Ossessioni e compulsioni
Dottore mi aiuti, quando passo per strada non so se mettere i piedi sulle mattonelle pari o su quelle dispari
Caro mio, lei ha sicuramente l’ascendente in bilancia: insicuro e indeciso
E quindi? Cosa dovrei fare?
Vede.. lo ha fatto ancora!
Un breve e doverosa premessa: il tono “scherzoso” dell’incipit non vuole in alcun modo mancare di rispetto a chi oggi vive una situazione sicuramente angosciante come quella delle ossessioni e delle compulsioni, inoltre l’articolo propone una visione possibile del problema, una lettura probabile che sta alla base di un’altrettanto possibile e valido modo di affrontare il problema.
La persona che manifesta questo tipo di difficoltà (pensieri ossessivi spesso relativi e ordine e pulizia seguita da atti compensativi per diminuire le ossessioni stesse) è preda molto spesso del dubbio, un dubbio che lo angoscia e che dall’angoscia è alimentato!
Con alte probabilità la famiglia dove nasce una persona che sviluppa questo tipo di problematicità si struttura dentro una polarità che va su due estremi: paura da una parte, coraggio dall’altra. Cosa scelgo? Dove mi posiziono? In questo stato il rischio maggiore è quello di rimanere immobilizzato, e allora i sintomi si muovono per lui.
Nell’ossessione il pensiero è diventato inaccettabile e la compulsione arriva per abbassare l’ansia e depurarsi. Quale è quindi il vantaggio?
Che almeno la persona si muove, vive attraverso le ossessioni e si pulisce con le compulsioni.
In questa ottica ancora una volta una depressione o un attacco di panico sono paradossalmente sintomi che sì, si sommano a quelli già presenti, ma che portano la persona a chiedere aiuto e quindi a fare il primo passo per la guarigione. Come in molti altri casi, anche qui i sintomi manifesti sono solo la punta di un iceberg, non resta che decidere se guardare sotto oppure no.
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