Si può vivere nell'era di facebook, twitter, google+, linkedin, instagram, skype, email... senza comunicare?
Una delle prime regole che vengono insegnate in qualunque corso di comunicazione è il principio del "non si può non comunicare", di solito seguito da esempi come questo:
Due individui nello stesso ambiente, anche se non pronunciano nessuna parola, cionondimeno comunicano comunque tra loro. Lo fanno attraverso gli sguardi, i gesti, la postura, il modo in cui sono vestiti. Anzi, il fatto stesso che non parlino è un chiaro messaggio di...
I nuovi strumenti a disposizione di tutti hanno cambiato le cose? Chi rifiuta l'uso di ogni new media si sta isolando, rifiutandosi di comunicare o semplicemente respinge i nuovi strumenti?
Quello che è certo è che, rispetto anche solo a pochi anni fa, è aumentata enormemente la quantità dell'informazione a discapito della sua qualità.
Certo, è bellissimo poter consultare wikipedia durante una discussione con il proprio amico per controllare se, come dice lui, la parola zulu si scrive con l'accento o, come dico io, senza (a proposito: in questo caso avremmo ragione entrambi), così come dà una grande soddisfazione poter fare gli auguri su facebook a quel tuo compagno delle elementari emigrato in Antartide e che non vedi da 35 anni...
Il problema è che la disponibilità di tutti questi contenuti si paga inevitabilmente con un peggioramento della loro qualità: personalmente trovo che la rete metta a disposizione di tutti moltissime informazioni superficiali su ogni argomento, ma che sia quasi impossibile (a parte poche eccezioni) approfondire seriamente qualcosa.
E il compagno di scuola emigrato in Antartide preferirà guardare l'elenco di tutti quelli che gli hanno fatto gli auguri su facebook e rispondere a tutti, uno per uno, con un like o festeggiare mangiando un bel gelato insieme alle sue foche e ai suoi pinguini?
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