Salve a tutti. Ho 43 anni e da ormai diversi anni sto notando un costante peggioramento del mio vocabolario e della mia dialettica. Questa mia condizione, che vado ora a spiegare, mi sta creando una forte frustrazione e conseguente sottovalutazione di me stesso, tanto da portarmi spesso ad intraprendere la “tattica” del silenzio autoimposto. Da ormai anni trovo una forte difficoltà a trovare le parole adatte in un discorso, ho notato che più l’argomento è “provocatorio” e più mi innervosisco con me stesso per non riuscire a trovare le parole adatte per tenere testa al mio interlocutore. Spesso, come detto sopra, fatico così tanto a trovare le parole adatte da impormi il silenzio, per poi passare magari le ore successive a pensare costantemente a quello che avrei potuto dire in quel momento. Soffro anche di balbuzie, dovute dal mio difetto di parlare troppo velocemente e questo, sommato a quanto detto sopra, non aiuta per niente. Ho pensato diverse volte di rivolgermi ad un logopedista, ho intrapreso autonomamente un percorso di “ginnastica per il cervello” leggendo libri, di qualsiasi genere per tenere la mente in allenamento. Ho fatto una visita con un neurologo che mi ha sottoposto al “banale” e veloce test delle tre parole da ricordare (gatto, pane, casa) che ORA mentre scrivo ricordo, ma che, tempo fa durante la visita, dopo 5 minuti di colloquio avevo ovviamente dimenticato. Mia nonna ha sofferto di Alzheimer e questa cosa mi spaventa non poco. Sono un tipo ansioso e spesso stressato. Ho addirittura pensato che la mia condizione fosse legata ad una diminuizione del testosterone, dopo aver letto l’effetto della mancanza del suddetto, sugli Aspetti cognitivi. Io sono di milano, e mi interesserebbe avere un parere su susnto ho scritto e un consiglio sul percorso che devo intraprendere per poter uscire da questo incubo (per me lo è) che mi limita molto nella vita.