Gentili Psicologi Italia, mi rivolgo a voi per ottenere chiarimenti su due episodi accaduti durante il mio percorso di psicoterapia. Ritengo opportuno verificare se tali circostanze costituiscano una violazione delle normative vigenti in materia di privacy e deontologia professionale. 1. Presenza di terzi durante la seduta La psicologa svolge le sedute all’interno della sua abitazione insieme a familiari (la madre), la quale, durante una mia sessione, è entrata improvvisamente nella stanza, perché stavamo discutendo su un mio argomento personale e ha sentito dei toni accesi entrando senza preavviso né consenso pretendendo informazioni su cosa stesse accadendo. Ritengo che la semplice presenza e richieste non autorizzate di una persona estranea durante una seduta psicoterapeutica, possa rappresentare una violazione della riservatezza e della privacy del paziente. Chiedo pertanto se esiste una normativa o un principio deontologico che vieti la presenza di terzi non autorizzati all'interno dello spazio in cui si svolge la seduta e se tale episodio possa configurarsi come una violazione della privacy o un comportamento deontologicamente scorretto da parte della professionista. 2. Comunicazione di informazioni relative agli appuntamenti In un'altra occasione, al mio arrivo presso lo studio, è stata la madre della psicologa a rispondere al citofono e a fornirmi informazioni sull’appuntamento, affermando che non dovevo presentarmi quel giorno e intimandomi di andarmene. Solo in un secondo momento, ho verificato che la professionista mi aveva effettivamente comunicato lo spostamento dell’appuntamento, ma al momento della mia presenza davanti allo studio non ne ero a conoscenza. Vorrei sapere se la gestione delle comunicazioni sugli appuntamenti da parte di un familiare della professionista (che non è un collaboratore ufficiale né ha un ruolo riconosciuto nello studio) sia lecita e conforme alle normative sulla privacy del paziente. Conclusione Alla luce di quanto esposto, vi chiedo un parere in merito a eventuali violazioni deontologiche o normative in queste situazioni e se sia opportuno procedere con una segnalazione formale. Resto in attesa di un vostro riscontro e vi ringrazio per l’attenzione.