Da quando è arrivato il fratellino mi rifiuta Il cibo

barbara

Salve sono una mamma di tre bimbi uno di 8 anni di 4 anni e uno di tre mesi. Ho Il secondo bambino quello di quattro anni che da quando è arrivato Il fratellino mi rifiuta Il cibo anche quello x Lui prelibato adesso ha un periodo che erutta continuamente e lo vedo molto disturbato potete x favore dirmi la causa di questo disturbo? Grazie

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Barbara,

non è facile comprendere le cause del rifiuto di cibo che suo figlio sta manifestando; a volte un disturbo simile è passeggero e si risolve spontaneamente. In questo caso però sembra vi sia una simultaneità tra l'arrivo del nuovo nascituro e la comparsa del sintomo. Bisognerebbe rassicurare il figlio di 4 anni in un momento in cui potrebbe sentire tutte le attenzioni rivolte al più piccolo. In fondo il cibo è la metafora del nutrimento, dunque il bimbo potrebbe manifestare col rifiuto del cibo la profonda paura di perdere l'accudimento/nutrimento affettivo dei genitori. Se la rassicurazione da parte della famiglia non dovesse essere risolutivo, si potrebbe ipotizzare l'intervento o l'aiuto di uno psicoterapeuta.

Rimango a disposizione per qualsiasi altro confronto o chiarimento.

Cordiali saluti

Buonasera, 

il fatto che il bambino di 4 anni stia attraversando una fase regressiva dopo la nascita del fratellino è assolutamente normale e naturale. Il cibo spesso è veicolo di messaggi relazionali importanti. Il cibo infatti è unito al nutrimento, al contenimento e alla protezione. Quando arriva una nuova vita a occupare "spazio" , quello che prima era legato alla cura degli altri bambini, ci sono degli equilibri che cambiano.

Se questo fosse accaduto al bambino più grande ci sarebbe stato qualcosa da valutare più attentamente ma, a 4 anni è normale aver bisogno che la mamma si occupi ancora di noi anche per rassicurarsi che, nonostante il nuovo arrivo, lei per noi ci sarà sempre.

Accolga il bisogno di suo figlio e ascolti il messaggio che le sta mandando. "Mamma non riesco a mangiare da solo, mi imbocchi?" (potrebbe nascondere una richiesta di attenzione). E' possibile che in questo periodo suo figlio possa anche avere una regressione a livello intestinale. 

In questa situazione quello che le conviene fare, se le è possibile, è avere la possibilità di dedicare del tempo SOLO al figlio di mezzo (e anche al più grande quando può, nonostante l'età ha comunque bisogno di lei) magari anche rendendolo partecipe della cura del fratello più piccolo.

Consiglio quando succedono queste cose inoltre di attivare una complicità particolare in cui si mostra al bambino di desiderare davvero del tempo solo per voi, proponendo una passeggiata, un gelato o semplicemente un giro al parco insieme. Insomma, del tempo che sia SOLO vostro.

Solitamente questi momenti si alternano. Tra qualche tempo potrebbe anche arrivare la difficoltà nel sonno. Quelli che noi grandi chiamiamo "capricci" in realtà sono soltanto "bisogni".

Lavoro da anni nel settore educativo, dell'infanzia e con i genitori.  Per qualsiasi dubbio o chiarimento mi rendo disponibile.

Cara Barbara, è normale ciò che sta accadendo. Il bambino di 4 anni è in una fase di naturale egocentrismo e vorrebbe pertanto essere sempre al centro delle attenzioni. Ora che lei sarà impegnata con il bambino più piccolo lui si sente fuori dalle attenzioni, non perchè lo sia davvero ma perchè nel periodo dell' egocentrismo non si vede altro che sè stessi ed i propri bisogni. Rifiutare il cibo è un modo sbagliato che i bambini trovano per ritornare al centro delle attenzioni e se vedono che funziona, perchè tutti gli stanno addosso, chiaramente continueranno. Rutta di continuo perchè lo stomaco vuoto potrebbe creare dei problemi, perchè il nervosismo spesso si riversa sullo stomaco o perchè così facendo ancora una volta attira l' attenzione. Per capire se sta maturando una lieve gastrite deve rivolgersi al pediatra. In ogni caso se non mangia dobbiamo ignorarlo. Se ignoriamo il suo comportamento negativo smetterà di metterlo in atto, non immediatamente, ma se siamo tenaci smetterà....perchè la fame la sente, ma mettere in atto il suo piano è più importante...se il suo piano non funziona dovrà trovarne un altro. Secondo step, regole. I bambini hanno bisogno di poche regole ma certe e se le regole non vengono rispettate devono capire che ci sono delle conseguenze. Perchè la vita funziona così ed è bene che comincino ad adattarsi. Terzo step coinvolgerlo nella cura del fratellino e  farlo sentire amorevolmente responsabile, in modo da favorire sia lo sviluppo emotivo del bambino, che deve uscire dall' egocentrismo per costruire le relazioni sociali, sia a rafforzare il legame tra i due fratelli che farà diminuire la gelosia gradualmente. Quarto step premiare con attenzioni e affetto i comportamenti positivi e ignorare quelli negativi. Mi raccomando coerenza nel bene e nel male, perchè se promettiamo una cosa, dobbiamo poi mantenerla altrimenti risulteremo poco affidabili e poco rispettabili. Non siate duri, ma solo chiari, e dedicatevi a spiegare le cose prima di metterle in atto dando sempre possibilità di scelta tra due opzioni che avete deciso voi genitori: Es: "se non mangi, vuol dire che non hai fame, quindi per me va bene. Ma se non mangi io non metterò il tuo piatto, le posate e così via e non ha neanche senso che tu sieda a tavola con noi, per te va bene?Se dice no, allora dovrà mangiare ma si può concordare insieme il numero di bocconi che è disposto a mangiare. Se ci accordiamo su 5 bocconi devono essere 5 non di più non di meno. Se dice si, cioè non vuole che si apparecchi per lui, diremo" va bene, allora puoi andare nella tua stanza ma non puoi giocare con il tablet o guardare i cartoni perchè queste cose si fanno dopo pranzo e chi non pranza non le può fare. Cosa scegli? Fondamentale mantenere una linea comune tra genitori.

Se si mettono in atto gli step in maniera precisa e costante, senza rabbia urla, ma solo con fermezza e coerenza, le cose inizieranno a migliorare in pochi giorni.

Se non riesce a seguire questi step da sola si rivolga ad uno psicoterapeuta strategico breve della sua zona, che la seguirà passo passo. Potrebbe suggerire step diversi, apparentemente, ma non cambierà il senso e soprattutto gli effetti.

Gentile Barbara, è evidente che sussiste un disturbo relazionale, che però, per un’analisi diagnostica fondata, avrebbe bisogno di ben più articolate e approfondite informazioni.  Una rieducazione psicopedagogica dell’approccio genitoriale potrebbe, a quanto pare, essere una soluzione appropriata per ristrutturare, reindirizzare e migliorare le capacità relazionali della bambina. L’approccio A Distanza (online, ovvero via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe essere adeguato al caso in questione. Cordiali saluti.