Mens sana in corpore sano, esprime un concetto chiaro a tutti, anche se definire “sano” un corpo non è facile come sembra, così dicasi per la mente. Corpo e mente, interagiscono tra loro in una circolarità nella quale l’uno è contemporaneamente causa ed effetto dell’altro. Il corpo non è qualcosa che possediamo, è ciò che siamo, il modo in cui lo si guarda, lo si giudica e lo si ascolta è una dichiarazione di intenti verso il proprio sé. Quando ci guardiamo allo specchio, l’immagine che di noi vediamo riflessa può essere elaborata in mille modi diversi, questo dipende soprattutto dai nostri stati interni, che portano alla formazione di una immagine legata a uno stato emotivo. Le emozioni rendono questa rappresentazione mentale positiva o negativa. Se facciamo del nostro corpo il portavoce di una profonda sofferenza interiore quello che vediamo non è ciò che realmente siamo.
Per capire se ci relazioniamo in modo sano con il nostro corpo, chiediamoci come ci rivolgiamo normalmente a esso. Lo critichiamo? Ne rifiutiamo alcune parti? Lo rimproveriamo perché non è conforme alle nostre aspettative? Quante volte vi siete guardati allo specchio e avete rivolto parole poco gentili al vostro riflesso? Quante volte vi siete lamentati della vostra scarsa resistenza fisica, di come vi sentite sempre stanchi o di come vi fa male il collo?
Prestate la giusta attenzione al vostro corpo, ascoltate e capite i suoi segnali? O al contrario, lo vedete come un estraneo o un nemico? Lo percepite come se non vi appartenesse, vi fissate su difetti che probabilmente a un occhio esterno non sono poi così inguardabili?.
E ancora… come nutriamo il nostro corpo? “Noi siamo quello che mangiamo” sosteneva già a metà del 1800 il filosofo tedesco Feuerbache e alla luce degli studi più recenti e accreditati aveva ragione: la salute si costruisce anche a tavola, in base a quello che mangiamo. Qual'è il Vostro rapporto con il cibo? Mangiate in modo equilibrato e sano, o vi lasciate travolgere? Tendete a controllare la dieta e a pianificare i Vostri pasti diversi giorni prima? Siete diventati più severi con Voi stessi nei confronti del Vostro comportamento quotidiano e alimentare?
Quando tutta la vita di una persona inizia a ruotare attorno alla forma fisica, l'esercizio fisico e l’alimentazione, probabilmente sta combattendo con la propria immagine di sé, a causa di un’alterata percezione della propria immagine corporea.
La percezione alterata della propria immagine corporea può manifestarsi in modi diversi, come l'anoressia, il vomiting, la bulimia, il binge eating, sono solo alcuni esempi, così come anche la vigoressia o la dismorfofobia, fino ad arrivare a comportamenti autolesivi, come: tagliarsi, bruciarsi, grattarsi fino a ledere la cute,...
Forse il vostro corpo ha molti aspetti che non vi piacciono, dettagli che vorreste cambiare. Pur così, è un sistema perfetto e capace grado di eseguire moltissimi processi in modo ottimale e involontari. Accettarlo, prendersene cura e valorizzarlo non solo aiuterà ad aumentare la propria autostima e a raggiungere la pace interiore, ma permetterà anche di ottenere una forma più sana.
Migliorare il rapporto con il proprio corpo richiede tempo e perseveranza. Tuttavia, alcune linee guida possono essere d’aiuto per iniziare questo lungo percorso. Iniziamo quindi a entrare in contatto con il nostro corpo e ad analizzare quello che sentiamo, impegniamoci a soddisfare le richieste che ci segnala. Cominciamo a piccoli passi: beviamo acqua appena abbiamo sete, andiamo a dormire prima, adottiamo una postura più eretta, proviamo a respirare per calmare l’ansia invece di ricorrere al cibo. Ad ogni passo, l’impegno diventerà più facile da mantenere.
Il secondo passo è cambiare il proprio dialogo interiore, diventare più tolleranti verso il proprio corpo, moderando le critiche. Non direste mai a un amico che è grasso, che ha dei brutti capelli o che ha un aspetto orribile. E allora, perché ve lo dite ogni giorno?
Per quanto riguarda l’alimentazione provate ogni giorno ad introdurre un piccolo cambiamento rispetto al vostro schema alimentare, introducendo i cibi banditi o comunque ritenuti minacciosi, chiedete ad un familiare o amico di cucinare qualcosa per voi e poi provate a godere della piacevolezza della condivisione. Ciclicamente assaggiate nuove pietanze o scegliete di sperimentare nuovi locali in cui mangiare senza aver pianificato cosa.
E se questo non bastasse può essere utile rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta così da ristabilire un sano e corretto rapporto con il proprio corpo, perchè stare bene nella propria pelle, è utile in primis a noi stessi, ma anche alle relazioni che abbiamo con gli altri, famiglia e lavoro compresi. Inoltre, il fatto che un disturbo possa essere decisamente sofferto e persistente anche da anni non significa che la terapia debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo, come diceva William Shakespeare “non c’è notte che non veda il giorno”.
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