Ebbene sì, per superare veramente i disturbi del sonno è utile agire sulle proprie ore diurne e sul modo in cui le si vive. Il sonno disturbato non può essere aiutato da sonniferi che forzano l’addormentamento, che impediscono il risveglio precoce o che eliminano i ripetuti risvegli. Meglio andare alla radice del problema, esplorando come “ci esponiamo alla luce”: a come, cioè, viviamo la nostra vita da svegli e alla luce del giorno.. ovvero alla luce della coscienza.
Il nostro sistema nervoso fa caso a questa logica: se c’è stato il giorno, allora può esserci anche la notte, altrimenti no. Perciò, se sentiamo di aver vissuto pienamente la giornata, e c’è stato almeno un po’ di spazio per la parte più vera di noi, un po’ di piacere in mezzo al tanto dovere, se ci siamo emozionati, allora… la nostra mente può “mollare la presa” e accettare di “eclissarsi” per un po’ nel sonno. Ma se, da un po’ di tempo il nostro sistema nervoso sente che di giorno non viviamo, allora di notte rimane vigile perché “vuole esserci” e vuole fare (ma che cosa!?..), perché non vuole concludere, ancora una volta, una giornata che sente di non avere veramente vissuta.
Se lasci una tua autentica presenza del tuo “esserci stato per te stesso” nella tua giornata.. l'insonnia se ne andrà!.
Si tratta di permettersi di avere espresso qualcosa di noi, avr lasciato un’impronta, sapere di avere detto quel che si ha e aveva da dire; e anche di aver gioito, riso ed esserci divertiti.
L’insonnia può in apparenza essere scatenata da fattori quali: le preoccupazioni, lo stress quotidiano, l’eccesso di vigilanza e di controllo, la scarsa attività fisica, problemi ormonali e tanto altro. E in tutti questi casi vanno trovate soluzioni specifiche, personalizzate, perché il sonno è basato su infinitesimali e variabili equilibri neuro-chimici. Ma niente potrà funzionare, in modo efficace, se il terreno nel quale il sonno affonda le sue radici, cioè lo stile di vita, non permette alla persona di esprimere parti realmente fondamentali di sé.
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