Negli ultimi due anni ho affrontato un percorso lungo e doloroso per cercare di cambiare me stesso e di risolvere alcuni dei tratti più traumatici e conflittuali. Inizialmente ho cominciato per un amore, impossibile peraltro, che mi ha spinto a migliorarmi; quindi, all'assistenza di questa persona di cui pian piano mi sto disinnamorando si è aggiunta quella di uno psicologo. Il risultato, dopo due anni, è che mi sento confuso e scombussolato e inizio a pensare di essere io una persona problematica. La vita attuale non mi dà alcuna gratificazione: non ho motivazione per finire l'università, non potrò studiare assieme a questa persona di cui ho parlato poc'anzi, non riesco a vedere come fattibile la realizzazione del mio progetto tesistico, non riesco a trovare una singola ragazza che mi interessi. In più, con questa persona sto cominciando a sentirmi pesante e disfunzionale, per quanto razionalmente sappia che mi starebbe vicino per qualsiasi cosa e che mi vuole un bene enorme. Mentre con tutti gli altri miei amici mi sento meno di frequente, con questa persona alterno giorni in cui sto bene ad altri in cui sono depresso, triste, vuoto e non riesco a pensare ad altro se non a me stesso e al mio dolore. L'umore mi oscilla costantemente, alterno momenti di grande gioia ad altri di profonda tristezza e disperazione con grande celerità. Non riesco più a capire chi io sia e mi sento totalmente perso. Da quando mia madre mi ha chiesto se soffrissi di DBP un mese e mezzo fa, non sono riuscito a pensare ad altro e non sono più riuscito a vedermi in una maniera diversa. Sono stanco di sentirmi così instabile.