Attacchi di panico, disturbi da ansia generalizzata e doc

ALESSANDRO

Salve,
sono stato circa 20 anni in psicoterapia ad orientamento psicanalitico con quattro diversi terapeuti, per problemi di depressione e di disturbi ossessivo compulsivi, tipo lavaggio continuo delle mani, originatisi da attacchi di panico avuti dopo l’utilizzo di sostanze stupefacenti per qualche anno in età adolescenziale.
In seguito ad una recente operazione di settoplastica funzionale e di asportazione di un granuloma apicale, ho continuato ad avvertire un dolore al nervo trigemino. Recatomi da un neurologo per una visita, lo stesso mi ha prescritto GABEPENTIN 100 mg. Ho assunto una capsula ed il giorno dopo ho riscontrato sensazioni di intontimento e di alterazione di coordinazione, tanto che ho impiegato il doppio del tempo per fare una doccia.
Ho interrotto immediatamente l’assunzione.
Solo che nei giorni successivi sino ad oggi ho avuto attacchi di panico ed un continuo disturbo di ansia generalizzata, oltre al doc già presente. Inoltre, ho iniziato ad avvertire disorientamento, fenomeni di depersonalizzazione e derealizzazione con episodi di amnesia dissociativa, che mi aumentano gli attacchi di panico e l’ansia per paura di impazzire. Come se l’effetto del GABEPENTIN avesse “slatentizzato” una parte più profonda di me, sepolta ed irrisolta. Da allora, per paura di destabilizzarmi ulteriormente ho interrotto immediatamente il mio percorso con l’ultimo terapeuta. Sento che se non faccio nulla sto male e se “scavo” ancora dentro me stesso peggioro irreversibilmente. Così mi sento in un vicolo cieco ed i sintomi mi divorano.
Ringrazio per il cortese riscontro.
Cordiali saluti

4 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, Il quadro che descrive è molto articolato e merita un approfondimento in sede di colloquio.
Mi sento però di dirle che una psicoterapia per essere efficace ed efficiente deve produrre cambiamenti effettivi nell'arco di qualche seduta fino a produrre cambiamenti definitivi che devono essere consolidati in breve tempo. Una terapia che richiede anni come fa a stabilire se a far stare meglio il paziente è stato il tempo o la terapia stessa?
Le consiglio pertanto di contattare un collega che adotti la terapia breve strategica nella sua zona così da cominciare il prima possibile un processo di cambiamento indirizzato a renderla nuovamente autonomo.

A disposizione

Buongiorno Alessandro,

Mi sembra che in questo momento lei sia spaventato, ed è comprensibile. Non credo sia lo scavare a destabilizzarla; piuttosto, sembra che vi sia qualche aspetto sfuggito a questo scrupoloso e lungo lavoro di terapia.

Alle volte è proprio l'ingresso in una nuova fase della nostra vita a scatenare vissuti dolorosi, con sintomi che credevamo di aver archiviato.

Ad ogni modo, vi sono diversi approcci terapeutici, e forse può valer la pena cambiare approccio, e non perché la sua terapia non sia stata efficace, ma perché forse ora ha bisogno di essere più concentrato sul presente e lavorare per obiettivi.

È ad ogni modo necessario che lei parli, se già non l'ha fatto, con il neurologo che le ha prescritto il gabepentin. L'interruzione di un farmaco andrebbe concordata e valutata con il medico specialista, ed altrettanto importante è riferire gli effetti indesiderati che ha avvertito.

Perciò le consiglio, se già non l'ha fatto, di contattare il neurologo, e di valutare un percorso con altro approccio terapeutico che lavori per obiettivi e sia focalizzato sulla sua vita odierna (io uso l'analisi transazionale, ve ne sono poi molti altri).

Carissimi auguri.

Dott.ssa Valentina Cozzutto

Dott.ssa Valentina Cozzutto

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Valentina Cozzutto offre supporto psicologico anche online

Caro Alessandro,

mi colpisce il tuo percorso lungo e complicato, in cui credo tu ti sia davvero messo in gioco: 20 anni di terapia sono tanti. 

Dopo 20 anni di psicoterapia non aggiungerei altra terapia sinceramente. Mi sentirei di consigliarti un approccio più concreto, di sostegno, orientato alle strategie più funzionali per te per convivere con queste difficoltà, e sicuramente una consulenza psichiatrica al fine di valutare un eventuale sostegno farmacologico anch'esso volto ad un maggior benessere. 

Rimango disponibile per maggiori approfondimenti. 

Buongiorno Alessandro, 

mi spiace sempre molto quando sento che dopo tanti anni di terapia il problema per cui si è deciso di intraprendere un percorso di cura non abbia portato esiti positivi. Ho letto che ha cambiato professionista ma è tuttavia rimasto con terapeuti di stampo psicodinamico, magari per lei funziona meglio un'altra impostazione quindi prima di gettare la spugna e rassegnarsi le consiglio di fare questo tentativo. Inoltre credo che un supporto farmacologico possa giovare. Purtroppo spesso i farmaci possono dare effetti collaterali e ci vuole comunque un po' per trovare quello più indicato e col dosaggio giusto. Non escludo pero' che alcuni sintomi nuovi siano legati ad un suo vissuto ipocondriaco rispetto agli effetti del farmaco e/o la demoralizzazione dettata dal non vedere più una possibilità di miglioramento. 

Spero possa ritrovare il coraggio e la speranza di affidarsi a qualcuno, 

Cordiali saluti