutta una serie di meccanismi psichici dentro di sè, che vanno presi in considerazione all'interno di uno spazio adatto, in cui Lei può imparare ha prendersi cura di sè, poiché io ho la sensazione che Lei si trovi da sola a gestire questa situazione con la figlia e quindi ha bisogno di qualcuno esterno che Le dia delle indicazioni su come fare. Saluti

Dott.ssa Naviglia Ghera

Dott.ssa Naviglia Ghera

Roma

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Buongiorno,

come le hanno già detto i miei colleghi innanzi tutto non deve colpevolizzarsi per la questione dell'allattamento. Non c'è niente di cui vergognarsi ed è anzi una situazione più comune di quello che si pensa e anche il semplice allattare la bambina con il biberon consente la nascita di un valido legame di attaccamento. Inoltre, anche qui come già detto, i bambini sentono i nostri stati d'animo e se lei è in asia magari la bambina sentendo ciò potrebbe avere alcune difficoltà a calmarsi. Vorrei però anche porre l'attenzione sull'intrusività di sua madre e sua suocere: non c'è niente di male ad accettare aiuti quando serve, ma queste figure non dovrebbero sostituirsi a lei e lasciare che lei possa prendersi cura della sua bambina senza intrusioni non volute. Ha usato una frase a mio avviso molto grave "non vedono l'ora di potermi separare da mia figlia". Io le consiglierei di lavorare sopratutto su questo aspetto perché credo sia prioritario risolvere i conflitti con queste signore per poter poi sentirsi più sicura nelle situazioni con sua figlia.

Per altri chiarimenti non esiti a contattarmi, sono disponibile anche per un incontro online

Cordiali saluti,

Dottoressa Ficola. 

Dott.ssa Melanie Ficola

Dott.ssa Melanie Ficola

Roma

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Buonasera Lucia, mi dispiace molto per la situazione che descrive, dalle sue parole emerge in primo luogo  la preoccupazione che  l’essere diventata mamma da poco  porta con se, e in secondo luogo la sensazione di trovarsi in un  contesto che lei  non percepisce accogliente e rassicurante.

In merito al primo aspetto, il legame di attaccamento tra la mamma e il suo bambino è unico, non assimilabile a nessun altro legame, ne sostituibile: è un’opera d’arte che solo quella coppia può comporre. Mi sembra di capire che i messaggi che le arrivano dalla sua bambina spesso sono vissuti da lei come “rifiuto”  e mi sento di suggerirle di osservare i numerosi segnali che la sua bambina le manda quando state insieme,  anche in un’ottica di  ricerca di vicinanza e di contatto. I bambini così piccoli non possono dire “mamma, dove eri? Mi sei mancata!” però lo sanno comunicare e sua figlia lo sa comunicare molto bene, da come riporta! Usare una lente diversa da quella del “rifiuto”, con sana curiosità  le consentirà di vivere le vostre esperienze relazionali in tanti modi, nuovi e sorprendenti.

Ho anche notato nelle sue parole, che per lei è importante poter contare sulla collaborazione ma anche e soprattutto sulla rassicurazione, l’incoraggiamento e l’appoggio emotivo dei suoi cari che, al momento, non riescono a rappresentare una fonte di sicurezza. Quello che  colpisce leggendo il suo messaggio, non sono le interferenze dei suoi parenti ma  “come” le vive, e cosa rappresentano per lei. Nella sua frase “non vedono l’ora di separarmi da mia figlia” emerge paura, ansia e preoccupazione. Su questo aspetto mi sento di offrirle uno spunto di riflessione:  fino a quando lei si sentirà inadeguata, penserà che gli altri la considerano inadeguata. E tenendo conto che il senso di adeguatezza spesso dipende dagli obiettivi che ci poniamo, sarebbe importante per lei porre l’attenzione su cosa chiede a se stessa, e su quanto alte siano le sue aspettative nei suoi confronti.

Signora Lucia, le auguro di gestire serenamente le difficoltà che sta attraversando.

Saluti

Cristina Marsella