Il significato dell'alcol nei giovani. Oggi nel nostro paese la legge proibisce di vendere o di somministrare alcol a soggetti con età inferiore ai 18 anni. Ha stabilito questo il decreto Balduzzi del 2012 ed uno dei primi elementi da considerare é l'input dato, in questi anni, all'apericena che ha incrementato la quantità di consumo di alcol a stomaco vuoto e prima di cena. Ormai é una moda molto diffusa che coinvolge sempre di più i giovani. L'alcol non fa bene, fa male all'organismo e l'assunzione, nel tempo, finisce per creare anche la dipendenza.
Tuffarsi in una esperienza di questo tipo, soprattutto quando diventa frequente, é espressione di un disagio, di un mancato dialogo tra genitori e figli, di una poca considerazione delle problematiche dei giovani che si sentono sempre più soli in quanto la famiglia, nella maggior parte delle situazioni, é venuta meno come "nucleo" , generando spesso anche gravi e profonde conflittualità tra gli stessi genitori. A tutto ciò, bisogna aggiungere la possibilità di incidenti stradali, tra i giovani, causati proprio da uno stato di ebbrezza. Essi, quando sono alla guida non lucidi, sopravvalutano la loro capacità di controllo (illusione del controllo) diventando pericolosi per se stessi e per gli altri. É evidente che laddove esiste un reale supporto genitoriale ogni pericolo viene quasi naturalmente schivato, ma oggi, purtroppo, i genitori sono spesso assenti perché in preda alla carriera o ad altri innamoramenti incombenti dopo la separazione.
L'Organizzazione Mondiale per la Salute (OMS) con uno studio condotto dalla giornalista Alessandra Di Pietro ha sostenuto che " in Italia 1.620.000 ragazzi al di sotto dei 25 anni sono consumatori a rischio, la metà ha meno di 18 anni, ciò significa che 1 su 4 é a rischio, in quanto consumatore abituale eccedente o binge drinker: circa 750.000 minori necessitano di essere intercettati e non lo sono". Questa nuova tendenza o, più precisamente, questo nuovo "bisogno" va rimosso prima che continui, creando danni e intendo "vittime della strada" cercando di riportare la vita dei giovani nella comunicazione vera, quella fatta tra persone, visto che essi si immergono sempre di più nel loro mondo virtuale sprofondando alla fine in una disperata solitudine.
L'alcol é una evasione che porta al distacco dalla realtà, al non pensare, al dimenticare la sofferenza che si prova e che non si riesce a comunicare a nessuno se non al proprio terapeuta, se esiste, e vuole trasportare verso uno stato di allegria, di risate o di sopore, in alcuni casi. Cosa si può fare alla fine? Forse basterebbe essere più attenti verso i giovani, scrutando nei loro occhi e cercando di capire cosa essi realmente hanno bisogno. Sarebbe sufficiente ritornare come in passato alla comunicazione fatta di parole e, soprattutto, di affetto e di comprensione.
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