Penso di soffrire di scarsa autostima da sempre

Daniele

Salve..sono Daniele, 22 anni e vivo a Milano..ho avuto fin troppi problemi nella mia infanzia e adolescenza.. E ora che dovrei iniziare ad affermarmi “persona adulta“ mi sento vuoto,spento e perso.. Penso di soffrire di scarsa autostima da sempre..da bambino, frequentando l'asilo ricordo.. Le suore erano spesso aggressive.. ho subito schiaffi, spintoni e tirate per i capelli da loro.. Ció ha creato in me dei problemi relazionali con persone adulte..a 13 anni ho sofferto per la separazione dei miei genitori e per la totale divisione dell'intera famiglia.. ho sofferto quindi di una leggera depressione associata a qualche piccolo sfogo di ansia..dai 14 ai 18 anni ho fatto uso e abuso di “canne“ e alcol..tanto che al giorno d'oggi non sono più in grado ne di bere ne di fumare,il mio organismo ha iniziato a rifiutare.. Psicologicamente ne ero già dipendente...infatti ne ho sofferto molto sia fisicamente che psicologicamente. Questo mio modo di sfogarmi e fuggire da me stesso è stato un fallimento, infatti ho constato da me come sia riuscito a espandere quei leggeri problemi dovuti dai traumi precedenti in ben più gravi crisi di ansia e depressione.. L'aggiunta di insonnia e ipersonnia a periodi variati, momenti di delirio,paranoia e ipertensione.. Ai 18 anni decido quindi di provare dei percorsi psicologici..ne ho provati diversi.. C'è stato chi avrebbe affidato la cura ad uno psichiatra.. C'è stato chi ha indivuato un certo tipo di problema e chi ne ha individuato un altro..c'è stato chi voleva convincermi che la separazione dei miei genitori fosse la causa e la cura.. E c'è stato chi ha colpevolizzato l'influenza delle forti dipendenze! Insomma a chi dovrei credere? A questo discorso riguardante voi Dottori voglio tornarci tra poco.. .. Dai 15 ai 19 ho avuto una relazione che reputo molto importante.. In 4 anni questa relazione mi ha aiutato molto è riuscita a tenere sotto controllo alcuni miei stati emotivi e alcuni aspetti del mio carattere diventati deboli..ma la rottura del rapporto ha provocato anche maggiori problemi a livello relazionale e emotivo..in parole povere..Sono messo maluccio mentalmente da un 3 anni.. È un continuo Alti e Bassi profondi! Dunque tornando al discorso su voi psicologi.. Sono diventato molto , moltissimo diffidente.. Nessuno la prenda come offesa personale , giudizio o quantaltro.. La mia è una opinione generica che vale per gran parte di voi Dottori( ma non tutti ) infatti ritengo che alcuni abbiano scelto il mestiere esclusivamente questioni sociali ed economiche.. Ho incontrato anche psicologi onesti,io invece gradirei una persona realmente colta e realmente di cuore, che abbia la pazienza, il coraggio ed il modo giusto per entrare nella mia testa!La mia domanda è qualcuno di voi, naturalmente in Milano, sarebbe disposto ad avere un primo incontro conoscitivo di almeno un paio d'ore gratuito? In ogni caso grazie per l'attenzione!

4 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Daniele, dalle tue parole percepisco un bisogno di affetto incondizionato che non riesci a concedere a te stesso. Chiedi aiuto a figure professionali che non stimi e detti le condizioni per il primo appuntamento come a dire “questo sono io, prendere o lasciare“. Questo penso sia uno degli aspetti da affrontare in terapia. Ti auguro di scoprire che ci sono psicologi che hanno scelto il loro lavoro mossi dal desiderio di fare la differenza nella vita delle persone che si rivolgono a loro, attraverso passione, competenza e professionalità.

Dott.ssa Gloria Borromeo

Dott.ssa Gloria Borromeo

Pavia

La Dott.ssa Gloria Borromeo offre supporto psicologico anche online

Caro Daniele,

mi pare che lei abbia sofferto davvero molto. E' giovane ma ha già vissuto svariate esperienze nella sua vita che hanno concorso a maturazioni, cambiamenti, dolori, che si sono poi manifestati nei disagi che lei ci descrive. 

Certo noi psicologi non sempre abbiamo una opinione univoca, ciò accade perchè innanzitutto ognuno di noi quando si racconta, lo fa in modo emotivamente differente in base al momento ed al periodo della vita, ed inoltre perchè ogni professionista ha un suo orientamento, modo di vedere/valutare la condizione e di lavorare in terapia. Nessun modo è giusto o sbagliato, solo differente, così come sono differenti i pazienti e le sofferenze portate da essi. 

Dopodichè ognuno ha un suo tariffario, che rimane comunque regolato dall'Ordine degli Psicologi, ma che può variare in base all'esperienza (anni di lavoro) al tipo di intervento che si va a svolgere e alla durata di questo intervento. 

Mi spiace molto che lei abbia sviluppato una diffidenza nei confronti della nostra professione, ma credo sia comunque un elemento utile da cui partire per un percorso. In effetti quando chiede di avere due ore di colloquio gratuito è un pò come se chiedesse una garanzia di onestà o forse una sorta di "risarcimento" per ciò che non le è piaciuto con gli altri colleghi. 

Io le propongo ciò che propongo a tutte le altre persone che scrivono qui o mi scrivono in privato (altrimenti si che sarei disonesta): un primo colloquio gratuito della durata di circa un'ora. 

Tra le altre cose per esperienza, mi creda, due ore di seduta sono troppe, emotivamente troppe per un paziente. 

Se crede mi contatti pure per il colloquio o per eventuali chiarimenti. 

A presto

Caro Daniele,

ho letto con attenzione la tua storia e mi è arrivata tanta sofferenza per le situazioni che ti sei trovato ad affrontare nel tuo percorso di vita, che comprendo e mi suscita una sincera vicinanza nei tuoi confronti.

Personalmente interpreto la professione di psicoterapeuta non cercando di trovare una causa per uno specifico problema e dando una soluzione conseguente, ma ascoltando le esigenze della persona che ho di fronte e cercando di accompagnarla a trovare dentro di sé le risorse per costurire la propria strada. Se vuoi informazioni più approfondite sul mio approccio puoi dare un'occhiata al mio sito.

Resto disponibile per qualsiasi ulteriore domanda e per un colloquio conoscitivo.

Un saluto

Gentile Daniele, dal quadro complesso e articolato che ci sottopone, quelli che emergono non sono il Disturbo, in senso diagnostico, ma i sintomi. La psicofarmacologia non è in grado di risolvere il Suo problema, ma soltanto alleviarne i sintomi, con gli effetti collaterali che, come sempre con qualsiasi medicina avviene, sta sperimentando - perché ad essi devono con quasi certezza essere ricondotti. È sicuramente presente una visione di sé e della propria identità psichica non ancora definita, per ragioni che andrebbero indagate lungo la Sua storia personale, ma non diacronicamente, bensì come si manifesta presumibilmente oggi nel suo presente sofferto o quanto meno incompiuto. Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarla su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. In alternativa o in alternanza alle sedute classiche ‘in presenza’, anche un approccio A Distanza (online, intendo via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima. Cordiali saluti.