Lo shopping compulsivo può essere descritto come il perpetrarsi di un comportamento guidato da un urgente, spesso potente e persistente impulso a comprare qualcosa qui ed ora. L’impulso è emozionalmente complesso e spesso dà vita a un conflitto emotivo disturbante; solitamente si realizza con scarsa attenzione per le conseguenze ed è più probabile che sia vissuto come un cattivo comportamento da parte di chi lo mette in atto. Lo shopping compulsivo rientra tra le dipendenze comportamentali, dette anche “dipendenze senza sostanze”. Come tutte le dipendenze (addiction) presenta alcune caratteristiche tipiche quali:
– compulsività
– pensieri intrusivi ed egosintonici (in armonia con i bisogni ed i desideri dell’Io)
– perdita di controllo che si traduce nell’incapacità di limitare lo shopping
– tendenza a protrarre lo shopping nonostante le problematiche che si realizzano in termini di sentimenti di colpa, vergogna, umiliazione, problemi id salute, familiari, lavorativi, legali o finanziari.
Lo shopping compulsivo va concepito come una dipendenza che poggia le basi sui grandi cambiamenti economici, sociali e culturali degli ultimi anni, che stanno modificando il comportamento del consumatore. La maggiore disponibilità di denaro da spendere comporta anche una modifica dei pensieri, sentimenti e comportamenti legati all’acquisto. Inoltre, oggi è più semplice, rispetto al passato, spendere denaro senza possederlo. Le carte di credito sembrano offrire una spinta aggiuntiva a spendere e consumare, dando l’illusione di un credito sempre disponibile e di facile utilizzo. Gli oggetti acquistati, oltre al loro ruolo pratico, possono ricoprire due funzioni simboliche per il senso di identità del consumatore: un significato emotivo, fornendo un mezzo d’identificazione e di autoespressione di sé, ed un ruolo sociale, comunicando agli altri chi si è, o meglio si vorrebbe essere.
Negli ultimi anni ha cominciato ad emergere un’immagine di consumatori che comprano per motivi non propriamente legati al possesso di beni in se e che, secondo uno schema cronico e persistente, ripetono il comportamento nonostante le conseguenze che si determinano. Tale comportamento è ritenuto unanimemente controllato da un irresistibile impulso a comprare che, seppure riconosciuto eccessivo da chi lo mette in atto, viene ripetuto fino a che determina effetti dannosi per l’individuo e le persone a lui legate. Il comportamento è mantenuto, quindi, nonostante gravi conseguenze personali e innumerevoli tentativi fallimentari di controllarlo e porvi fine. I beni di consumo non vengono acquistati perché necessari, perché rappresentano delle vere occasioni o per un intrinseco bisogno dell’oggetto in sé; lo shopping compulsivo rappresenta, primariamente, un tentativo di regolare le emozioni. Chi ne è “colpito” può non vedere, inizialmente, il comportamento come un problema, ma, principalmente, come un sollievo immediato da ansia e stress emotivo e come fonte di gratificazione personale (Marlatt. Et al., 1988). Proprio questa apparente ricompensa iniziale rinforza il comportamento, determinando, poi, processi compulsivi e ripetitivi.
L’età media di insorgenza del problema si colloca intorno ai 20 anni, ma la presa di coscienza, generalmente, sopraggiunge a un’età più tarda, circa un decennio dopo. La comprensione della gravità del disagio si verifica secondariamente, a causa dei debiti intercorsi, dell’incapacità di pagarli, per l’aumento della quantità di tempo utilizzato per lo shopping o, semplicemente, per l’incapacità materiale di indossare tutto ciò che si è comprato. Gli episodi di shopping compulsivo hanno una frequenza variabile con una media stimata di 8 ore settimanali e 17 episodi mensili. I tentativi di opporsi al comportamento compulsivo compulsivo vengono descritti come fallimentari circa il 74% delle volte in cui i soggetti sperimentano l’impulso a comprare, esso ha come conseguenza un acquisto. La maggior parte degli acquirenti compulsivi si specializza nell’acquisto di specifici prodotti ed in determinati modi di fare shopping. I generi maggiormente comprati sono vestiti, scarpe, gioielli, oggetti per il make up, articoli per la casa e libri, per quanto riguarda le donne; gli uomini acquistano principalmente , oggetti per la l’ auto, attrezzatura sportiva ed articoli più costosi che ostentino il lor prestigio. I prodotti più acquistati durante lo shopping compulsivo sembrano essere, quindi, principalmente legati all’apparenza fisica, all’attrattività ed all’immagine esteriore.
Non sempre l’acquirente compulsivo è una persona avente grandi disponibilità economiche; spesso s tratta di un individuo, appartenente al ceto medio, che compie spese pazze, seppur non se lo possa permettere; in ogni caso si tratta di persone che comperano smodatamente, qualunque sia il loro stato economico. Ci sono persone che che chiedono prestiti a parenti, amici, fino all’indebitamento con le banche, per poter continuare e loro attività. Le conseguenze economiche, in termini di debiti, e le gravi conseguenze psicologiche, in termini di rimorso, bassa autostima e impatto distruttivo sulle relazioni interpersonali, si sommano, fino a determinare solitudine e isolamento. Tra le varie conseguenze di natura emotiva, le più frequenti riguardano il senso di colpa a seguito del comportamento, sentimenti di alienazione, difficoltà matrimoniali, senso di vuoto e disperazione. Gli individui, spesso, si descrivono come non amati, respinti, soprattutto non degli di amore; emerge un senso di vergogna per l’incapacità di autocontrollo. Paradossalmente, se lo shopping compulsivo è sotteso da un forte bisogno di affetto e sostegno dagli altri, esso spinge via e allontana gli altri significativi (inducendo spesso a separazioni e divorzi). I rimandi negativi degli altri rafforzano l’abbassamento del tono dell’umore del paziente, rendendo l’individuo oggetto di disapprovazione, ed egli tende sempre più ad isolarsi e a rifuggire quel mondo di cui, in realtà, ha assoluto bisogno. Si contempla, infatti, che individui che soffrono di shopping compulsivo, riportino anche di disturbi del tono dell’umore la maggior parte delle volte. I disturbi del tono dell’umore sembrano variare in modo inversamente proporzionale alla gravità del disturbo.
Le varie forme di trattamento dello shopping compulsivo prese in considerazione sono diverse: psicoterapia individuale, di gruppo, counseling specifico per lo shopping compulsivo, gruppi di auto aiuto come quello dei Debitori Anonimi e trattamento farmacologico.
Bibliografia
Caretti V., La Barbera D. “Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia”. Raffaello Cortina Editore (2017).
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