Bulimia e bisogno di attenzione

Linda

Salve a tutti,
Vi scrivo questa mail nella speranza di ricevere un chiarimento oggettivo riguardo la mia situazione attuale, nell'attesa di riuscire ad avere un vero e proprio colloquio con qualcuno nella mia zona. Mi presento in breve: sono una ragazza di 18 anni, un trascorso di anoressia con ricovero residenziale durato 13 mesi alle spalle ed altri due anni di autogestione tra gli alti e bassi tipici delle situazioni di questo tipo. Dimessa una volta raggiunto il normopeso tutto è proseguito in modo abbastanza regolare: peso stabile, dieta restrittiva ma adatta al mio metabolismo fulminato (900 kcal al giorno) e rapporti sociali altalenanti tra forte bisogno di attenzione e ciò che io chiamo zerbinamento. La situazione è iniziata a precipitare da questo giugno :apparentemente dopo la rottura di una breve relazione con un ragazzo (la prima per me in realtà, anche se nulla di fatto è successo) ho iniziato ad avere sempre più frequenti episodi di abbuffata, anche due o tre volte al giorno, seguiti da sgradevoli meccanismi di compenso. All'inizio tutto ciò non sembrava avere ripercussioni sul mio umore, escluso il senso di colpa e di impotenza subito successivo agli episodi stessi, ma sono ormai tre settimane che non dormo più di tre/quattro ore a notte, ho frequenti crisi di pianto apparentemente immotivate e talvolta pensieri di morte. Mi impedisco di prendere parte ad eventi sociali, annullando all'ultimo minuto impegni, spengo il telefono per giorni, forse nella speranza di essere cercata e convivo con questo costante nodo in gola che mi rende ipersensibile a qualsiasi evenienza. Non ho notato particolari cambiamento sul piano della percezione corporea, quanto piuttosto l'idea di essere facilmente sostituibile da amici e parenti. In una parola credo di cercare compulsivamente attenzione. Ho chiesto a mia madre di contattare una psicologa, ma i tempi si stanno dilatando e vista la frequenza e il disagio associato ad ogni singolo episodio non so bene come fare ad aspettare ancora. È normale che capitino fasi di questo tipo, oppure è urgente che io riprenda un regolare percorso di psicoterapia? Spero di aver offerto un quadro il più possibile chiaro.
Grazie mille in anticipo, buona serata.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Linda, un percorso terapeutico sarebbe auspicabile, ti aiuterebbe a chiarire meglio cosa sta accadendo. Cosa la rottura della relazione ha provocato in te, quali pensieri sono alla base delle tue crisi di pianto, dello spegnere il telefono, dell'evitare le situazioni sociali. Scrivi di poter essere alla ricerca compulsiva di attenzioni, ma quando spegni il telefono qualcuno viene a cercarti a casa o voi capire se qualcuno lo fa. Scrivi di avere l'idea di essere sostituibile da amici e parenti, i rapporti vanno coltivati dono biderezionali.

Resto a disposizione

Dott.ssa Luigia Cannone

Dott.ssa Luigia Cannone

Rimini

La Dott.ssa Luigia Cannone offre supporto psicologico anche online

Cara Linda,

Riprenda la psicoterapia con un/una professionista esperto/a nei disturbi dell'attaccamento, qualcuno che sappia lavorare con la psicologia del profondo.

Sicuramente le gioverebbe il supporto di un ottimo omeopata di scuola rigorosamente unicista. Alcuni dei suoi sintomi fanno pensare a un rimedio che si dà in casi di separazione, ma la sua situazione merita di essere valutata in profondità e nel tempo, anche per consentirle una vita di buone cose con meno necessità di controllare tutto.

In bocca al lupo e coraggio, non perda tempo.