Con tale termine si indica uno dei sintomi presenti nell’anoressia e nella bulimia come condotta eliminatoria per riparare all’abbuffata ma anche un disturbo a se stante basato sul fatto di mangiare e di vomitare ripetutamente più volte al giorno.
Il vomiting come patologia a sé, è caratterizzato dall’impulso irrefrenabile a mangiare per vomitare. Lo scopo del mangiare e anche dell’abbuffarsi durante la giornata diventa il vomitare, quindi, un comportamento completamente differente per significato rispetto al sintomo che compare negli altri disturbi alimentari. Se il vomito autoindotto nella bulimia e nell’anoressia costituisce un rimedio riparatorio all’abbuffata, nel vomiting, la vomitatrice prova piacere nel provocarsi il vomito.
Il vomiting potrebbe rappresentare una vera e propria perversione, ossia un comportamento anomalo e inusuale che viene praticato per ottenere piacere, un bisogno che trova una strada patologica per esprimersi ed essere soddisfatto.
L’essere basato sul piacere rende questo disturbo di non facile eliminazione. Inizialmente per i pazienti il vomito è una soluzione per non ingrassare. Continuando nella pratica, però, la sequenza del mangiare- vomitare si trasforma a mano a mano in un rituale sempre più piacevole, fino a divenire nell’arco di qualche mese il massimo dei piaceri, cui non si riesce più a rinunciare. Quando la sindrome da vomito si è instaurata, il problema non è più il controllo del peso ma il controllo del ripetuto comportamento a vomitare per ottenere piacere.
In sintesi mentre nell’anoressia e nella bulimia il ciclo mangiare- vomitare rappresenta una tentata soluzione per mantenere il peso e per non ingrassare, nel vomiting, il vomitare diventa il problema stesso e trova nel piacere il motivo del suo persistere.
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