Soffro di disturbi alimentari da tanti anni, ho da poco subito un lutto e sono perennemente in preda ad una fame nervosa che mi porta ad abbuffarmi per poi eliminare il tutto tramite induzione. Sto attraversando un periodo di crisi anche con il mio ragazzo e non trovo vie di uscita. Ho perso la curiosità che mi spronava ad agire, mi sento vuota e non mi attira più niente. L'unico pensiero al quale mi appiglio è il cibo, un pensiero che mi assilla 24 h su 24. Penso di trovare conforto nel cibo ma dopo mi sento peggio di prima perché provo ribrezzo per quello che ho fatto a me stessa e non riesco nemmeno a poggiare lo sguardo sul mio corpo. Sono un involucro senza un'anima. Ogni giorno ripeto che andrà meglio ma non riesco a muovermi e quindi ritorno al punto di partenza. Ho messo in pausa la mia vita e non capisco cosa ho intenzione di fare. Esiste un modo per superare questa bulimia nervosa? Grazie per l'attenzione
Gentile Valentina,
come non comprendere il suo dolore e la difficoltà estenuante che un sintomo come quello che ha descritto procura.
Esiste sicuramente un modo per riportare tutto alla normalità, per cercare di sostituire quello che oggi rappresenta il cibo con ciò che invece è fisiologico e funzionale rispetto ad una vita che non necessiti di abbuffate e vomito.
Provi a richiedere l'aiuto di uno specialista, vedrà che troverà un sollievo a questo grande dolore.
In bocca al lupo.
Gentile Valentina,
gli psicologi della Strategica Breve hanno messo a punto specifici ed efficaci protocolli per i disturbi alimentari, per cui potrebbe rivolgersi ad essi. Tali terapie riescono spesso a rompere l'abitudine compulsiva alle abbuffate e di conseguenza il circolo di pensieri che la sostiene.
Sarà inoltre probabilmente utile cercare di risolvere i sentimenti di insoddisfazione derivanti dal periodo di crisi, chiarificare gli obiettivi di vita, superare i traumi ecc.
Cordiali saluti
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Cara Valentina, credo che il lutto subìto e la crisi che sta vivendo con il suo ragazzo stiano facendo emergere delle difficoltà ben più profonde che già si manifestavano da anni, attraverso i disturbi alimentari cui fa riferimento. Sarebbe azzardato, per quanto mi riguarda, entrare in dettagli tecnici a partire dalle poche informazioni che ha scritto, perchè dovrei capire bene cosa effettivamente per lei è causa di sofferenza ed il perchè della sua sensibilità centrata sul corpo. Posso però dirle che, dopo tanto tempo, potrebbe essere arrivato il momento di prendersi cura del suo disagio, chiedendo ad uno specialista di accompagnarla in un percorso che la porti alla consapevolezza del suo modo di vivere emozioni e pensieri attraverso il corpo. Solo così potrà arrivare a far emergere l'anima, per riprendere le sue parole così giuste. Il contenuto dell'involucro, che lei oggi non percepisce, invece esiste, è prezioso, ma forse è soffocato da un modo poco funzionale, di pensare, di sentire e di fare. Tutto è possibile, a patto di volerlo. Resto a sua disposizione, non esiti a chiedere ancora oppure a contattarmi.
Salve ho letto con attenzione e profonda empatia la sua mail e credo che non debba sottovalutare il suo problema e incominciare al più presto un percorso di psicoterapia.
Non si senta in colpa, non provi ribrezzo per se stessa.
I disturbi alimentari nascondono una mancata percezione del proprio corpo e difficoltà ad ascoltare i propri bisogni primari, ma è molto difficile,se non impossibile, che se ne esca da soli
Dovrebbe provare a fare piuttosto un'atto d'amore verso se stessa, cercando di ritrovare se stessa e la propria anima.
Accetti di avere un problema che va al di la del suo controllo e dei suoi sforzi per cercare di evitarlo, chieda aiuto per poter superare questo problema che le causa cosi tanto dolore e sofferenza!
resto in attesa per ulteriori chiarmenti o domande.
Affettuosi saluti
Cara Valentina,
non le sono servite molte parole o informazioni per farmi arrivare tutto il suo dolore, il suo vissuto di impotenza e l'immobilità attuale della sua vita. La bulimia è una via di fuga, come tante altre, da ciò che nella vita ci sembra troppo complicato e difficile da gestire o accettare. Come lei saprà benissimo, più che una via di fuga, col passare del tempo, diventa un vortice capace di fagocitare tutto e il rischio è quello di perdersi e di non sapere davvero da dove ricominciare per riprendere in mano il controllo della situazione.
In questa sua richiesta d'aiuto si può leggere forte anche il desiderio di rimettere in moto questa sua vita "in pausa"... bene questo è un primo importantissimo passo, ma non basta. In certi casi è davvero importante chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che potrà aiutarla a metter ordine nelle sue relazioni e a rimetter ogni tassello al proprio posto. Vedrà che presto ritornerà forte il desiderio di vivere pienamente... niente più "via di fuga", ma solo voglia di ripartire da sè!
Cordiali saluti.
Gent.Le Valentina
Mi ha molto colpito la sua frase: " ho messo in pausa la mia vita " perchè credo esprima molto precisamente quello che i DCA provocano e fanno sentire, cioè un blocco, un impasse dal quale sembra non si possa uscire.I disturbi alimentari, nel suo caso sembra una bulimia con condotte di eliminazione, si possono affrontare e curare anche se, specie se persistono da tempo non si risolvono da un giorno all'altro e cosa fondamentale prevedono l'intervento congiunto di psicoterapeuta e medico/nutrizionista. Solo con un buon lavoro di equipe e con la giusta motivazione da parte del paziente se ne può venirne a capo.
Inoltre il momento di vita che lei sta vivendo ( recente lutto e crisi con il suo ragazzo), sembra trovare come unica modalità di soluzione proprio il cibo, che probabilmente serve a distogliere la sua mente da pensieri molto dolorosi, creando così un circolo vizioso.
Le consiglio vivamente di cominciare quanto prima una terapia mirata per migliorare significativamente la sua qualità di vita.
Ciao Valentina,
come nella maggior parte dei problemi di dipendenza, il comportamento alimentare fa in modo che tu possa dedicarti totalmente al tuo corpo, al cibo e come scrivi "dimenticandosi dell'anima.
Per iniziare a risollevarti c'è qualcosa che puoi fare ma hai bisogno di molta volontà.
Inizia a regolare la tua alimentazione e quando il bisogno forte, capriccioso di mangiare arriva, cerca di dare spazio alla tua anima, cerca di spostare la tua attenzione dalla fame alla tua vita a quello che è il tuo "nervoso". Questo può costare sofferenza, prova a farlo con qualcuno magari, in modo da avere un aiuto in più. In questa fase serve forza.
La dipendenza alimentare è segnale di un grande disagio psicologico, se vuoi affrontare la realtà esterna ed interna inizia a contenerti e inizierai anche ad intravedere il tuo malessere dell'anima.
La realtà può costare qualche dolore, ma la finzione una continua sofferenza.
La tua avventura può iniziare così.
Salve Valentina mi dispiace per il suo periodo negativo. Dovrebbe sicuramente ricorrere ad una consulenza psicologica ed elaborare un programma per uscire da questo blocco della sua vita. I lutti hanno una fase di elaborazione che è necessaria al loro parziale o totale superamento, quindi probabilmente il suo malessere di adesso è collegabile ad una normale fase depressiva dopo una perdita o un lutto. Però è anche vero che lei già soffriva di disturbi alimentare e quindi è un'aspetto di cui deve prendersi cura. provi a visitare il sito di coaching e dipendenze, potrà acquisire informazioni sulle dipendenze alimentari. Ovviamente se lei avesse una diagnosi di disturbo alimentare deve rivolgersi ad un centro specialistico. A Napoli esistono vari centri specialistici tra cui
Centro ADA – FIDA Napoli
Contatti: Via Alessandro Manzoni, 26b – 80123 – Napoli (NA) 081.7146362
oltre alla SISDCA alla Federico II
Sede:
Dipartimento di Salute Mentale ASL NA 1 - via Adriano 16 80126 Napoli tel. 081/2548587
Buongiorno Valentina..la tua richiesta d aiuto è già un inizio di cambiamento per fare si che ogni giorno non sia la copia del precedente fatto di buone intenzioni e immediati fallimenti
i disturbi alimentari al contrario dei luoghi comuni non sono legati all aspetto fisico e ai modelli che i media ci propinano anche per pubblicizzare una scopa..sono molto legati alla crescita
dovrei saperne di più...se ti era già capitato magari quando hai fatto la maturità o in un altro periodo..
La perdita di cui scrivi anche se non è chiaro chi sia immagino una persona a te molto vicina..al di là della sofferenza del dolore e della mancanza ci sono perdite che mettono in discussione i nostri ruoli le nostre competenze..ci sono assenze che ci mettono in condizione di salire sul palco e non essere più nelle quinte..
Ti consiglio la psicoterapia per supearare questo loop in cui sei imprigionata per risolvere il tuo problema alimentare e soprattutto per sbrogliare dei nodi un po più antichi..
io faccio studio a Napoli, la prima consulenza è gratuita può sembrare venale ma la terapia è un viaggio bisogna fare un primo passo..e il monitor non è di aiuto..
Ti saluto tienimi aggiornata.