Salve, mi interessa sapere se in qualche modo il disturbo evitante di personalità è correlato a quello narcisistico, cioè se esistono degli aspetti comuni tra i due disturbi di personalità. Riguardo al disturbo evitante di personalità, è molto probabile che una persona vittima di umiliazioni da parte di un genitore possa poi sviluppare questo atteggiamento evitante nei confronti degli altri, una volta adulto? E quanto potrebbe essere invalidante anche sull'aspetto lavorativo, visto che colpisce la sfera relazionale? E come è possibile avvicinarsi ad una personalità evitante, dal momento che è molto difficile rassicurarlo per via del suo carattere diffidente e sospettoso? Grazie per le vostre eventuali risposte ai miei quesiti.
5 risposte degli esperti per questa domanda
Cara Elisa, il disturbo evitante di personalità può considerarsi il livello più evoluto del disturbo narcisistico, quindi sì, sicuramente hanno molto in comune! Proprio a causa dei problemi relazionali che esso comporta sicuramente tutte le sfere sociali della persona sono colpite, anche il lavoro se comporta il contatto con le persone, oppure i semplici rapporti con i colleghi possono essere penalizzati. I disturbi di personalità, oltre che da predisposizioni individuali, nascono da modalità relazionali patologiche a cui l'individuo è esposto durante la crescita: tutti noi interiorizziamo dei modelli di funzionamento e di modalità relazionali che poi tendiamo a mettere nuovamente in atto, perchè essi costituiscono la nostra realtà, il nostro mondo, ciò che noi conosciamo e che tendiamo a riprodurre. Per avvicinarsi ad una persona evitante è necessario adottare sicuramente un comportamento comprensivo, sincero, volto all'ascolto e il meno giudicante possibile, così da rassicurare la persona e limitare le sue paure riguardo alla possibilità di essere svergognato o umiliato dagli altri. Tollerare le sue manifestazioni di ansia sociale e di fuga dalle situazioni è un altro buon comportamento, anche se questo tipo di disturbo risulta essere un pò fastidioso per gli altri, quindi non sempre facile da gestire. Se conosce personalmente questa persona perchè non prova a conquistarsi la sua fiducia e poi suggerirle di recarsi da uno psicologo? Potrebbe trovarne giovamento, anche perchè la sfera sociale a lungo andare potrebbe rischiare di venire meno, portando la persona ad una condizione di vero e proprio isolamento. Spero di esserle stata d'aiuto!
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Certamente può avere delle implicazioni o dei tratti comuni al disturbo narcisitico, nel trincerarsi dagli altri per timore di un rifiuto o di una delusione. Come avvicinarsi? Mostrando comprensione e sincero interesse per il suo modo. Spero averle dato una risposta sufficientemente esaustiva.
Padova
La Dott.ssa Annalisa Sammaciccio offre supporto psicologico anche online
Il disturbo evitante instaura delle poussée narcisistiche come difesa da coinvolgimento emotivo. Non parlerei quindi tanto di narcisismo ma di meccanismo difensivo nel campo emotivo a suo tempo probabilmente turbato quando al soggetto veniva chiesto più di quanto potesse dare. La terapia va prodotta in un clima empatico in cui coinvolgere emotivamente il soggetto nell'hic et nunc evitando per un certo tempo i riferimenti alle relazioni che il soggetto ha avuto con le persone significative del suo entourage familiare e/o educativo.
Gentile sig.ra Elsa, per rispondere correttamente alle sue interessanti domande occorrerebbe redigere almeno una tesina!! Cercherò comunque di essere sintetica per fornirLe alcune chiarificazioni. Il disturbo narcisistico della personalità è ancora molto dibattuto e controverso poiché la letteratura scientifica, in alcuni tratti, ha posizioni diverse nel determinarne la lettura in chiave psicodinamica. Comunque riferendomi a Kernberg preciso che nel disturbo narcistico la struttura del Se’ è altamente patologica: si possono notare forti tratti di arroganza, di aggressività (possono esserci comportamenti antisociali), di invidia ed atteggiamenti di grandiosità alternata alla timidezza e senso di vergogna. Alcuni Autori assimilano questo tipo di disturbo con quello borderline. Nel disturbo evitante di personalità vi è una patologia più lieve (versante nevrotico) dove vediamo la predominanza del SENSO DI VERGOGNA molto correlata con sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità verso i giudizi negativi degli altri e quindi con una scarsa ‘valutazione del Se’’. In sintesi: sia i pazienti narcisistici che quelli evitanti hanno in comune la ‘sottomissione alla vergogna’ dove però i narcisisti sono caratterizzati da sensi di ‘autorevolezza e di grandiosità’!! L’eziopatogenesi di entrambe le patologie è molto antica e può strutturarsi già nella prima infanzia. Tali disturbi - se non trattati adeguatamente con percorso psicoterapeutico - possono procurare ostacoli sia nelle relazioni familiari/sociali sia in quelle lavorative. Per quel che riguarda la domanda circa il tipo di approccio da tenere con una personalità evitante Le confermo che può risultare molto oneroso e poco efficace. Comunque il processo empatico è indispensabile: bisogna cercare di mettersi nei suoi panni e capire - quando è in nostra compagnia - cosa sta pensando, cercare di farcelo comunicare e di condividere con noi ciò che lo fa sentire a disagio. Ad esempio può essere utile chiedergli: “credi che io stia pensando o provando qualcosa per quello che fai o dici? lo puoi condividere con me? te ne sarei grata”! Bisogna cogliere più elementi possibili ed avere molto tempo e pazienza poiché è un lavoro che può progredire di tre ed indietreggiare di due. Spero di esserLe stata utile e La saluto cordialmente
Gentile utente, le diagnosi le fanno i professionisti attraverso il contatto diretto con le persone in opportuni luoghi. La sua richiesta, nel modo in cui e' stata posta non credo possa avere una risposta attinente al contesto specifico al quale lei si riferisce, contesto che non conosciamo e su cui non e' possibile fare diagnosi on line.