Gentile sig.ra Conte,
come mai pensa immediatamente ad un disturbo ossessivo? Francamente una diagnosi così importante è per me veramente impossibile da fare, su due piedi e solo grazie alla breve descrizione, seppur puntuale, di alcuni aspetti della vita di suo figlio. C’è un motivo particolare? È successo qualcosa che vi ha messo in allarme?
Sicuramente siete sulla soglia dell’adolescenza, con tutti i “no”, le ribellioni e le opposizioni che essa comporta. L’adolescenza è un momento difficile per tutta la famiglia. Il vostro ragazzo si prepara a trovare una propria identità di individuo adulto e, per farlo, normalmente si comincia con la ribellione ai propri genitori. Anche per i genitori l’adolescenza può diventare un periodo particolarmente difficile, perché vi impone di crescere insieme a vostro figlio: il precedente modo di porsi nei suoi confronti non va più bene, e diventa difficile farsi ascoltare e ubbidire, semplicemente perché non basta più imporsi, anzi talvolta più si prova con le imposizioni, rimanendo nel vecchio modus educandi, più il ragazzo si ribella e le posizioni di entrambi si irrigidiscono e divergono.
Le credo quando dice che l’armonia della famiglia vacilla, tirandosi dentro anche la coppia coniugale, che viene ovviamente stressata da una quotidianità che si complica a causa anche dei figli che crescono e cambiano.
Immagino che sia deprimente, vederlo passare le giornate solo o in compagnia di un amico davanti al pc, ma è anche vero che è un atteggiamento tipico di questa generazione. D’altro canto se non stanno davanti al pc o a qualche videogame, stanno con gli occhi bassi, fissi sullo smartphone, quindi non è che la situazione anche fuori casa sia tanto migliore. Sicuramente avrete già pensato di iscriverlo a qualche sport di squadra, utile sia per il sovrappeso, sia per distoglierlo dal pc, e anche per la socializzazione. Bisognerebbe probabilmente trovare la leva giusta, tipo qualche cugino, compagno di classe, magari alleandovi con la mamma del suo occasionale compagno di classe, anch’essa dispiaciuta di vedere che il figlio sta sempre chiuso in casa: insomma un complice con cui spedirlo a fare sport.
I litigi con i fratelli minori, solitamente rientrano nella norma dei rapporti tra fratelli, ma forse questi litigi vi preoccupano per qualche motivo in particolare?
Di libri sull’argomento, ce ne sono a bizzeffe e tutti consigliabilissimi, basta fare anche una piccola e semplice ricerca su Google; però io penso che al momento la cosa più utile e importante da fare, sia provare a parlare e ascoltare il suo ragazzo, i suoi problemi e le sue difficoltà, perché nessuno specialista in materia può essere meglio specializzato di suo figlio stesso, rispetto a quello che sta vivendo. Potrebbe tornarvi utile, a lei insieme a suo marito, provare a rievocare la vostra adolescenza, e trovare qualche affinità con vostro figlio.
Probabilmente la lascio con più domande di quante ne aveva prima, il che significherebbe che l’ho messa in condizione di riflettere, e riflettere è sempre una buona cosa. Resto pertanto in attesa delle sue risposte, e delle sue nuove domande e spero di ricevere la sua nuova mail.