Salve, Abbiamo una bambina di quasi 5 anni, molto intelligente, affettuosa ed estroversa. Quasi un anno fa ha avuto un nuovo fratellino. Tutto bene, a parte che negli ultimi giorni quando la rimproveriamo o si arrabbia, lei ci risponde con frasi del tipo: “Vai via non sei piu il mio papa´/mamma“, o addirittura “Voglio che tu muoia“! Potete capire che specialmente quest´ultima frase ci ha colti molto di sorpresa, facendoci stare molto male. Vorremmo capire il perche´ di queste parole, dove abbiamo eventialmente sbagliato e sopratutto come reagire e correggere questo atteggiamento. Grazie, Saluti
Gentile Sig. Achille,
comprendo il dispiacere di ascoltare certe parole dalla vostra piccola e l'urgenza di individuare una motivazione e al più presto una soluzione ad un comportamento così sconcertante e doloroso.
Non è possibile purtroppo però risponderle in questa sede: i bambini comunicano a loro modo bisogni e disagi che non riescono a superare e a soddisfare o meglio, a veder soddisfatti.
Per potervi aiutare, è necessario conoscere la storia familiare all'interno della quale sono scaturiti questi comportamenti e naturalmente la vostra bambina.
Resto a disposizione per qualunque informazione.
Un cordiale saluto,
Salve, la rabbia verso i genitori dopo la nascita di un nuovo membro della famiglia e' un fatto ricorrente, soprattutto in bambini che non superano i 5 anni di età. Bisogna sapere che dai 18 mesi fino ai 4, 5 anni i bambini vivono una fase chiamata egocentrismo infantile. L' egocentrismo prevede l' incapacità di provare empatia, essere concentrati solo su se stessi e sui propri bisogni e vedere gli altri come mezzi affettivi e concreti di soddisfazione affettiva e materiale. Trattare quindi i bambini come principini e principesse, campioni e campionesse, farli sentire intelligentissimi, bravissimi e migliori di altri e' controproducente perché va ad agire incentivando lo sviluppo del narcisismo. Ciò che dobbiamo incentivare nei nostri figli e' l' intelligenza emotiva: imparare a capire cosa proviamo, nelle varie situazioni,dare un nome alle emozioni, riuscire a parlarne, riconoscere le emozioni negli altri, riconoscere la frustrazione e saperla accettare e così via. Invece di provare paura, delusione o tristezza di fronte alle sue emozioni negative, approfondite, fate domande per fare emergere tutta la sua rabbia. Inoltre datele dei compitini, mettendola nella condizione di scelta, che riguardino la cura del fratellino. Fatela partecipare ai momenti di cura e di affetto dandole un ruolo, presentandolo non come un dovere ma come una cosa bella, che lei può scegliere se fare o non fare, ma che il fratellino desidera tanto. Fatele vedere dei film sul legame molto forte tra fratelli, senza spiegare o anticipare il contenuto, lasciatele il tempo di trarre conclusioni. Vi invito a leggere Intelligenza Emotiva di Goleman e vi invito a contattare uno psicoterapeuta nella vostra città( approccio sistemico o strategico breve sarebbe meglio) che in pochi incontri vi offrirà spunti di riflessione ed esercizi concreti da mettere in pratica per aiutare la vostra bambina.
Buongiorno Achille,
trovo molto spontanee e molto sane le esternazioni di sua figlia che non esita a mostrarvi la sua rabbia nei vostri confronti. Questo implica una cosa molto importante, che le avete dato il permesso di essere se stessa e di dimostrare le sue emozioni ed è una cosa fondamentale per una crescita equilibrata e serena della vostra bambina. Dunque per prima cosa mi preme rimandarvi che siete dei bravi genitori e più che essere se stessi e "sufficientemente" buoni, come genitori non si può essere, visto che il mito del genitore perfetto è irreale. Capisco bene d'altra parte che sentire la propria piccolina, che finora ci aveva considerato i suoi eroi, scagliarsi contro di noi, ferisce e sgomentama ma, ciononostante, non è nulla di grave che vada "corretto", anzi ! L'atteggiamento migliore è quello della comprensione e dell'apertura, cioè non censurare ciò che la bimba dice ma cercare di capirlo meglio, chiedendo a lei stessa cosa succede e cosa c'è che la fa arrabbiare. Aiutarla a tirar fuori ciò che la rattrista o la fa arrabbiare eviterà di ingigantire certi sentimenti e lei potrà farsene una ragione e non farli di ventare dei mostri che spaventano. Il vostro esempio che i sentimenti negativi si possono esprimere e se ne può parlare la rassicurerà certamente e la aiuterà a diventare un'adulta più consapevole. Buon lavoro!
Buongiorno Achille,
da ciò che descrive è possibile capire che la piccola sta attraversando un momento in cui si sente profondamente arrabbiata e questo suo sentimento lo manifesta attraverso le risposte che vi dà. Comprendo la sofferenza sua e di sua moglie nel sentirvi dire frasi così dure da parte della vostra bimba che come lei dice è sempre stata affettuosa ed estroversa.
Proverei a cercare di capire insieme a lei se di recente qualcosa non la abbia turbata, accogliendo e riconoscendo questo suo sentimento che probabilmente coglie di sorpresa e spaventa voi come la bimba stessa.
Vorrei poterle dire di più, ma purtroppo la situazione richiederebbe un’indagine un po’ più approfondita che il contesto non permette.
Un caro saluto
Salve Achille,
il perchè di questa brutta affermazione è relativamente semplice: la bambina si è molto arrabbiata con voi perchè avete fatto un altro bambino! Io penso che voi non abbiate fatto nulla di male o di sbagliato, anzi...se riuscirete a far passare questo brutto momento, prima o poi anche lei si accorgerà di quanto è bello avere un fratellino!
Capisco che è una frase orribile da sentirsi dire, e ciò va detto alla bambina, ma senza colpevolizzarla eccessivamente per questo suo sfogo di rabbia. Forse si potrebbe dire semplicemente che queste cose non si dicono (come le parolacce). Io, inoltre, vi consiglierei anche di mostrare alla bambina che ci rimanete male, anche se poi non è il caso di tramutare tutto ciò in una tragedia. Insomma, io ritengo che i bambini vadano rimproveratt al momento dell'accaduto, che si possa anche mostrare loro di esserci rimasti male, di essere stati feriti da quelle parole, ma che poi, dopo poco, tutto si deve risolvere senza conseguenze a lungo termine (inutile secondo me riprendere il discorso in altri momenti, oppure ricordare le conseguenze di una certa azione dopo ore, trascinarsi in lunghe punizioni...si alimentano solo rabbie e rancori).
Buon giorno.
Io direi: nè reagire, nè correggere. Non mi sembra un problema di comportamento, bensì di stato d'animo conseguente a qualche cosa che nel campo familiare suscita alla bambina dei vissuti di disagio, di incomprensione, di esclusione, al di là delle buone intenzioni dei genitori. Quel che può aiutarvi è stare sintonizzai su quel disagio, averne comprensione, passare a lei la vostra sensibilità, l'ascolto, la calma. Ecco, la cosa che mi sembra importante sta nel modo di impostare, da parte degli adulti, la relazione con la bambina su basi sensibili prima che educative.
Salve in merito alla sua domanda, avere un fratellino o sorellina, per chi ha vissuto come figlio unico per molto tempo, è un notevole cambiamento, i bambini possono essere gelosi, invidiosi ed infastiditi dal nuovo arrivato, poichè per loro i genitori sono "loro" nel senso che quando sono piccoli i bambini sono egocentrici e possessivi. Se vuole può leggere un libro sullo sviluppo cognitivo infantile, per comprendere le diverse fasi che attraversa sua figlia. Se conosce cosa stà passando può essere più comprensiva nei suoi confronti ed aiutarla e sostenerla nell'accettare il fratellino. I bambini non vivono le situazioni come gli adulti, hanno una modalità diversa dagli adulti di comprenderle ed interpretarle. A volte gli adulti pensano che un bambino o non capisce niente perchè piccolo o deve capire cose che per loro sono ovvie, ma non è così. Se vuole ci sono inoltre libri, scritti da autorevoli autori per aiutare i genitori ad educare i figli. Spero di esserle stata utile, cordiali saluti.
Salve, è probabile che la bambina abbia un grosso risentimento nei riguardi dei genitori che hanno portato nella "Sua" famiglia il nuovo fratellino! I bambini di quell'età non hanno sempre raggiunto la capacità di comunicare effettivamente ciò che vogliono, sentono un disagio e reagiscono impulsivamente al disagio senza troppo preoccuparsi del senso morale e della gravità delle parole che usano. E' importante che, ogni volta, i genitori si rivolgano alla bambina chiedendole cosa vuole al di là del capriccio o della risposta che fornisce in prima battuta, cioè cercare una risposta su cosa la infastidisce effettivamente nel momento in cui reagisce male, ciò aprirebbe una comunicazione in famiglia sui bisogni anche della primogenita, la quale probabilmente ritiene di essere messa in secondo piano! Se da soli non riuscite in questo passaggio credo che la cosa più fruttuosa da fare per evitare problemi futuri molto più onerosi sia farvi aiutare da un esperto/a dell'età evolutiva che possa integrare meglio i ruoli nella vostra famiglia. Distinti saluti
Salve Achille,
mi rendo conto che la sensazione di distanza che avverte quando sente queste parole sia dolorosa, ma mi sento di dirle che è un evento piuttosto comune. Durante questa età e anche prima i bambini sperimentano la propria capacità di esprimere il proprio punto di vista, talvolta con forza, che ancora non maturo e fisso a causa del proprio egocentrismo non è pronto a cogliere l’impatto emotivo che può suscitare. Ritengo probabile che la presenza del fratellino le abbia fatto percepire una ridotta l’attenzione su di sè e ciò le abbia causato un senso di esclusione da una triade che non la comprende. I bambini esprimono il disagio che provano in molti modi, quello verbale è quello che ci permette immediatamente di sintonizzarci con il loro mondo interiore per capire cosa momentaneamente non funziona. Non mi sento di darvi grosse indicazioni, poiché occorrerebbe un indagine più approfondita, tuttavia credo che spiegare alla bambina che la presenza del fratellino è un evento positivo che non toglierà a lei né attenzione nè amore è un primo passo per una maggiore consapevolezza che la aiuterà a comprendere il momento che sta attraversando. È importante che tutto ciò sia rinforzato da testimonianze concrete, dedicandole degli spazi specifici in cui vi occupate di lei con delle attività ludiche o psico-educative e momenti in cui la coinvolgete nell’interazione e cura del fratellino. Buon lavoro.
Foggia
La Dott.ssa Angela Niro offre supporto psicologico anche online
Salve Achille
l'aggressività e la rabbia appartiene anche ai nostri figli. Sua figlia è in una fase difficile in cui deve elaborare la presenza del fratellino piccolo. Cercate di coinvolgerla nella attività che riguardano il fratellino e lodatela quando fa delle cose buone per lui....per es accarezzarlo, giocarci, portarlo per mano, etc...
Frasi così forti per un bambino non hanno lo stesso valore che hanno per un adulto. E' solo il modo attraverso cui esprimere rabbia e aggressività. Magari chiedete un aiuto voi genitori, se questo vi può far stare più tranquilli. Sarebbe indicato uno psicoterapeuta familiare. Mi faccia sapere