Innanzitutto, vorrei sottolineare che quando si parla di " dipendenza " si intende una vitale necessità di avere relazioni interpersonali accudenti di qualsiasi tipo, siano esse verso partners, figure genitoriali e spesso anche cibo.
Oggi vedremo insieme cosa succede nella nostra mente quando non si può fare a meno dell'altro e la sofferenza che il solo pensiero può generare nella nostra mente.
I pazienti che arrivano in terapia hanno, il più delle volte, forti fantasie o timori di essere abbandonati da quello che per loro è l'altro significativo, avvertendo per questo un'estrema necessità di essere presenti nella sua mente e un profondo bisogno di essere accettati.
infatti, solo l'idea di non essere presenti nella mente altrui fa sperimentare un grande senso di vuoto e frustrazione, per questo si chiedono continue rassicurazioni all'altro che purtroppo non sembrano bastare mai.
Si tenderà ad adeguarsi alla persona per noi significativa, perdendo piano, piano quelli che sono i nostri interessi, le nostre amicizie e abitudini di vita con lo scopo di piacergli a tutti i costi.
Stiamo parlando di persone molto insicure ed è curioso vedere come questa insicurezza sia legata esclusivamente all'andamento della relazione. Quindi si oscillerà tra momenti e giornate in cui si ha un'immagine positiva di se stessi, ci si sente forti ed adeguati ( quando la relazione va bene anche solo nella fantasia) ed altri in cui si è fragili, ci si sente sbagliati ed incompetenti. E' proprio in questo momento che si percepisce che l'altra persona si sta allontanando e si sprofonda in un vuoto dove non si trovano obbiettivi e i desideri diventano assenti. Si è in un totale stato di contraddizione e di confusione.
Di solito la richiesta di una terapia avviene a seguito della fine di una relazione o per paura di un suo possibile verificarsi. Questo crea ansia e rabbia verso se stessi, oppure verso questo rapporto che si percepisce come malsano ma, che non si può fare nulla per uscirne generando senso di colpa.
La terapia in questi casi sarà fondamentale ed il mio obbiettivo sarà quello di fare ritrovare la fiducia nel paziente indipendentemente dalle sue relazioni.
Per questo ripercorreremo insieme la storia relazionale, tutti quei meccanismi mentali problematici che hanno generato confusione, perdita di obbiettivi e scopi personali per uniformarsi a quelli del partner o dell'altro significativo.
L'obbiettivo terapeutico quindi non sarà tanto quello di lavorare contro questa dipendenza, ma verso una maggiore capacità di regolare le scelte in maniera autonoma, anche attraverso delle strategie che via, via il paziente acquisirà nelle varie sedute psicoterapeutiche conquistando la sua autonomia e sapendo chi è, anche in un'eventuale assenza dell'altro.
dott.ssa Giulia Marzolo
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