Buongiorno,
per un anno e mezzo ho frequentato un uomo dipendente da cocaina da 30 anni, nel week end.
Usa dosi massicce che lo spingono ad avere aggressioni verbali e psicologiche nei miei confronti e comportamenti inusuali. Si è gettato in un fiume, preso a sassate in testa, spesso si è masturbato in luoghi pubblici (sebbene al momento dell'atto era solo o in mia presenza) con oggetti strani quali cuscini, biciclette. Defecava nelle aiuole la notte.
Si infilava in boschi e camminava in ginocchio, causandosi ferite gravi. Alla fine io sconvolta l’ho picchiato perché nn ne potevo più. Lui mi ha eliminata dalla sua vita raccontando in giro che sono malata di mente e inventando cose assurde. Chiedo se questo sia normale in un cocainomane o se sia una malattia mentale. Vorrei consiglio su come comportarmi qualora lo dovessi incontrare o dovesse lui ricontattami.
Io cose simili non me avevo mai viste ne sentite raccontare. Grazie.
Gentile Chiara,
Non mi lascia perplessa l'atteggiamento di quest'uomo, che è chiaramente malato - se malato che ha deciso di drogarsi o se drogato che ha mandato il cervello in fumo, poco importa.
Mi preoccupa che lei non se la sia data a gambe levate al primo accenno di una patologia così pesante e che, anzi, si stia ancora chiedendo come fare se lui malauguratamente rispuntasse all'orizzonte. Si faccia dare una mano, cerchi di comprendere dove e quando la sua capacità critica e i termini di autoprotezione si sono così abbassati di livello.
In bocca al lupo.
Gentile signora,
mi sembra che la sua domanda, visti i fatti da lei descritti, sia tutto sommato superflua. Che quest'uomo abbia avuto quei comportamenti perchè sotto effetto di droghe o a causa di una "malattia mentale", che differenza fa? Quello che conta è che sicuramente è affetto da gravi problemi personali, che siano di natura psichiatrica o indotti dalla cocaina, o per una concomitanza dei due fattori, a mio modo di vedere è secondario. Certo in quelle condizioni lei non può sperare che un'eventuale ripresa di legame con lui possa darle qualche beneficio o gratificazione di sorta. La invito soltanto a domandarsi, nel caso in lei vi fosse il desiderio di riavvicinarsi a lui, quali motivazioni o sentimenti potrebbero spingerla a volere la riapertura di una relazione che appare dal suo racconto soltanto dolorosa e frustrante. A meno che lei non sia motivata da uno spirito di carità umana verso una persona evidentemente molto sofferente e che avrebbe necessità di un supporto psichiatrico. In caso contrario le consiglio di proteggersi dal rischio di riattivare dolori e frustrazioni, inevitabili nel caso decidesse di riprendere una frequentazione con quest'uomo.
A sua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Cordialmente.