Da anni, quasi tutti quelli della mia vita, sento di avere un rapporto controverso con il cibo. Tutto è iniziato quando mia mamma, notando che ero una buona forchetta, ha deciso di mettermi in riga. Da allora, il cibo che mangiavo spensierata era diventato un campo sul quale esercitare il controllo. Crescendo, credo di essermi salvata per un pelo dall'anoressia, io che avevo la pancia incavata e le costole visibili eppure mi vedevo grassa. Non sgarravo mai e quando era Pasqua o Natale mi veniva da piangere o strapparmi i capelli perché avrei mangiato troppo, ingrassando. Per fortuna sono migliorata e pensavo di aver risolto il mio problema col cibo quando ho iniziato a fare palestra (prima facevo danza con tipe piuttosto scheletriche, credo abbia influito). Avevo iniziato a pensare più alla qualità che alla quantità di cibo e finalmente potevo andare a dormire con lo stomaco pieno, senza i morsi della fame. Il mio corpo mi piaceva, si modellava con i pesi e il volume che notavo era massa muscolare. Ed ecco che quindi arrivo al dunque...Il problema attuale. Nei momenti di stress (la prima volta è stato così inaspettato che mi sono preoccupata un sacco) sopraggiungono delle abbuffate compulsive, incontrollabili e quel che è peggio è il circolo vizioso che si crea: ad ogni abbuffata corrispondono privazioni, attività fisica e ovviamente delusione e pensiero ossessivo teso al controllo del cibo ingerito. Non ce la faccio più. Ora, non sempre le abbuffate ci sono e non sempre sono chissà quanto disastrose, ma fatto sta che il cibo è un 'ossessione e io vorrei un rapporto diverso, normale. Aiutatemi. Da tanto cerco di sentirmi bene col cibo e con me stessa, non solo temo un aumento di peso (ora sono 58 per 1.70) ma anche un peggioramento della mia salute, qualora la situazione peggiori. Grazie dell'ascolto