Intanto premetto che la cocaina crack e la polvere di cocaina sono semplicemente due differenti forme di cocaina. Può essere fumata, sniffata o somministrata per endovena. L’uso ripetuto di cocaina, indipendentemente dalla forma di assunzione o tipologia, produce dipendenza ed altre gravi conseguenze in particolare sul sistema cardio vascolare e danni cerebrali.
Nell’immaginario collettivo il cocainomane si associa alla persona di successo che sniffa per sostenere una vita intensa e con ritmi pesanti o nel week end si concede eccessi. Invece il consumatore di crack viene visto come un emarginato. Sono entrambi stereotipi.
Ad oggi non esiste una terapia farmacologica specifica per il trattamento dell’abuso e della dipendenza da cocaina/ crack.
Motivo per cui diventa fondamentale la psicoterapia per accompagnare all’astinenza e prevenire le ricadute.
La mia esperienza in studio privato è ovviamente diversa da un servizio pubblico per le dipendenze, dove il paziente in quanto sostiene il costo della psicoterapia, ha una motivazione generalmente più alta al cambiamento, un’adesione più libera.
Ci sono poi pazienti che evitano di recarsi in un servizio pubblico per le dipendenze al fine di evitare lo stigma sociale del drogato.
Se gli assuntori di cocaina arrivano in studio, quando ne fanno ancora uso, ma con la volontà di smettere, presentano irrequietezza, ansietà, irritabilità, labilità affettiva. Nella fase di passaggio astinenziale sono presenti agitazione, depressione, affaticamento, incubi, oltre all’intenso desiderio di cocaina. In queste due fasi lo psicologo è di sostegno. Successivamente i pazienti si stabilizzano e qui inizia il lavoro di psicoterapia: la consapevolezza del rischio della ricaduta e come fronteggiarla, l’individuare a quali bisogni rispondeva la cocaina e come soddisfarli in modo più funzionale, la costruzione di uno stile di vita nuovo (hobby, gestione del tempo libero), la creazione di relazioni più lontane dal mondo della cocaina.
I pazienti durante il percorso appaiono ad un certo punto molto diversi dall’inizio della terapia: più ricchi, vivaci, meno omologati e il rispecchiare loro questa trasformazione è un forte motivatore nella prosecuzione del cambiamento.
La famiglia è fondamentale nella via per il mantenimento dell’astinenza: in una fase iniziale il cui il paziente rivela o viene messo di fronte all’abuso di cocaina/crack e i membri si attivano nell’aiuto, monitoraggio del familiare in difficoltà ad una progressiva fiducia ed autonomia, che va concessa, affinché il processo di emancipazione dalla sostanza sia completato.
La psicoterapia è un passaggio fondamentale, un ottimo inizio, però il vero percorso è all’esterno e nel caso di bisogno/crisi il ritorno in terapia è un supporto di evitamento/ripresa dalla ricaduta.
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