Salve, mi sono resa conto di avere un disturbo dell'alimentazione dovuto a un senso di abbandono.
Mi spiego meglio, sono stata adottata e prima di questo evento ho subito violenze fisiche, psicologiche e ho patito molto la fame.
Di quel periodo ricordo praticamente tutto e dai 6 anni in poi vivo con i miei attuali genitori che mi hanno sempre trattata bene e non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Mi sono resa conto che praticamente da sempre ogni volta che rimango da sola a casa sento il bisogno di mangiare qualcosa.
Qualche giorno fa ne ho avuto la conferma, avevo fatto una bella colazione e mi stavo tranquillamente mettendo a studiare quando mia madre decide di uscire.
Una volta rimasta da sola il mio primo pensiero è stato che volevo mangiare qualcosa, nonostante fossi piena il mio cervello continuava a chiedermi di mangiare qualcosa.
Alla fine non ho mangiato nulla perché ero veramente piena però questo episodio mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire in realtà non mangio perché sono una ghiottona, ma perché ho un qualche problema legato alla mia infanzia.
Vorrei tanto sapere come superare questo problema anche perché quando sono arrabbiata, triste o nervosa non mi viene da mangiare, anzi in quei momenti mi passa proprio la fame.
Questi voglia di mangiare mi viene solo quando rimango sola soprattutto se non c'è mia madre.
Vi ringrazio in anticipo delle risposte e spero di aver scelto la categoria giusta
Gentile Carolina,
dalla sua descrizione sembrerebbe proprio che usa il cibo come "riempimento emotivo" dato che sembra consapevole nel descrivere il suo senso di sazietà a livello nutrizionale.
Lei come sta quando è sola? Cosa le manca? Cosa invece la fa star bene?
Cosa si potrebbe fare per "tenersi" impegnata? Guardare un film? Telefonare ad un'amica? Fare sport? Leggere un libro?
Potrebbe anche valutare un percorso di psicoterapia per essere ascoltata, accolta e aiutata a capire insieme a un professionista che non giudica che ha il segreto professionale quali emozioni vive, che pensieri arrivano alla mente, cosa rappresenta per lei lo stare sola e da lì trovare strategie ed una strada meno tortuosa per il suo futuro.
Le linko degli articoli scritti da me:
-https://www.psicoterapiacioccatorino.it/quando-richiedere-una-consulenza-psicologica/
-https://www.psicoterapiacioccatorino.it/disturbo-alimentare/
Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia e online
Torino
La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online
Il primo passo da fare, una volta riconosciuto il problema della dipendenza da cibo, è senza dubbio quello di rivolgersi ad uno specialista: uno psicoterapeuta o un professionista specializzato in dipendenze patologiche o in disturbi dell’alimentazione, che cerchi di scavare a fondo sull’origine del disturbo.
Non esistono farmaci specifici per controllare la dipendenza da cibo. Esistono però dei farmaci che possono intervenire sulle cause psicologiche del problema. Questo tipo di voracità patologica ha infatti il più delle volte, come abbiamo visto, delle radici più profonde. Alcuni psicofarmaci sono in grado di inibire la produzione di serotonina o di diminuire gli stati ansiosi legati alla dipendenza da cibo.
Può essere molto utile un percorso con la stimolazione magnetica (TMS) che lavora proprio sulla compulsività di base del comportamento alimentare.
Roma
Il Dott. Fabrizio Fanella offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Carolina,
La sua storia di abbandono e violenza mi fa ipotizzare un conflitto di protezione.
Lei, molto piccola, non ha ricevuto quel contatto che serve per sentirsi protetti quando si dipende ancora dagli altri. Non ha potuto sentirsi al sicuro nelle braccia di un genitore.
Ogni volta che si sente sola e non protetta (perché l'altro se ne va) ricade nel conflitto, è di nuovo quella bambina in pericolo.
In questi casi ha creato una compensazione col cibo, probabilmente perché il suo cervello ha creato delle associazioni per cui identifica l'ingerimento di cibo col contatto (e quindi protezione).
Con un percorso mirato di psicoterapia può affrontare questo vissuto
Le auguro buona fortuna
Oristano
La Dott.ssa Romina Madeddu offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Carolina,
se tu dall'età di 6/7 anni in poi hai avuto sempre questo senso di 'mangiare' per riempire un vuoto affettivo e/o emotivo o per ridurre l'ansia che deriva, ti chiedo se hai mai fatto nulla per approfondire questa problematica? I tuoi ne sono a conoscenza? In mancanza di questi elementi, piuttosto importanti per comprendere meglio questo tuo 'disturbo', é molto difficile darti una risposta esaustiva affinché tu possa superarlo.
L'unica cosa che posso consigliarti - se non lo hai ancora fatto - é parlarne con i tuoi genitori e magari intraprendere un percorso psicoterapeutico che ti possa consentire di analizzare più a fondo e a superare definitivamente i tuoi traumatici trascorsi infantili poichè ritengo che la radice ti questo tuo attuale disturbo possa avere qualche recondito riferimento a tale periodo. Co i miei migliori auguri ti saluto con cordialità
Gentile Carolina,
mi dispiace molto per il suo vissuto e per tutto quello che comporta: tristezza, dolore, confusione, rabbia, senso di vuoto... Vorrei tuttavia farle notare una sua grande risorsa, ovvero la sua capacità introspettiva, di ascolto, osservazione e analisi di sé e la sua forte motivazione.
Per questo tipo di problematiche può essere molto di aiuto intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa permetterle di comprendere cosa accade dentro di sé, analizzando la sua storia, i suoi processi, emozioni, pensieri e agiti, trovando inoltre le risposte alle sue domande nonché alternative funzionali ai comportamenti che attua.
Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Martina Patruno
Psicologa Clinica e dell'età evolutiva, Psicoterapeuta, Analista Transazionale Certificato, Esperta in Psicologia Investigativa, Psicologia Forense e Psicodiagnostica applicata in ambito civile e penale
Roma
La Dott.ssa Martina Patruno offre supporto psicologico anche online