In questa era della comunicazione é piuttosto difficile capirsi. La causa di questa scarsa comprensione si attribuisce ai messaggi di ogni tipo che ci sovrastano, dal rumore esterno, ma soprattutto, dalla poca disponibilità all'ascolto per quella sorta di egocentrismo eccessivo presente in tutti. Se riuscissimo ad ascoltare quanto esprimiamo con le orecchie altrui, riusciremmo a scoprire la quantità di commenti, generalizzazioni e stereotipi inutili che utilizziamo.
Per essere un "buon ascoltatore" bisogna mettere da parte i fatti personali immedesimandosi con interesse e attenzione nei racconti dell'altro, senza porsi, in primis, con un atteggiamento critico e soprattutto, senza la finalità - frequente e comune - di giudicare mettendoci in cattedra. L'ascolto attivo non é sinonimo di "sentire", ma é una predisposizione mentale che consente di entrare in contatto con le persone e con l'informazione che ci viene trasmessa.
Tutto ciò, genera, senza alcun equivoco, relazioni familiari e sociali, nonché con tutto il mondo esterno, migliori consentendo, all'ascoltatore, nel tempo, un aumento della sua capacità di concentrazione, una maggiore conoscenza, una collaborazione con gli altri, ed un incremento della fiducia in noi stessi. Coloro che non sanno ascoltare, cercano di catturare l'attenzione dell'altro preoccupandosi di ciò che dovranno esprimere successivamente, tentando, appena si presenta una pausa, di interrompere l'interlocutore, e di manifestare le loro opinioni creando una sorta di " monologhi" non graditi a nessuno.
Differentemente, coloro che sanno ascoltare, riescono ad indurre una comunicazione che viene apprezzata e compresa, incoraggiando chi sta parlando, ad esprimersi profondamente e ciò non fa altro che migliorare l'intesa, la fiducia ed il rispetto altrui. I segreti dell'ascolto contengono tre elementi:
1) "il silenzio attento" inteso anche come attento contatto visivo ed esprime rispetto verso l'altro. Il silenzio é pieno di significati e lascia spazio ai pensieri consentendo la fuoriuscita di sentimenti ed emozioni. Noi occidentali, siamo abituati a parlare continuamente, mentre gli orientali preferiscono osservare, ascoltare e poi parlare rispettando il trittico di Decroly di adozione scolastica ORE (osservare-riflettere-esprimere);
2) "la conferma" intesa com espressione di rinforzo "capisco la situazione" o ancora "credo che farai la scelta giusta" in cui si offre all'altro fiducia e considerazione, nonché una partecipazione emotiva alla sua vita;
3) "la parafrasi" intesa come libera ripetizione di quanto ascoltato, riassumendo i contenuti, allo scopo di far comprendere che si sta cercando di sforzarsi al massino per capire in modo corretto, il più possibile, la vera realtà. Non bisogna mai trascurare il fatto che l'ascolto si fa con il cuore, con il corpo e con la mente rispettando il tempo di cui ha bisogno colui che sta parlando.
É opportuno sapere che se qualcuno ha bisogno di parlare, sta comunque esprimendo un bisogno.
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