Richiesta di chiarimenti su tutela della privacy e condotta professionale in ambito psicoterapeutico

Claudia

Gentili Psicologi Italia, mi rivolgo a voi per ottenere chiarimenti su due episodi accaduti durante il mio percorso di psicoterapia. Ritengo opportuno verificare se tali circostanze costituiscano una violazione delle normative vigenti in materia di privacy e deontologia professionale. 1. Presenza di terzi durante la seduta La psicologa svolge le sedute all’interno della sua abitazione insieme a familiari (la madre), la quale, durante una mia sessione, è entrata improvvisamente nella stanza, perché stavamo discutendo su un mio argomento personale e ha sentito dei toni accesi entrando senza preavviso né consenso pretendendo informazioni su cosa stesse accadendo. Ritengo che la semplice presenza e richieste non autorizzate di una persona estranea durante una seduta psicoterapeutica, possa rappresentare una violazione della riservatezza e della privacy del paziente. Chiedo pertanto se esiste una normativa o un principio deontologico che vieti la presenza di terzi non autorizzati all'interno dello spazio in cui si svolge la seduta e se tale episodio possa configurarsi come una violazione della privacy o un comportamento deontologicamente scorretto da parte della professionista. 2. Comunicazione di informazioni relative agli appuntamenti In un'altra occasione, al mio arrivo presso lo studio, è stata la madre della psicologa a rispondere al citofono e a fornirmi informazioni sull’appuntamento, affermando che non dovevo presentarmi quel giorno e intimandomi di andarmene. Solo in un secondo momento, ho verificato che la professionista mi aveva effettivamente comunicato lo spostamento dell’appuntamento, ma al momento della mia presenza davanti allo studio non ne ero a conoscenza. Vorrei sapere se la gestione delle comunicazioni sugli appuntamenti da parte di un familiare della professionista (che non è un collaboratore ufficiale né ha un ruolo riconosciuto nello studio) sia lecita e conforme alle normative sulla privacy del paziente. Conclusione Alla luce di quanto esposto, vi chiedo un parere in merito a eventuali violazioni deontologiche o normative in queste situazioni e se sia opportuno procedere con una segnalazione formale. Resto in attesa di un vostro riscontro e vi ringrazio per l’attenzione.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Claudia, credo che la collega abbia peccato sopratutto di buon senso non tutelando nè la propria professionalità nè lei come paziente. La situazione che descrive mi fa pensare a una giovane ed inesperta collega che è agli inizi della propria attività professionale e per questo e solo per questo mi sento indulgente. Per quel che riguarda lo specifico della sua domanda, noi abbiamo un codice deontologico e una commissione deontologica è presente in ogni Ordine Regionale e lei può porre la stessa domanda direttamente in commissione e le dico da subito che noi non possiamo riferire ad alcuno quanto ci viene detto in seduta, nemmeno alle autorità giudiziarie ma che non esiste una norma esplicita e specifica su quanto lei racconta e che quindi starà alla commissione valutare il caso qualora lei dovesse denunciare l'accaduto. Però le chiedo, visto che è così tanto risentita, perchè non ne parla con la collega? Perchè non dichiara quanto è stato disturbante per lei l'intrusione che ha subito? Ho la sensazione che potrebbe scoprire cose interessanti in merito. Le auguro una prosecuzione serena del suo percorso 

Dott.ssa Paola Guarino

Dott.ssa Paola Guarino

Napoli

La Dott.ssa Paola Guarino offre supporto psicologico anche online

Gentile Claudia, in ambito psicoterapeutico la riservatezza e il rispetto della privacy del paziente sono principi fondamentali dal punto di vista sia etico che legale. La presenza di terze persone, se non concordata previamente con il paziente, può essere considerata non conforme a tali principi.

Siamo tenuti a rispettare un codice deontologico che può trovare online scrivendo “Codice Deontologico Psicologi”. Se lo ritiene necessario, può rivolgersi all’Ordine degli Psicologi della regione e porre gli stessi quesiti. Spero che queste informazioni siano state utili per lei.

Ad ogni modo, potrebbe essere utile rivelare i propri dubbi alla sua psicoterapeuta e affrontare la tematica all’interno del vostro spazio.

Un saluto

Salve Claudia, credo che il suo sentire e l' accorgersi di questa situazione sia giusto e tutelante nei suoi confronti.

Però per non additare una collega che penso non l abbia fatto per nuocerle le suggerirei di confrontarsi con lei e spiegarle che non si è sentita tutelata.

Rimango a disposizione per qualunque necessità.

Dott.ssa Casumaro Giada 

Dott.ssa Giada Casumaro

Dott.ssa Giada Casumaro

Modena

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