Il mio nome è Yanis ho 35 anni sono arrivata in Italia 14 anni fa ho un figlio di 18 anni con il quale non riesco a comunicare. Possiamo stare tutto un fine settimana dentro casa che non esce della sua stanza, da bambino era più comunicativo frequenta pochissimi amici, io devo dire che sono stata una madre poco presente perché essendo emigrata sola con un figlio cercavo sempre di lavorare tanto per non farlo sentire diverso in modo da avere una casa dignitosa, vestiti, cibo, feste di compleanno e vacanze varie.... nonostante a scuola andava bene, praticava sport andava daccordo con la baby sitter, e portavo al cinema era una vita molto regolare nonostante io mi senta che sono stata incapace e molto in colpa. Da 4 anni ho una relazione e da quasi 2 convivo è allora ho visto il crollo totale di mio figlio, se prima scambiavamo 3 parole adesso forse 1. Lui non sopporta il mio compagno che è molto esigente con le regole scuola anche io lo sono in un confronto ha detto che lo odia perché io sto più tempo a casa è di conseguenza controllo di più. Siamo stati in terapia la quale non ha prodotto risultati, lui continua a essere uguale si alza e non saluta resta fuori per 24h è manda solo 1 sms , se gli chiedo come va a scuola si infastidisce così è anche quando cerchiamo di parlare di capire cosa lo angoscia perché è così chiuso verso il mondo, lui ci tiene all'oscuro di tutto è una situazione terribile è imbarazzante... il padre di mio figlio è un padre terribile ma io con lui non ho mai parlato di questo ho cercato sempre di proteggerlo da tutto è tutti. Qualche settima fa in un tentativo di comunicazione mi ha detto che per colpa mia non ha autostima.... Come lo posso fare? gli ho consigliato una terapia individuale..
Ciao Yanis,
immagino il tuo stato d'animo e comprendo dalle tue parole la difficoltà ed il disagio che stai vivendo, come anche traspare dalle tue frasi lo stato d'animo di tuo figlio.
Stiamo parlando di un ragazzo, non più un bambino e consideriamo che la famiglia è un sistema complesso di interazioni tra genitori e figli e stadi che si susseguono.
La famiglia è un' organizzazione dinamica in continua evoluzione di base. Se a questo ci aggiungiamo il fatto che si possono verificare dei cambiamenti importanti, come quelli che ha dovuto affrontare tuo figlio,
è comprensibile la possibilità che emergano delle problematiche, le quali con lo scorrere del tempo se non affrontate in maniera efficace, diventano sempre pià grandi e sofferenti per tutti i membri familiari.
Detto ciò i figli, soprattutto adolescenti, sanno come "colpire" a livello emotivo i genitori, anche in modo provocatorio. Spesso non hanno le risorse sufficienti per esprimere o gestire quello che provano. Sicuramente un aiuto in questo senso, potrebbe essere utile per lui, affiancandoci poi degli incontri insieme in uno step successivo, per migliorare il clima ed il benessere famigliare.
Rimango disponibile per ulteriori informazioni, dubbi o domande.
Buona giornata signora Yanis,
leggendo la Sua richiesta di aiuto mi sono fatta diverse domande: Suo figlio ha rapporti con il padre biologico? Quando Lei afferma che il padre è un uomo terribile cosa intende? E' un padre aggressivo? maltrattante? poco presente? non provvede al mantenimento del figlio? etc... La terapia intrapresa é stata una terapia familiare o individuale? Come è terminata tale psicoterapia? Se non ha avuto esisti positivi ne avete parlato con lo/la psicologo/a? Queste domande avrebbero bisogno delle risposte poichè sono tutti elementi importanti per poterLe fornire una consulenza che possa risultare abbastanza esaustiva. Tuttavia Le dico che ora il figliolo trovandosi in pieno periodo adolescenziale, molto probabilmente fa ancora più fatica a relazionarsi e ad esprimere le proprie sensazioni ed emozioni. Andrebbe molto aiutato per cui il mio consiglio è che il ragazzo debba intraprendere, al più presto, un nuovo percorso psicoterapeutico individuale tenendo anche in considerazione che di recente ha dichiarato di avere una bassa autostima. Con i miei migliori auguri La saluto cordialmente.
Cara Yanis,
il compito del genitore è il più difficile del mondo e per quanto si cerchi di fare bene non si è mai perfetti.
Nonostante questo si cresce bene comunque, consideri che l’adolescenza è un periodo difficile di per sé e la maggior parte dei ragazzi reagisce con chiusura e scontri verbali, è una fase di vita che il più delle volte si risolve spontaneamente crescendo.
Da quel che ha scritto mi sembra una buona madre e ha tutto il diritto di rifarsi una vita ed essere felice con un uomo anche se al momento non è accettato o ben voluto da suo figlio. Può tuttavia chiedere al suo compagno di non esercitare così tanta autorità verso il ragazzo cercando così di ripristinare un rapporto a due che per lungo tempo è stato esclusivo.
Aprire il proprio cuore comunicando sentimenti, pensieri e paure è sempre utile, anche quando apparentemente sembra non sortire alcun beneficio immediato nella relazione con suo figlio.
Se ritiene invece che la situazione sia più grave, per altri elementi non segnalati, ha fatto bene a consigliargli un percorso individuale.
Gli approcci psicoterapici sono molteplici e tutti validi, basta trovare il professionista giusto o la modalità più congeniale al proprio modo di essere.
Cordialmente.
Salve,
capisco che la situazione non sia facile e che sicuramente una terapia che ha già dato pochi risultati non l'aiuta a prendere di nuovo la decisione di tornare nella stanza di uno specialista. Le dirò delle cose: 1) suo figlio è un adolescente e come ogni adolescente vive il rapporto con gli adulti con amore e odio; 2) crescere da solo con lei fino a due anni fa e ritrovarsi ora ad avere in casa una coppia genitoriale di certo non è semplice per lui;3) potrebbe, ma questo non possiamo saperlo, essere anche un po' geloso che il tempo che prima passavate insieme ora non lo passa più solo con lui... tutte queste possibilità potrebbero essere vere e convivere in suo figlio in questa difficile fase della vita. Il mio consiglio è, prima di inviare lui da un collega, magari di andare lei e il suo compagno a fare un sostegno genitoriale che possa aiutarvi nel rapportarvi con lui.
il mio consiglio è questo perchè stigmatizzare ancora di più un ragazzo silenzioso, costringendolo ad andare da uno psicologo significherebbe dirgli che è lui il problema, cosa che eviterei, lavorando in questo modo su di lui e con lui ma in modo indiretto... rispetto ai suo sensi di colpa che dire? è stata una donna sola che ha cresciuto un figlio senza aiuti e con tanti sacrifici, se ha fatto degli errori io non so dirglielo, di sicuro però tutto quello che ha fatto, l'ha fatto con il cuore! le faccio un gran in bocca al lupo.