Inesistente fiducia e rabbia eccessiva

Alessandro

Salve, mi chiamo Alessandro ho 33 anni, sposato da quasi 5 anni e ho un figlio di 3 anni e mezzo.
Vi scrivo e forse avrei dovuto farlo già da un po' di tempo, perché nella mia famiglia purtroppo non si vive un clima sereno, vi spiego: mia moglie, Sara, crede che io brami qualcosa contro di lei e questo suo errato pensiero si estende anche ai miei genitori. Sembra che nella sua ottica, la realtà venga interpretata diversamente da quella che è, e ovviamente se deve scegliere tra 2 pensieri sceglie sempre quello più negativo possibile.
Abitiamo lontano dalla terra di origine, così, nascita di nostro figlio, Marco, i miei ed i suoi genitori sono venuti in Emilia Romagna per festeggiare il lieto evento e darci eventualmente una mano. Visto che avevamo acquistato casa da poco, ci si arrangiava come si poteva....ma mia moglie si è convinta che l'intenzione dei miei era quella di mandare in un bed and breakfast i suoi in modo tale da avere il pieno controllo di tutto. Ho provato a spiegare che l'arrivo del primo nipotino era un momento di gioia per tutti e se qualcuno è finito su un materasso gonfiabile piuttosto che in un lettino non succede nulla....ci si adatta in quel momento. Ma lei no, a distanza di più di 3 anni continua a parlare (urlare) le stesse cose. Ad esempio, quando acquistammo casa Sara era in gravidanza da 4/5mesi, la casa necessitava di un minimo di ristrutturazione come i sanitari e un'imbiancata in generale quindi mio padre che ci faceva da garante per la concessione del mutuo, si trovava da noi insieme a mia madre, abbiamo lavorato per renderla abitabile e visto che io facevo i turni loro proseguivano i lavori quando io non ero presente, non li ha mai ringraziati e non l'ha mai fatto neanche con me......mia moglie sostiene che loro ci aiutavano perché avevano il loro tornaconto, ovvero, impadronirsi della casa.
Sostiene fermamente che i miei vogliono dividerci a tutti i costi ( senza alcuna ragione). Ho provato a farle vedere le cose da un'altra prospettiva o meglio di cominciare a dare un'interpretazione diversa, un po' più benevola e non piena di sfiducia come la sua. Cerca in tutti i modi di controllarmi poiché dubita ogni cosa di me. Ha un atteggiamento fastidiosamente provocatorio e se reagisco ad una provocazione lei insinua e incalza dicendo: vedi Ke è colpa tua! Le da fastidio che faccio sport, controlla ogni minimo movimento sul conto, nonostante io non abbia vizi e pretente delle giustificazioni se magari il giorno prima avevo 10 euro nel portafogli e il giorno dopo no.... Mette in mezzo nostro figlio per ogni cosa, cerca di farmi sembrare più inutile di un insetto e si ricorda alla perfezione solo ciò che serve per affermare le sue "teorie". Se faccio sport allora non mi importa niente di nostro figlio e me ne frego, dice. Non vuole che Marco parla con i miei genitori o faccia videochiamate perché è convinta che i miei dicano a mio figlio parole negative su di lei. E ultimamente vuole che io chiuda i rapporti con tutta la mia famiglia perché per lei sono la causa dei nostri problemi. Se le succede qualcosa di sbagliato, o qualcosa non le va come sperava o più semplicemente, le si rovescia un bicchiere con l'acqua, incolpa i miei, dicendo che in qualche modo hanno pregato che le succedesse qualcosa di storto. I miei sono 3 anni che non vengono a trovarci, che si fanno i fatti loro nella loro città....
Da qualche giorno usa anche nostro figlio per farmi "cedere" minacciando di divorziare prima possibile e di non farmelo più rivedere, costringendo nostro figlio a dormire nel letto con lei piuttosto che con me, (perché sono già 2 settimane che dormiamo in stanze separate) sapendo quanto siamo legati io e lui.
Questa situazione per me è frustrante, per il clima che si vive in famiglia, soprattutto per mio figlio che la vede e sente urlare tutti i giorni.
Un po' mi vergogno a descrivere ciò e non ho raccontato tutto...io so di non essere perfetto ma cerco un rimedio a tutto ciò, spero però che vi abbia dato un'idea, una forma per capire di cosa si potrebbe trattare.
Il problema è come andare in terapia di coppia, poiché mostrando così tanta diffidenza e non avendo neanche un minimo di fiducia non accetterà mai una cosa simile, anzi, si accanirà ancor di più contro me e chi mi sta intorno.
Spero di riuscire a trovare un valido aiuto e una soluzione a ciò.
Vi ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti

3 risposte degli esperti per questa domanda

Caro Alessandro, la situazione che lei descrive mi fa pensare che purtroppo sua moglie abbia un disturbo di personalità, che si caratterizza proprio in ideazione paranoide, interpretazione distorta della realtà, egocentrismo e manipolazione. Tutte caratteristiche che lei descrive. In questo caso riuscire ad intervenire per modificare la visione di sua moglie diventa davvero molto difficoltoso, così come fare una efficace terapia di coppia. Il mio consiglio é quello di rivolgersi ad un professionista e iniziare lei un percorso di sostegno, che la aiuti a trovare delle strategie per gestire la situazione, rafforzando la sua autostima in modo che possa farsi forza del rapporto con suo figlio e pensare eventualmente alla possibilità di separarsi da sua moglie. Vivendo separati potrà regalare al bambino dei momenti più sereni. Stia tranquillo, anche se la separazione sarà complessa e dolorosa, una volta superata gli equilibri si ristabiliranno e la sua vita migliorerà.

Spero di essere stata d'aiuto. Un forte abbraccio virtuale.

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online

Buonasera, capisco la sua difficoltà nel fare intraprendere una psicoterapia a sua moglie, ma si tratta di farle capire che è nel suo interesse farlo, in modo da tentare di risolvere i problemi che ci sono tra voi e di esporre il proprio punto di vista a chi è in grado di ascoltarla, offrendole anche la possibilità di colloqui individuali.

La saluto cordialmente e spero riesca nel suo intento

 

 

Dott.ssa Stefania Minguzzi

Dott.ssa Stefania Minguzzi

Ravenna

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Buon giorno Sono Carla Amadori

Comprendo la sofferenza e il suo dolore, dal suo racconto si evince una situazione complessa. La coppia si costruisce, matura evolve fino ad arrivare a costituirsi come famiglia quando arriva un figlio. Talvolta nel percorso d'amore si attraversa il processo dell'illusione in cui ognuno spera che l'altro possa esaudire le personali aspettative, bisogni, per poi approdare   alla delusione quando questo non avviene. In questo percorso la responsabilità non è sempre e solo da una parte, forse nel vostro caso è venuto a meno il dialogo, al primo segnale di crisi era indispensabile rinnovare il patto d'amore. Come? Es..definendo come  in che modo far partecipi le reciproche famiglie. Forse sua moglie sposta sulla sua famiglia, una rabbia relativa a mancanze, carenze della propria famiglia?  E' possibile che sua moglie stia vivendo un momento di sfiducia personale per un malessere esistenziale relativo a se stessa che trasferisce su di lei?  In questa situazione mi preoccupa  il coinvolgimento di vostro figlio nel conflitto di coppia, nessuna delle ragioni esistenti possono  spiegare il malessere ingiustamente subito dai figli . A peggiorare la situazione è l'invio di un'immagine negativa del carisma genitoriale paterno che di certo procura nei figli un conflitto di lealtà. Sulla domanda cosa fare...io suggerisco che un percorso sarebbe di grande aiuto per riconciliarvi con amore. Come? Chiedendo a sua moglie se è disponibile ad aiutare il marito andando insieme da uno psicoterapeuta perchè è lei che pensa di aver bisogno di aiuto. In questo modo sua moglie non va dallo specialista per aiutare se stessa, ma per aiutare lei. Questo sarebbe il primo atto d'amore.

Dott.ssa Carlotta Amadori

Dott.ssa Carlotta Amadori

Rimini

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