La mitologia greca individua spesso alcune caratteristiche dell’essere umano.
Dal mito di Narciso, uomo di bellezza incredibile, irraggiungibile e corteggiato, la psicologia ne deriva il termine che designa un assetto di personalità caratterizzato da uno stato di benessere psicologico appeso ad un filo: il filo delle conferme, dei riconoscimenti provenienti dall’ambiente sociale che fornisce linfa vitale da cui ne scaturisce l’autostima. Ecco come la personalità narcisistica si trova a doversi districare nel labirinto identitario. Sebbene ognuno di noi non è insensibile alle conferme o alle critiche derivanti dall’opinione altrui, il narcisista basa su tutto ciò il suo equilibrio identitario e quindi psicologico. Diventa indispensabile la ricerca dell’altro che svolge la funzione di specchio che possa riflettere un’immagine di sé valorosa e integra. La ricerca di una convalida dall'esterno, viene esasperata, la reazione alle critiche risulta spesso esagerata in senso negativo.
Kernberg identifica il nodo patologico di tali personalità in un “disturbo dell’autostima” nascosto e negato tramite un atteggiamento di onnipotenza e grandiosità.
E' inevitabile il rimando ai processi evolutivi di quello che è stato, probabilmente, un bambino “evitato” dalle figure d’accudimento e/o reso autonomo troppo precocemente, dunque abituato a negare le proprie debolezze. Se si vede oltre l’atteggiamento fatuo, l'ostentazione delle grandiosità, la posizione di superiorità che vanno ad occupare prepotentemente i narcisisti, riservando critiche per tutti gli altri ma mai verso se stessi, si può scorgere un bambino profondamente ferito in passato e che teme di perdere l'approvazione sociale ed il prestigio. Una profonda analisi di tali personalità svela spesso un senso d’inadeguatezza e di fragilità.
Come si manifesta un narcisista?
Gabbard (1989) li distingue in inconsapevoli ed ipervigili.
Gli inconsapevoli si caratterizzano, appunto, per mancanza di consapevolezza delle reazioni degli altri,egocentrismo, arroganza ed apparente impermeabilità alle critiche.
Gli ipervigili al contrario sono permalosi e dunque sensibili alle reazioni degli altri, tendenti all’isolamento,schivi, pronti ad esprimere critiche verso gli altri.
Ciò che accomuna tali manifestazioni resta l’obiettivo: compensare un malessere interno che tuttavia non sono in grado di riconoscere.
Il loro funzionamento psichico è spesso preservato, dunque le difficoltà che incontrano riguardano soprattutto le relazioni affettive. I narcisisti tendono a costruire relazioni che possano soddisfare i loro bisogni e compensare le loro mancanze, per questo motivo si tratta di scambi relazionali impari, caratterizzati spesso da uno sfruttamento dell’altro, attraverso meccanismi di manipolazione affettiva, talvolta di natura perversa e atteggiamenti molto seduttivi. Sono questi gli ingredienti essenziali per il controllo e il dominio sull’altro che, si ritrova in poco tempo, sedotto e incastrato in una rete solo apparentemente protettiva, caratterizzata d’affettività e trasporto emotivo. Quando l’altro prova a ribellarsi alla logica di supremazia del narciso, facendogli vacillare l’autostima ed esponendolo dunque ad un potenziale crollo depressivo, possono diventare aggressivi e svalutanti.
Il narcisista è carente d’empatia: i bisogni dell’altro non vengono visti, da qui la loro incapacità di provare amore e lasciarsi coinvolgere in relazioni affettive se non superficiali e poco durature. Spesso tali relazioni terminano quando l’altro avanza richieste ed esprime i propri bisogni. Il soggetto narcisista scappa dall’intimità con l'altro e dalla dipendenza dall’altro.
Negare la dipendenza che possono provare anch'essi, nasce dal fatto di non poter vedere negati i propri bisogni come accaduto durante l’infanzia. Si può evincere dunque una scarsa soglia di tolleranza alla frustrazione.
Il rischio di subire un abbandono viene esorcizzato attraverso la svalutazione, umiliazione e allontanamento dell’altro che diventa, improvvisamente, privo di attrattiva.
L’altro, che inizialmente viene idealizzato e desiderato in maniera possessiva e passionale, diventa solo oggetto della propria affermazione. I rapporti interpersonali nascono spesso con l’esigenza di legare a sé l’altro dominandolo tramite una subdola manipolazione. Sono per questo circondati spesso di gente che li ammiri e, nonostante si proiettino come single nel futuro, sono quasi sempre in coppia anche con più partner parallelamente. Spesso rincorrono l’ideale di un’amore “adolescenziale”, idilliaco, che riservi forti emozioni. Una modalità relazionale che li condanna dunque a rincorrere sempre una Chimera.
Mettono costantemente e volutamente alla prova chi li frequenta. L’incapacità di provare rimorso è un’arma potentissima in questa loro “lotta di supremazia”. Non riconoscono mai le loro responsabilità nei conflitti interpersonali e al posto di sentimenti di angoscia e melanconia legati alle separazioni sentono rancore o rabbia, proiettando sull’altro inadeguatezza, rendendolo “pattumiera” in cui proiettare i propri aspetti negativi. Ad esempio, spesso, la fine di una relazione verrà imputata all’altro che può essere accusato di inadeguatezza. Tale caratteristica relazionale varia a seconda dell’intensità del disturbo fino ad arrivare ad un atteggiamento spietato, tipico del narcisista maligno privo di emotività e con derive antisociali.
Quando i narcisisti sono dotati di intelligenza, attraverso l'ambizione e la competizione, possono raggiungere alti obiettivi e avere una brillante carriera lavorativa occupando posizioni di leadership. L’ammirazione ricevuta per le conquiste lavorative è un serbatoio di cui usufruiscono e spesso vi investono l’esistenza.
E’ sovente che vengano colti da sentimenti di vuoto, noia e anedonia, congiuntamente all’ossessione per la propria immagine, per il successo e il denaro.
Possono apparire molto generosi per dimostrare quanto siano eccezionali e attirare ancora la benevolenza degli altri.
Il crollo delle personalità narcisistiche si presenta spesso con l’avanzamento dell’età o in condizioni di vulnerabilità fisica in cui viene meno la solidità dell' immagine corporea e prestigio della carriera lavorativa. Statisticamente gli uomini reagiscono stabilendo relazioni con donne più giovani, le donne rispondono attraverso il ricorso alla chirurgia estetica.
Hanno un' enorme difficoltà nel chiedere aiuto pensando che le loro soluzioni siano migliori anche rispetto a quelle di altri esperti. L’amore potrebbe essere per loro una panacea, tuttavia sono dei sabotatori della relazione. Restano dunque intrappolati nelle loro isole, con un atteggiamento difensivo e in uno stato di stordimento emotivo senza la capacità di guardare alla bussola interiore dei propri sentimenti.
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