Da qualche anno sembra che l’attenzione sia fortemente puntata sul gioco d’azzardo patologico, ludopatia, gambling o come lo si voglia chiamare. Ultimamente con l’approvazione, il 24/07/2013, della “Legge regionale 29 del 30 maggio 2013 - Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico” ed il recente emendamento (5/09/2013) che impone una moratoria di 12 mesi per “l’apertura di nuovi centri per i giochi d'azzardo elettronico online e nei luoghi aperti al pubblico”pare si stiano facendo passi interessanti riguardo a questa tematica. Utilizzo volutamente il termine “interessanti” e non “importanti” poiché ad oggi ancora nulla di concreto è stato fatto.
Queste proposte sono sicuramente un buon inizio ma risulta necessario incrementare le risorse già presenti sul territorio per far si che queste siano sempre a disposizione del cittadino, per non aggravare il problema dilagante del gambling, bensì contrastarlo.
Parlo in prima persona perchè da quasi due anni ormai sono Responsabile del Centro GAP per il gioco d’azzardo patologico a Roma e vorrei porre l’attenzione sulla necessità di proporre aiuti concreti per il problema ludopatia. La ludopatia è un problema duplice: sociale e sanitario.
Sanitario poichè dietro la dipendenza da gioco si nascondono problematiche psicologiche quali somatizzazioni, ansia, depressione, senso di colpa, paure, problematiche a volte psichiatriche fino ad arrivare al suicidio, e problematiche legate alla salute fisica quali ipertensione, problemi gastrointestinali, maggior suscettibilità alle malattie cardiovascolari, nonchè pregressi di uso ed abuso di sostanze. Infatti molto spesso le persone che si rivolgono al nostro centro sono ex tossicodipendenti o ex alcolisti che sono semplicemente passati da una dipendenza ad un altra. Inoltre il gambling è un problema sociale legato alle situazioni di difficoltà economiche, tra cui debiti, che si vengono a creare all'interno delle famiglie.
I rapporti familiari, sociali, interpersonali, lavorativi, amicali vengono lesi, in casi estremi distrutti. Molto spesso si presentano mogli, mariti, compagne, padri o madri che ci chiedono aiuto per cercare di far uscire il giocatore dalla situazione creata. Nella maggior parte dei casi bisogna intervenire anche a livello familiare per ristabilire la fiducia e la serenità sia coniugale che genitoriale.
A mio avviso per contrastare il fenomeno i passi da fare sono due: incrementare le risorse sul territorio per il gambling e lavorare sulla prevenzione.
Sulla prevenzione si può lavorare all'interno delle scuole o tramite altri canali ovvero facendo corsi, seminari, workshop sia agli operatori che lavora in ambito pubblico, all'interno delle asl ed ospedali, sia a cittadini comuni.
Per quanto riguarda l'incremento delle risorse ritengo sia necessario dare spazio alle cooperative e associazioni che già operano nel campo dipendenza da gioco per poter mettere in atto la propria professionalità a favore dei cittadini, ovviamente con il sostegno dello stato altrimenti il diritto alla salute di cui tanto si parla rimarrebbe una semplice utopia o, ancor peggio, per una ristretta elite.
Aspettiamo e stiamo a vedere cosa succederà…
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