Salve, sono la moglie di un bipolare. Abbiamo convissuto per circa 7 tra alti e bassi dovuti alla sua patologia. All'inizio é stato devastante almeno per me, in quanto prima della convivenza il suo comportamento a volte "strano" passava quasi inosservato. Poi dopo un periodo di forte stress lavorativo e finanziario da parte sua, direi alquanto traumatico per lui, il suo disturbo, fino ad allora non conosciuto anche da parte sua, è scoppiato. Con non poche difficoltà da parte mia e con molta reticenza da parte sua, è riuscito a seguire una terapia farmacologia, non sempre con costanza e sovente saltando gli appuntamenti con lo psichiatra. Da dicembre ha interrotto completamente la terapia, tanto è che ovviamente è peggiorato. A nulla è servita la mia costante insistenza a riprenderla, tant'è che dopo vari episodi di ipomania (auto distrutta, gioco d'azzardo, abuso di alcolici) è entrato in una fase depressiva e ha deciso di allontanarsi per non pesare (così ha detto lui) su di me. Si è spostato in un'altra abitazione distante pochi kilometri dalla mia. Da 2 giorni ha staccato il telefono tanto che preoccupata dal suo silenzio mi sono recata presso la sua abitazione e l'ho trovato disteso a terra che urlava disperato e diceva di lasciarlo stare perché stava morendo. Ho chiamato l'ambulanza, ma al loro arrivo si è immediatamente rialzato dicendo che stava bene e si è chiuso in casa. Ho spiegato la situazione agli operatori, ma non hanno potuto fare nulla se non andarsene. Ora dice che non mi vuole più vedere, ma io sono molto preoccupata per lui perché le urla che ho sentito erano veramente di disperazione. Mi sento impotente non so cosa posso fare. Debbo insistere ad andare a trovarlo per rassicurarlo che non può contare sul mio appoggio o è meglio assecondare la sua richiesta di stare da solo fino a quando questa fase passerà? Sono molto preoccupata.