Reazione emotiva spropositata

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Buonasera,

premetto che non sono una persona timida o chiusa, anzi mi ritengo abbastanza intraprendente e solare e soddisfatta delle scelte che ho fatto finora nella vita e della mia situazione attuale.

Oggi ho avuto una reazione emotiva di pianto durante una lezione universitaria.
Descrivo meglio la situazione:
- Aula con una 30ina di persone, tutte conosciute e con alcune di queste sono anche amica;
- La Docente ci richiede di stilare una lista di 10 pregi personali;
- dal momento che mi trovo bloccata nel compilare questa lista la docente chiede al resto dell'aula di elencare i miei pregi;
- mi sono sentita travolta e ho iniziato a piangere come una fontana e sono scappata dall'aula.

Sono tutt'ora abbastanza scossa da questa mia reazione che fondamentalmente non capisco a fondo.

Come posso identificare cosa mi ha portato a questa reazione? Non amo essere messa al centro dell'attenzione, ma non ho mai avuto una reazione simile finora.

Grazie,

Francesca

19 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Francesca,

mi sento molto vicina a lei in questo momento perché penso possa sentirsi molto confusa e irritata e perplessa da questa sua reazione, che a quanto dice non ha mai avuto fino ad ora.

Dalla sua lettera emerge una comprensibile richiesta di comprendere questa sua reazione. Solitamente quando avvengono queste situazioni che ci mettono a disagio le viviamo come cose negative, degli eventi da capire e superare per poi ricominciare con la nostra vita. Le devo però dire che ciò che le è capitato, il pianto incontrollato e incomprensibile, è una reazione, un sintomo si direbbe in psicosomatica chele parla. Ciò che le è capitato è una spia che qualcosa nella sua vita non è in equilibrio e il pianto proprio su quel tipo di test è arrivato proprio come un fiume che erompe là dove lei aveva bisogno. Noi esseri umani a volte neghiamo di avere qualcosa non in equilibrio per tante ragioni e allora succede che il nostro corpo e la nostra mente vengano in nostro aiuto con dei sintomi che ci permettono di contattare emozioni che per tanto tempo abbiamo lasciato sopite. Lei chiede come fare a identificare cosa l’ha portata a questa reazione. Le posso suggerire prima di tutto di non sottovalutare l’importanza di questa reazione, di viverla come un’opportunità di aumento di consapevolezza di sé , di aumento di conoscenza delle sue emozioni più profonde. Come fare? Cominci ad accettare le reazioni e le emozioni che sente associate all’evento raccontato. Provi a rivedere quell’avvenimento come un film, in modo distaccato, a vedere ogni sequenza con occhi nuovi. Cosa ha provato quando si è accorta di essere bloccata? Che sensazioni fisiche? In che momento ha iniziato il pianto? Si dia tempo non ha alcuna fretta per capire cosa è successo. Si focalizzi sulle sue sensazioni. Vedrà che piano piano tutto le sarà più chiaro.

 

Saluti.

Dott.ssa Giorgia Noci

Dott.ssa Giorgia Noci

Piacenza

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Gentile Francesca,

certo la Docente è stata poco delicata. Credo che il nucleo della sua reazione sia legato ad una risposta abbastanza naturale che si chiama 'vergogna' ... sentirsi osservati, intrusi, fa pensare al quadro di Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso ... ci si sente come 'nudi'!

... Forse la sua immagine va un pochino rafforzata ...! 

Se vuole venga a fare un incontro gratuito in studio e cercheremo di comprendere meglio cosa è successo in lei in quello specifico momento.

Cari saluti.

Dott. Sergio Chieregato

Dott. Sergio Chieregato

Torino

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Carissima Francesca, la tua reazione è del tutto normale ed è dovuta tra l'altro al fatto di aver una scarsa autostima. Impara a mettere sulla tua bilancia non solo le tue fragilità ma anche i tua punti forti.

Cerca di cogliere realisticamente i tuoi aspetti positivi a livello fisico, a livello sociale, affettivo, etico.

Non fevi essere né la migliore né la peggiore ma semplicemente te stessa. Buon lavoro

Salve, bisognerebbe indagare in quale momento evolutivo Lei si trova; probabilmente un momento delicato dove si trova a dover affrontare delle decisioni importanti, situazione che La rende più vulnerabile.

 

Buongiorno Francesca,

non credo c’entri la timidezza. Da quello che scrivi credo ci sia qualcosa che abbia a che fare con il ricevere “carezze”. Mi spiego meglio. Che rapporto hai tu con le carezze? Quando eri piccola ne ricevevi? Nella tua famiglia era consentito farne e riceverne? Quando parlo di “carezze” non intendo solo quelle fisiche. Quello che ti è successo potrebbe avere le sue radici qui, ma se vuoi approfondire in modo più accurato la tua reazione emotiva potrebbe essere opportuno che tu ti rivolga ad uno specialista. Ci sono poi numerosi libri al riguardo. Solo per citarne uno: Le carezze come nutrimento. I gesti e le parole che ci fanno stare bene. G. Magrograssi, Baldini & Castoldi, 2017, 200 pagg.

In bocca al lupo

 

Cara Francesca, le rispondo subito perchè la sua è una domanda fra le più interessanti che mi sono capitate. Bene, lei non è una persona introversa, le capita di avere una reazione che reputa eccessiva e sente di doversene occupare. Questo è meraviglioso! provo in sintesi a dirle perchè. Poi, se lo desidera potremo approfondire in un colloquio.

La maggior parte delle persone, soprattutto se giovani, come immagino sia lei, anche se equilibrate e ben integrate nella propria situazione di vita, non ha idea, se decide di essere sinera con se stessa, dei propri pregi o se vogliamo dire "qualità". Questo accade perchè, a nostra insaputa, c'è una specie di "censore", un giudice dentro di noi, che ci fa vedere maggiormente i nostri difetti o imperfezioni. Questi naturalmente vengono più o meno consapevolmente nascosti al mondo e anche a noi stessi. Come potremmo pensare di essere ben accetti se li mettessimo in luce? Allora studiamo di tenerli celati, in qualche modo cerchiamo noi stessi di dimenticarcene, facendo mostra di altre caratteristiche. Tutto ciò a che fare con le consuetudini, con l'educazione, con la repressione della nostra natura più autentica. La situazione che ne deriva può diventare evidente per ragioni fortuite, come è stato per lei, a causa della richiesta del docente. In certo modo è stato un bene, altrimenti lei forse ci avrebbe messo molto più tempo per accorgersene. Si tratta di una gabbia in cui finiamo per trovarci, nostro malgrado.

La cosa bella che le posso dire è che le sue qualità esitono e sono molte, solo che c'è un lavoro da fare per farle emergere, prima di tutto ai suoi stessi occhi e poi nel "mondo". Questo è il lavoro evolutivo personale e transpersonale a cui siamo tutti chiamati. Si tratta di far emergere la nostra Luce, tutte le cose meravigliose che possiamo essere al di là dei limiti che ci fanno paura, dei condizionamenti inevitabili che abbiamo subito. Il compito di svelare la nostra Vera Natura è affascinante, a volte duro, ma una volta intrapreso non si può che essere felici di aver imboccato questa strada.

Auguri! Sono a sua disposizione. Come avrà capito l'argomento mi appassiona e ne ho fatto oggetto delle mie ricerche.

Un caro saluto

Dott.ssa Maria Giuliana Rasi

Dott.ssa Maria Giuliana Rasi

Torino

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Salve Francesca, i motivi per cui ha reagito in questo modo possono essere molteplici, probabilmente in questo periodo non sente di avere un'altissima autostima di sé o non si sente felice e vedersi "sotto esame" può aver innescato una reazione di fuga per paura del giudizio degli altri. Le consiglio di confidarsi apertamente con una persona che sente più vicina, magari c'è un "nodo alla gola" che ha solo bisogno di sciogliersi. Se invece reputa che tale episodio le reca un disagio che non riesce a gestire da sola, può decidere di contattare uno psicologo della sua zona e valutare un percorso di introspezione guidato. Decidere di fare quattro chiacchiere con un professionista non è sintomo di debolezza, anzi, è un atto di grande forza d'animo.
Ad maiora.

Buongiorno Francesca,

ho letto la sua domanda, 

lei dice che non le piace essere al centro dell’attenzione, sicuramente così si è sentita, ma forse ha percepito nella situazione la sottolineatura di una sua difficoltà.

Può succedere a tutti di far fatica a mettere in evidenza i propri pregi, i motivi possono essere svariati.

Magari si è vissuti in un contesto in cui si faticava a fare complimenti, un contesto in cui si doveva apparire dimessi, evidenziare le proprie capacità era riprovevole.

Non conosco la sua storia, è un’ipotesi, ma credo oggi sia stata davvero male e si sia confrontata con una reazione emotiva improvvisa e così intensa da non consentirle di fare ricorso alle risorse che abitualmente mette in atto nei momenti di emotivamente più difficili.

Mi chiedo perché la docente si sia permessa di evidenziare la sua difficoltà.

Proprio questa sottolineatura, resa pubblica, credo abbia provocato in lei il bisogno di fuggire. La sua sembra una reazione di fuga da un pericolo.

Ho letto che è della provincia di Torino, se vuole mi può contattare per un incontro conoscitivo, lavoro a Pinerolo e a Torino.

Un caro saluto.

Ciao Francesca,

probabilmente sei rimasta spiazzata dal compito della tua insegnante perchè sei molto critica ed esigente nei tuoi riguardi, cerchi la perfezione e per tali motivi non ti senti mai perfettamente a tuo agio nelle situazioni sociali. Potresti lavorare sulla tua autostima, iniziare a fare e cose nel miglior modo possibile ma con il pensiero che la perfezione non esiste ed è irraggiungibile. Gli errori fanno parte del nostro percorso e ci aiutano a capire delle cose, a crescere e ad apprendere. Impara ad apprezzare di più i risultati che riesci ad ottenere giornalmente. Prendi l'esercizio dell'insegnante come un momento per riflettere su te stessa, ma questa volta in maniera meno critica e giudicante. Capire quali sono i tuoi pregi potrà esserti utile in ambito sociale ma anche per un futuro professionale.

Sforzati di ripetere questo esercizio ogni giorno e di scrivere anche le cose più banali ed insignificanti per te; scrivi alla fine di ogni giornata su un foglio di carta quale comportamento o azione è stata utile per qualcun altro; o anche quale comportamento in quella giornata ti ha portato maggiormente vantaggi.

Potrebbe essere anche una cosa banale e semplice come il sorridere al cassiere di un negozio mentre acquisti qualcosa e ricevere un complimento o un regalo inatteso come ricompensa.

Impara a guardare anche il bello che c'è dentro di te. Abituati per ogni caratteristica negativa che ti viene in mente di te stessa a selezionarne un'altra positiva.

Parti dai comportamenti più semplici....e pensa che ogni persona nasce speciale e può diventarlo ancora di più.

In bocca al lupo

Cara Francesca, le reazioni emotive sono dei messaggi di cui bisogna capire il significato. Per capire il significato bisognerebbe vedere come questo episodio si collega con la tua storia, i tuoi valori e sentimenti ma nel tuo messaggio non ci sono gli elementi per fare connessioni e letture approfondite.

Quindi, restando strettamente agli elementi situazionali da te riportati si potrebbe pensare che questa richiesta della professoressa ti ha fatto sentire in “difetto” perché ti sei trovata in difficoltà e sei “crollata” quando è stato chiesto l’intervento dei tuoi compagni di corso.

Poi, quanto ha contribuito all’andamento di questo episodio il fatto che il compito consisteva nell’elencare 10 propri pregi? Forse non ci avevi mai pensato e per questo ti sei sentita impreparata?

Ti suggerisco di considerare questo episodio un’esperienza preziosa affinché tu, con più tempo, se non l’avevi mai fatto prima, possa riflettere sulle tue qualità positive, dare loro un nome, magari scriverle su un foglio, ringraziarle e considerarle parte di te. Potresti conservare questo foglio in un quaderno o in una busta e magari andare a rileggerlo nei momenti di difficoltà o se ti senti un po’ giù.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Monica Gozzi

Dott.ssa Monica Gozzi

Reggio nell'Emilia

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Cara Francesca

mi sembra che abbia difficoltà a fare contatto con gli aspetti positivi della tua persona. Ciò potrebbe essere sintomo di carenza e mancanza di riconoscimenti durante la tua crescita o una forma di falsa consapevolezza che accettare gli aspetti positivi di te stessa comporti necessariamente un un compito e un imperativo morale di dover dare tanto agli altri e il timore di non essere capace. Incomincia con il riconoscere le cose belle che hai e poi puoi chiederti in che modo utilizzarle per aiutare gli altri.

Conosco molto bene la sua problematica. Succede all' improvviso una reazione emotiva che non si riesce ad attribuire ad una causa in particolare. Questo può essere determinato da uno stato di stress prolungato e controllato oppure da un evento critico ( non riuscire a svolgere un compito, un giudizio sociale non richiesto, ad esempio). Lei ha una profonda sensibilità e questa reazione le dice qualcosa di molto importante, probabilmente è giunto il momento di fermarsi e darsi la possibilità di essere se stessi. Utilizzi questo fatto considerandolo come un consiglio che la sua mente ed il suo corpo le hanno inviato per mettersi in ascolto di se stessa.

Cari Saluti

Gentile Francesca,

sicuramene la sua reazione sembra spropositata rispetto all'evento; però potrebbe essere l'epifenomeno di un disagio che serpeggia in lei.

Dovrebbe se riesce inquadrare questo episodio nella sua situazione generale. Può darsi, ma evidentemente non ho elementi per affermarlo, che ci siano fattori che la turbano dei quali lei non ha consapevolezza e che sono emersi proprio quando doveva raccontare i suoi "pregi".

Le suggerirei di consultare uno psicoterapeuta esperto ( da scegliere fra gli iscritti all'ordine degli psicologi della sua regione, magari privilegiando chi offre il primo colloquio gratuito) con il quale esaminare le cause profonde di questo disagio ed individuare il percorso per rimuoverle.

Augurandole ogni bene, la saluto.

 

Gentilissima Francesca,

l'aspetto su cui mi soffermerei inizialmente è il suo blocco nell'individuare 10 caratteristiche positive di se stessa, perché simmetricamente mi chiedo cosa sarebbe successo se la consegna fosse stata sul versante negativo, ovvero se la reazione sarebbe stata la medesima. Le emozioni, anche quelle che spesso consideriamo negative (tristezza, rabbia, paura, disgusto etc), sono protettive e solo se superano una certa soglia di tolleranza si possono generare delle difficoltà: talvolta l'emozione ESPLODE anche per contrastare l'instaurarsi di un pensiero negativo ridondante su se stessi (es. non sono capace, non ho valore, non mi merito di essere felice) oppure il giudizio da parte degli altri. Inoltre la situazione di imbarazzo (emozione che si differenzia dalla vergogna e dal senso di colpa) creatasi in classe in seguito al coinvolgimento delle sue compagne da parte della professoressa non ha fatto altro che alimentare il turbamento emotivo che era già in atto trovando nella valvola PIANTO e FUGA lo sfogo della pentola che era sotto una forte pressione. Il pianto culturalmente è percepito come qualcosa di negativo (talvolta l'adulto rivolgendosi a un bambino gli dice di non piangere), ma è un atto liberatorio che consente al corpo di scaricare le tossine. Spesso si fugge di fronte a ciò che crea ansia: pensiamo alla zebra che vedendo il leone fugge e si salva. Se questa però diventa la modalità principe con cui si affronta la vita, finiamo per farci travolgere dall'emozione non riuscendo più ad affrontare gli ostacoli e le difficoltà in modo funzionale, come una zebra che fugge anche di fronte all'erba e non distingue il leone dal fieno. Per comprendere meglio l'origine delle proprie emozioni sarebbe importante approfondire la storia famigliare e personale all'interno di un percorso di consulenza psicologica: dei metodi molto utili per lavorare sulla consapevolezza integrata delle emozioni sono il Metodo del Disegno Psicoemotivo per l'Analisi e la Consapevolezza e il Training Autogeno Bionomico. Restando a disposizione per ulteriori informazioni, Le porgo cordiali saluti.

Buongiorno Francesca. Chiede di poter identificare l'origine, la causa di questa sua reazione. A mio avviso potrà riuscirci lavorando su se stessa. Sembra voglia tirare acqua al mio mulino, indicandole un percorso di analisi. Non è l'unica via percorribile, ve ne sono diverse. Non so, così di pancia, mi viene da suggerirle un percorso spirituale, per esempio. Essendo una psicoterapeuta la strada che conosco meglio è l'analisi personale: ci sono tanti modelli di psicoterapia e può scegliere quello che ritiene più consono a sé. Solo lei potrà scoprire cosa l'ha portata alla sua reazione, a mio avviso, nemmeno così spropositata, e con ciò non intendo sminuirla, solo normalizzarla. Le auguro un grande in bocca al lupo. 

Dott.ssa Giuliana Palumbo

Dott.ssa Giuliana Palumbo

Torino

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Buongiorno Francesca,

dietro la reazione spropositata c'è la storia di Francesca che dovrà ripercorrere se intenderà individuarne i motivi con l'aiuto di qualcuno competente. Le consiglierei uno psicoanalista.

Mi permetto di lasciarle anche il mio sito dove potrà approfondire le problematiche:psicologo-gramaglia-torino.net

Buon lavoro. 

Dott. Giancarlo Gramaglia

Dott. Giancarlo Gramaglia

Torino

Il Dott. Giancarlo Gramaglia offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Francesca, una reazione emotiva intensa'e improvvisa come quella che ha raccontato potrebbe essere un modo della mente di richiamare attenzione verso il proprio mondo interiore, verso le proprie emozioni e fragilità in un momento magari delicato o significativo della vita.... se desidera la inviterei a telefonarmi, mi chiamo Daniela Santinon, sono psicologa clinica e ho il mio studio a Torino in via Baltimora. Offro un primo colloquio gratuito e la possibilità di percorsi di sostegno a prezzo promozionale.  Grazie 

Buonasera Francesca, la descrizione di quanto accaduto mi ha molto incuriosito. Mi chiedevo se in passato ci siano stati episodi simili e soprattutto cosa significhi per lei sentirsi al centro dell'attenzione in termini positivi. Sarebbe utile collegare quanto successo alla sua storia personale. Qualora volesse contattarmi per un incontro conoscitivo, non esiti a contattarmi privatamente.

Buona serata.

Cara Francesca lei si e' profondamente commossa nell'ascoltare i commenti positivi espressi nei suoi confronti...in effetti credo che facciano molto piacere e che mettano in contatto con delle proprie parti profonde con cui forse non si e' abituati ad entrare in contatto. Lei si e' lasciata andare e questo credo che possa averla spaventata! Si sono smosse dinamiche affettive che lei non e' riuscita contenere.....se vuole può approfondire, per imparare a conoscersi meglio e a comprendere le sue reazioni così da non esserne travolta. Molti auguri