Salve.
Mio figlio di 12 anni è molto timido, non competitivo, ha "paura" degli altri anche se vorrebbe tanto interagire e quindi fa molta fatica a fare amicizia. I ragazzini che conosce e in qualche modo frequenta, raramente, sono troppo esuberanti per i suoi gusti, volgari e aggressivi. Quello con cui vorrebbe interagire di più (perché a suo dire meno arrogante e più educato) vedo che lo evita appena può.
Lui vorrebbe un amico tranquillo con cui parlare, giocare senza essere sempre in competizione.
Non vuole fare sport perché non si sente capace.
Vorrei però fargli fare un po' di attività fisica che lo aiuti ad acquistare più sicurezza in sé.
Quale sport mi suggerite sia il più adatto per sbloccarlo e infondergli sicurezza?
Un altro suo problema è la fobia al formaggio e altre "piccole" fissazioni. Per il formaggio, in particolare il parmigiano, arriva addirittura a scappare se lo vede. Non basta non metterglielo nella pasta, dobbiamo proprio toglierlo dalla sua vista. Ne prova un grande disgusto.
Grazie
Gentile Katia,
da quel poco che lei ha scritto mi sembra di capire che suo figlio manifesti una certa quota di disagio.
Visto che suo figlio ha un'età in cui può descrivere quello che gli succede sia intimamente che nella relazione con gli altri, e visto che manifesta vari comportamenti di tipo ansioso, perchè non aiutarlo innanzitutto a farlo parlare di queste sue difficoltà con un esperto nel campo dell'età evolutiva?
Lei da madre osserva con molta attenzione i suoi comportamenti, un esperto invece può aiutare suo figlio ad affrontarli e a superarli, prima che diventino un vero ostacolo nel rapporto con gli altri.
Qualche colloquio potrà aiutare suo figlio a mettere a fuoco le proprie difficoltà, a capirne l'entità e a cercare insieme all'aiuto di un esperto delle strategie per far fronte alle sue paure. Uno spazio sicuro, dunque, nel quale parlare di se stesso, di ciò che gli piace, di ciò che gli interessa, di ciò che lo spaventa. Raccontare di sè a un orecchio esperto e attento, potrà permettere a suo figlio anche di arrivare ad esprimere da sè, in base al suo interesse o curiosità, quali attività sportive o non sportive sperimentare.
Cordialmente
Buonasera cara Katia,
non esiste uno sport specificatamente pensato a questi scopi: nello sport è infatti insito uno spirito competitivo che porta a migliorarsi e a superare i propri limiti. D'altro canto posso capire che alcuni particolari tipologie di sport potrebbero non essere adatte.
Di conseguenza potrei consigliarle fondamentalmente 3 strade:
1) Puntare effettivamente su uno sport non competitivo, consiglio quindi l'Aikido (arte marziale orientale molto spirituale che punta alla consapevolezza e alla conoscenza interiore, non finalizzata al combattimento e alla sottomissione ma alle dinamiche di movimento e relazione, le consiglio di informarsi per saperne di più);
2) Andare in controtendenza e puntare su uno sport che promuova il suo spirito competitivo e solleciti le sue abilità relazionali (sport di squadra come calcio, basket, pallavolo ecc);
3) Lasciare che sia lui stesso a decidere, secondo le proprie inclinazioni. Anche giochi di ruolo o di società potrebbero andare bene. Non c'è cosa peggiore per l'autorealizzazione di un bambino di un'imposizione.
Nella speranza di essere stato d'aiuto, le porgo i miei cordiali saluti, rendendomi disponibile per ulteriori consultazioni.
Buongiorno Katia,
Almeno all’inizio in qualsiasi cosa non ci si sente capaci, finché non si prova e non si imparano le regole e i trucchi per riuscirvi. E’ bene tener presente che un po’ di insicurezza, incertezza è normale, soprattutto quando si tratta di nuove relazioni e si vuole fare amicizia in un’età così delicata in cui il gruppo di pari ha davvero molta importanza. Ognuno ha il proprio temperamento, le paure e la timidezza si possono affrontare. Potrebbe aiutare coinvolgere suo figlio in realtà di gioco e percorsi di crescita che hanno come principi interessi e valori simili ai suoi. Tutte le realtà sportive o ricreative sono utili se svolte nel modo corretto. Dallo sport agli scout.
Così come è importante porre la giusta attenzione anche alla “fobia del formaggio”. Come dice lei possono essere “piccole fissazioni” ma se non affrontate con il giusto percorso potrebbero poi, sul lungo periodo compromettere la quotidianità di suo figlio. Affidarsi ad un esperto può aiutare a capire meglio la situazione nella sua globalità e a sbloccare le situazioni.
Ci pensi,
Arrivederci