Queste persone sono molto critiche verso se stesse, e si considerano inadeguate in ambito personale e sociale. Sebbene la diminuzione di autostima possa peggiorare con la perdita di peso, la dieta e le abbuffate, la valutazione negativa di sé sembra precedere la perdita di peso, ed a volte non migliora con il recupero dello stesso. Il deficit di autostima si verifica nonostante le eccellenti prestazioni ottenute ed un’infanzia apparentemente normale o ideale.
Nonostante le idee ossessive, legate all’autostima delle persone affette da disturbi dell’alimentazione, siano simili ad altri disturbi psichiatrici, mostrano anche alcune caratteristiche distintive. La più evidente è l’idea che il peso, le forme corporee e la magrezza siano le uniche o predominanti caratteristiche che determinano il valore personale.
Nella nostra cultura, dominata dall’ideale di magrezza, è facile pensare che un adolescente, con uno scarso concetto di sé, possa scegliere il peso come mezzo per aumentare la propria autostima ed il proprio valore. In aggiunta alle positive connotazioni sociali associate alla magrezza, il peso ha delle proprietà che lo rendono una pietra di paragone eccezionale per valutare se stessi: non è ambiguo, è osservabile e quantificabile.
La dipendenza dal peso come indice di autovalutazione delle persone affette da disturbi dell’alimentazione, riflette una tendenza più generale a valutare se stessi in termini di prestazioni e caratteristiche esterne. Una valutazione favorevole di sé è legata rigidamente ai comportamenti positivi degli altri o al raggiungimento di risultati straordinari. Questo è molto simile all’atteggiamento di molte persone sane, ma è la natura “estrema ed assoluta” di questa tendenza che distingue le persone anoressiche e bulimiche (R. Dalle Grave, 2007)..
Alcuni psicologi hanno ipotizzato che il più importante aspetto del senso di sconfitta delle persone affette da disturbi dell’alimentazione sia “un’aspettativa generale di fallimento” non necessariamente attribuibile alla responsabilità personale o ad eventi esterni precisi. Questo contrasta con la condizione delle persone depresse, che generalmente attribuiscono a se stesse la responsabilità dei propri errori. Secondo alcuni clinici le persone affette da anoressia nervosa in particolare dimostrano “un vuoto nell’identità personale”, come se dentro di loro non ci fosse nulla a cui attribuire successi o fallimenti.
La mancanza di autoconsapevolezza, e cioè l’incapacità di identificare accuratamente e rispondere alle emozioni, è un aspetto peculiare delle persone affette da anoressia nervosa, ma è presente anche in molte persone affette da bulimia nervosa.
L’incapacità di classificare ed esprimere emozioni si manifesta nelle persone affette da anoressia nervosa come un senso di “non sapere come mi sento”, ma si esprime più comunemente come una mancanza di fiducia nella validità ed attendibilità delle proprie emozioni. Questa mancanza di confidenza nella valutazione dell’esperienza emotiva porta le persone affette da anoressia nervosa a dipendere in modo eccessivo dagli altri per capire cosa devono sentire, e le induce a crearsi delle regole che servono a determinare quando un’emozione è accettabile.
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