Sono una ragazza di quasi 19 anni,
Sono stata sovrappeso da sempre e da due anni ho deciso di darci un taglio riuscendo a perdere 20kg. A me piace mangiare sano, mi fa sentire bene, mentalmente e fisicamente, eppure non capisco perché mi ostino a ricadere in episodi di abbuffate, che di solito iniziano con il pretesto del famoso "pasto sgarro" e che spesso, ma non sempre, finiscono con un "mangio fino a quasi star male". Io ho i miei obiettivi, faccio palestra , mi piace moltissimo e vorrei avere dei risultati concreti, senza troppe pretese, però questi continui episodi mi intralciano non indifferentemente. Non riesco a trovare un equilibrio, è così sconfortante, penso sempre a come impostare le calorie per gestire lo sgarro ma è inutile, e subito dopo cerco di rimediare ad esso mangiando di meno e muovendomi di più (senza però metodi drastici. Non voglio farmi del male). Quindi la domanda sorge spontanea: come trovare la pace con il cibo? Posso farcela da sola? Sono stanca di fallire e ritrovarmi con lo stocaco strapieno e brutte, pessime, emozioni al riguardo.
Buongiorno Camilla,
Il rapporto che ha sviluppato con il cibo a caratteristiche di dipendenza, quindi oltre ad avere questa problematica che in parte è stata superata, il cibo continua a rappresentare per lei degli aspetti simbolici che, da ciò che descrive, non sono stati elaborati.
Come vede l'atto di controllare e controllarsi non è sufficiente in alcuni momenti. Credo che le domande giuste da farsi sono: perché ricorro al cibo in alcuni momenti? Cosa rappresenta per me il cibo in quei momenti? come sto in quei momenti prima di abbuffarmi?.
Tuttavia questo è un lavoro che si può fare all'interno di una psicoterapia.
Cordiali saluti.
Cara Camilla, trovare un equilibrio con il cibo è fondamentalmente un problema di tutti. Nel suo caso l'essere sovrappeso e voler essere più magra ha giocato un ruolo focalizzante, che tuttora occupa parte dei suoi pensieri quotidiani. La strada imboccata, cioè di aderire ad un programma alimentare salutare, è la più giusta, senonchè ogni tanto sente l'esigenza di trasgredire, e la trasgressione diventa abbuffata alla grande, quasi a compensare l'autocontrollo che esercita ogni giorno. Occorre evitare che l'alimentazione diventi un pensiero fisso e disturbante. Come lei stessa dice, occorre fare pace col cibo. Date le premesse, non dovrebbe essere difficile riuscire a risolvere i suoi dilemmi. Le consiglio di intraprendere una terapia di supporto psicologico che l'aiuti nel suo intento. Resto a disposizione qualora volesse approfondire il come. Cordiali saluti
Padova
La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online
Gentile Camilla, occupandomi da anni di obesità e disturbi del comportamento alimentare la sua storia non mi è nuova, senza per questo togliere nulla all'unicità di ogni storia e ai significati che ognuno dà alla propria vita. Mi interesserebbe, infatti, capire cosa le ha permesso di dimagrire dopo una vita di sovrappeso per comprendere che ruolo il peso e il cibo hanno assunto nella sua vita e che ruolo stiano ancora giocando adesso. Forse la domanda da farsi non è tanto se troverà pace o meno col cibo, che chiaramente è solo il sintomo di un disagio, ma cosa fa sì che attorno ad esso, attorno al peso e al cibo, ruoti la sua attenzione, le sue energie e il suo senso di adeguatezza/inadeguatezza. Se scrive qui probabilmente qualcosa le sta facendo fare, in fondo, la stessa domanda. La esorto, quindi, a portare questa consapevolezza, le sue risorse e le sue spinte al cambiamento in studio da uno psicoterapeuta, che saprà aiutarla a vedere scenari diversi e ad uscire dal vicolo cieco in cui si è incagliata. In bocca al lupo!