L’abuso di cocaina oggi è una crescente preoccupazione nella maggior parte dei paesi Europei, alcune indagini rilevano che circa 9 milioni dei cittadini dell’Unione (3% di tutta la popolazione adulta) assumano cocaina almeno una volta nella vita. In Italia, secondo le più recenti stime, si calcola che siano almeno 600 mila i consumatori sia saltuari che abituali. I dati più allarmanti derivano dall’evidenza che il primo incontro con la sostanza si sta drammaticamente abbassando, ed il consumo si registri anche tra i primi anni dell’adolescenza; inoltre i costi più bassi della sostanza, insieme all’uso di nuove forme come il crack, stiano permettendo che la droga venga consumata da tutti gli strati sociali.
Il consumo di cocaina a volte può essere limitato a sporadiche occasioni (1, 2 volte l’anno), più spesso invece tende ad assumere le sembianze di assunzione smodata (“abbuffate”), ad intervalli frequenti, per periodi di tempo che vanno da diverse ore a diversi giorni, soprattutto nei fine settimana. La sostanza viene di solito assunta per via nasale, per iniezione o fumata (“crack”).
Le “abbuffate” spesso continuano finché il consumatore non è esausto oppure ha finito le dosi di cocaina a disposizione; chi consuma cocaina non mangia, spesso usa alcool e altre droghe, per contrastare l’eccessiva stimolazione associata alle alte dosi di eccitanti (la cocaina produce un’improvvisa sensazione di euforia, una “scarica” o un “flash”). L’alcool è tra le sostanze “secondarie” più frequentemente usate nel cocainismo: l’alcool e la cocaina sono spesso consumati assieme, in modo che gli aspetti euforizzanti siano più intensi e prolungati, rispetto all’uso di entrambe le sostanze assunte da sole, oltre al fatto che si possono compensare alcuni degli effetti sedativi dell’alcool e ridurre la sensazione spiacevole che si ha quando cala l’effetto della cocaina.
In quello che viene definito fenomeno del poliabuso la cocaina costituisce spesso la sostanza principe (è quella che viene associata più frequentemente con le altre droghe); rappresenta anche una delle sostanze maggiormente consumate e più pericolose al mondo, perché induce numerosi problemi medici, psicologici e psichiatrici.
Fra i problemi medici la cocaina può indurre complicazioni respiratorie, arresti cardiaci (infarto), emorragie cerebrali (ictus) e convulsioni (sono particolarmente pericolose se accadono ripetutamente), in particolare fra i problemi psicologici e psichiatrici ansia e depressione.
Quali sono gli interventi terapeutici di efficacia per la dipendenza da cocaina?
Le più moderne evidenze scientifiche dimostrano che le strategie terapeutiche per essere efficaci si devono basare sulla possibilità di integrazione tra farmacoterapia e psicoterapia ed utilizzare specifiche tecniche di aggancio, presa in carico, assessment (valutazione) e terapia.
L’utilizzo della psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) per la sua sistematicità e per la concreta utilità può essere considerata un approccio valido ed efficace, il protocollo di Carrol in particolare è un trattamento breve (12-14 sedute) basato sulla TCC, che nello specifico mira ad:
- incoraggiare la motivazione nei confronti dell’astinenza
- insegnare modalità per affrontare i problemi e le difficoltà
- modificare le situazioni che agiscono come rinforzo
- cambiare lo stile di vita tramite l’introduzione di attività stabili e positive
- potenziare le relazioni e sviluppare supporti sociali
- incoraggiare la gestione delle emozioni più dolorose
- Il trattamento di Carrol ha dato incoraggianti risultati clinici,consente di curare in tempi brevi e con buoni -esiti anche a distanza di tempo, questo perché ha lo scopo di insegnare competenze molto generalizzabili, per affrontare le difficoltà, che possono essere messe in atto a lungo dopo il termine ella terapia, a differenza di altri tipi di trattamento psicologico che forniscono ai pazienti una minor quantità di risorse durature.
Carroll, K. M. (2001). Trattamento della Dipendenza da cocaina. Approccio cognitivo comportamentale. Edizione Italiana a cura di Consoli A.
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