I dati ministeriali che riguardano l'utilizzo di alcol e sostanze da parte degli adolescenti sono allarmanti: percentuali molto elevate di consumatori abituali di alcol (60 %); di cannabis (25 %), cocaina (2,7 %), ecstasy (2,6 %) ed eroina (1,4 %). Il 25 % di loro consuma con modalità binge drinking, ovvero tramite l’assunzione di elevate quantità di alcol in un brevissimo arco di tempo, con rischi assai elevati.
Per molti giovani il consumo di sostanze non viene visto come un rischio per la salute, bensì come “normale”. Infatti, i processi di normalizzazione di alcuni comportamenti, anche a mezzo della diffusione tramite internet, hanno contribuito ad elevare la percentuale di coloro che hanno comportamenti ad alto rischio. La frase “lo fanno tutti“, frequentemente utilizzata dagli adolescenti in riferimento all’uso soprattutto di alcol e cannabis, porta a giustificare certi comportamenti in quanto intesi come socializzanti e di condivisione.
Inoltre, a contribuire alla diffusione di sostanze, il fatto che il traffico di droghe segue le più rigorose politiche di marketing: a fronte di un più largo consumo i prezzi si abbassano; meno costa un prodotto, maggiore è la sua diffusione.
La vulnerabilità percepita dai giovani - e le poche aspettative nei confronti dell’avvenire, anche in funzione dell’insicurezza che permea l'attuale società - induce alla sperimentazione di sostanze, al fine di combattere le emozioni negative, i sentimenti di disagio, la solitudine, l’imbarazzo, la noia, l’insoddisfazione, il senso di vuoto. Oltre ad una maggiore diffusione dell’uso di sostanze, negli ultimi anni si è assistito a un esordio sempre più precoce nel mondo delle droghe (età media 15 anni) con le relative conseguenze.
Gli studi più recenti sul consumo di alcol e cannabis, soprattutto in adolescenza, confermano il prodursi di danni cerebrali spesso irreversibili. Le nuove qualità di cannabis “OGM”, ovvero transgeniche, e i cannabinoidi sintetici hanno una concentrazione di principio attivo (THC) fino a 100 volte superiore rispetto a quello contenuto nella pianta di cannabis tradizionale. Già dopo alcune settimane dall’assunzione, la cannabis provoca stravolgimenti della biochimica cerebrale con induzione di appiattimento emotivo ed affettivo, perdita di interessi e quindi il venir meno degli obiettivi. L’associazione con alcol aggrava questa condizione e si associa in giovane età a un rischio maggior di abuso di sostanze, droghe e disturbi depressivi nella vita adulta.
Negli ultimi anni sono cresciuti esponenzialmente i casi di comorbidità psichiatrica o doppia diagnosi, ovvero la condizione di copresenza nello stesso soggetto dell’uso o dipendenza da sostanze e un disturbo psichiatrico.
Per tale ragione è di fondamentale importanza che gli adulti di riferimento - genitori, insegnanti, medici, psicologi, ecc. - abbiano ben chiaro che non esistono droghe sicure, non sottovalutino il fenomeno, ma piuttosto conoscano il meccanismo subdolo e ingannevole con cui le sostanze entrano nella vita dei giovani, con le gravi ripercussioni sulla salute fisica, psichica e nella vita di relazione.
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